Cinque palazzi di Mosca che sembrano usciti da una fiaba (FOTO)

Ludvig14 (CC BY-SA 4.0)
Costruiti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento nello stile “pseudorusso” allora in voga, sono estremamente fantasiosi per forme e decorazioni sgargianti, e non lasceranno certo indifferente il visitatore

A cavallo tra il XIX e il XX secolo, in Russia si diffuse la moda per l’antichità russa. Gli artisti e gli architetti iniziarono a rivalutare l’unicità e il valore artistico delle antiche icone e degli antichi stili costruttivi. Iniziarono non solo a utilizzare immagini ed elementi russi antichi nel loro lavoro, ma anche a interpretarli in modo nuovo. E fu proprio l’antica arte russa ad avere l’impatto più forte sulle avanguardie russe. In architettura, l’emergere dello stile “russo” (chiamato anche “neo-russo” o “pseudo-russo”) venne facilitato anche dalla revoca del divieto di costruzione di case secondo progetti liberi, nonché da diverse esposizioni industriali a Mosca, San Pietroburgo e Parigi, dove furono mostrati campioni di case e arredamenti con elementi dell’antica architettura russa. Successivamente, in molte città della Russia e all’estero, comparvero edifici e interi quartieri, costruiti secondo questi modelli.

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Gli edifici moderni venivano stilizzati seguendo gli elementi dell’architettura in legno dei maestri slavi, a volte con un tocco deliberatamente grottesco. Gli edifici più famosi in stile “russo” sono considerati il Gum sulla Piazza Rossa, le stazioni ferroviarie Jaroslavskij e Kazanskij, il Museo Storico su Piazza del Maneggio. Inoltre, a Mosca sono sopravvissute diverse dimore uniche, che sembrano venir fuori da una magica fiaba!

1 / Palazzina Lopatina, 1876

Questo splendido villino (in russo: “Особняк Лопатиной”; Osobnjàk Lopàtinoj”), decorata con mosaici colorati, si trova nel centro di Mosca, in via Bolshaja Nikitskaja. Prima della Rivoluzione, apparteneva ad Anna Lopatina, che si occupava della fornitura di pesce a Mosca. In questa casa c’era l’appartamento dei proprietari, vari appartamenti in affitto, e al piano terra c’erano magazzini e uffici amministrativi della sua società.

Il GUM e il Museo di Storia

L’architetto che la progettò era Aleksandr Kaminskij (1829-1897), cognato di Pavel Tretjakov (aveva sposato sua sorella Sofija), il fondatore della Galleria Tretjakov, il cui primo edificio fu costruito in stile “russo” proprio da Kaminskij. L’architetto ha decorato la facciata della Palazzina Lopatina con piccoli mattoni multicolori e ceramiche, tanto da ricordare un lavoro al punto e croce. Le finestre ad arco seguono lo stile dei palazzi dei boiardi.

La Palazzina Lopatina dopo il restauro
La Palazzina Lopatina dopo il restauro
La Palazzina Lopatina dopo il restauro

Il terzo piano fu costruito invece già negli anni Venti, quando la villa passò nelle mani del governo dell’Urss e fu trasformata in un obshchezhitie, un tipico dormitorio sovietico. Oggi l’edificio ospita l’ambasciata brasiliana.

2 / Palazzina Tsvetkov, 1899-1901

Questo palazzo sul Lungofiume Prechistenskaja (in russo: “Особняк Цветкова”; “Osobnjàk Tsvetkóva) venne costruito per ordine del collezionista Ivan Tsvetkov (1854-1917). Era un grande ammiratore dell’arte russa e progettò questa villa come una galleria per i quadri della sua collezione, affidando il progetto architettonico all’artista Vasilij Vasnetsov (1848-1926), grande esponente del folklore russo e autore dei celebri dipinti “Bogatyri” e “Aljonushka”. Di conseguenza, il palazzo fu canonicamente “russo” sia all’esterno che all’interno: un tetto a cupola su balconi in pietra scolpita, piastrelle luminose sulle cornici delle finestre, stanze con enormi lampadari-turiboli e panche-cassapanca in legno. Le finestre davano sulla fabbrica di dolciumi Krasnyj oktjabr (“Ottobre Rosso”; allora “Einem”). 

La Palazzina Tsvetkov dopo il restauro
Ivan Tsvetkov nella sua galleria

Nel 1909, Tsvetkov donò alla città il suo palazzo e un’ampia collezione di dipinti (oltre 1.800 tele e sculture), conservando il diritto di viverci all’interno e di riorganizzare la galleria.

Dopo la sua morte, avvenuta nell’agosto del 1917, l’edificio si trasformò in un museo d’arte e per qualche tempo fu una filiale della Galleria Tretjakov, ma già negli anni Trenta la collezione fu distribuita in vari musei regionali, e anche in questo palazzo fu aperto un obshchezhitie; un dormitorio.

Durante la guerra qui si trovava il quartier generale del reggimento Normandie-Niémen, un reparto da caccia dell’aeronautica militare francese ricostituito grazie ai sovietici, e oggi questo edificio è utilizzato come residenza per i diplomatici stranieri.

3 / Palazzo Pertsova, 1905-1907

Il Palazzo Pertsóva (in russo: “Дом Перцовой”; “Dom Pertsóvoj”) è una fiabesca casa-terem sul lungofiume Prechistenskaja, ed è uno degli edifici più suggestivi di Mosca. Fu fatto costruire dall’ingegnere Pjotr Pertsov (1857-1937), attivo soprattutto nel campo delle ferrovie, che lo mise a nome di sua moglie Zinaida. Si appassionò all’idea di costruire un villino in stile “russo” dopo che un giorno andò a trovare il suo amico Ivan Tsvetkov.

Là vicino c’era un appezzamento di terreno in vendita e Pertsov costruì lì il suo palazzo. Poiché anche l’ingegnere era un fan dell’arte russa e un grande collezionista, voleva affittare appartamenti del palazzo a prezzi politici all’intellighenzia creativa del Paese. L’edificio fu progettato dall’architetto Sergej Maljutin (1859-1937; il padre della matrioshka), realizzando deliberatamente finestre di diverse dimensioni e facciate asimmetriche.

Nelle mansarde c’erano gli atelier, e all’interno del palazzo c’erano ascensori e persino un telefono. L’appartamento dei proprietari occupava quattro piani in un’ala separata ed era stilizzato come un’isba russa: c’erano stufe di maiolica, mobili in rovere intagliato, finestre con vetrate colorate.

La bohème creativa di Mosca iniziò davvero a radunarsi qui. Nel seminterrato era anche attivo un cabaret. I passanti si fermavano sempre di fronte a questa villa, per ammirare tutti i dettagli della facciata.

Dopo la Rivoluzione, la casa, ovviamente, fu nazionalizzata e qui si trasferirono rappresentanti del nuovo governo, tra cui Lev Trotskij. La maggior parte delle decorazioni interne sono andate perdute, ma l’esterno dell’edificio si è perfettamente conservato. Dagli anni Settanta, il palazzo è nelle disponibilità del Ministero degli Esteri.

4 / Palazzo del mercante Igumnov, 1888-1895

Il proprietario di questo palazzo sulla via Bolshaja Jakimanka (in russo: “Дом купца Игумнова”; “Dom kuptsà Igùmnov”), era Nikolaj Igumnov 1855-1924), titolare di diverse miniere d’oro. Il ricco uomo d’affari si costruì una casa che assomigliava a grandi linee agli antichi palazzi dell’antica Rus’. Per i lavori di edificazione spese un milione di rubli, una cifra a quell’epoca incredibile (il carissimo pezzo di terra nel centro di Mosca su cui la costruì ne costava circa 17 mila).

I mattoni rossi, con cui è costruito l’edificio furono ordinati nei Paesi Bassi. Ogni elemento della facciata – finestre, porte, balconi – è decorato in modo differente. Il mosaico che adorna la villa raffigura favolosi uccelli, fiori e piante. Il tetto dell’edificio è realizzato in diverse forme.

Nel 1901 l’industriale partì per l’Abcasia e non tornò più a Mosca. Dopo la Rivoluzione trasferì volontariamente la proprietà al governo sovietico. Oggi il palazzo ospita la residenza dell’ambasciatore francese.

5 / Tenuta di Shchukin, 1893-1898

L’enorme palazzo con tenuta (in russo: “Усадьба Щукина”; “Usadba Shchukina”) su via Malaja Gruzinskaja, apparteneva al mercante e filantropo Pjotr Shchukin (1853-1912), un collezionista di arte. Per la sua collezione in continua crescita, decise di costruire un edificio a parte nello stile “russo” allora di gran moda. L’edificio principale di questa usadba cittadina era un terem con un ampio portico, decorato con un balcone (una copia in scala ridotta del balcone del Palazzo dei boiardi Romanov sulla via Varvarka) e tetti molto acuti a più livelli.

All’interno, i visitatori si ritrovavano in sale a volta dipinte con disegni floreali. Alcuni anni dopo, accanto a questo edificio, ne fu costruito un altro, anch’esso in stile pseudo-russo, ma più spazioso. Successivamente, queste case furono collegate da un passaggio sotterraneo.

Nel 1905, Shchukin donò l’edificio al Museo di Storia, ma rimase il curatore della collezione fino alla sua morte, e condusse lui stesso escursioni guidate per i visitatori. Durante gli anni sovietici, l’edificio non ha perso la sua funzione: qui sono stati esposti oggetti provenienti da vari musei della città. Oggi ospita il Museo di Biologia “Timirjazev”.


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