L’usadba: come era costruita la tipica tenuta russa, paradiso dei nobili

Un fotografo esperto del tema ci mostra e ci spiega una delle strutture chiave della società russa, dove sono cresciute tante figure storiche e tanti talenti dell’arte e della letteratura

Il cuore della tenuta

Casetta con mezzanino. Tenuta della nonna di Aleksandr Pushkin a Zakharovo, Regione di Mosca

Il centro di ogni tenuta nobiliare (in russo: “usàdba”) è sempre la dimora signorile, che, a seconda del livello di reddito dei proprietari del fondo, può avere la forma di una casetta col mezzanino o di un’autentica reggia. 

La planimetria della dimora signorile era di solito subordinata a una regola fondamentale: demarcare molto chiaramente la zona della vita quotidiana e quella “di rappresentanza”. Della prima categoria di stanze facevano parte le camere da letto dei proprietari, le camere dei bambini e i salottini e boudoir. Del secondo gruppo facevano invece parte tutte le stanze di gala: la sala da pranzo, la sala da ballo o, semplicemente il salotto dove venivano ricevuti gli ospiti e avevano luogo gli eventi mondani.

Di regola, lo stile architettonico della dimora e la sua disposizione davano il tono a tutti gli altri elementi della struttura della tenuta nobiliare russa. 

Il centro spirituale 

Chiesa di Kazan a Bogoroditsk, Regione di Tula

Fino alla Rivoluzione del 1917, le basi della visione del mondo del nobile russo risiedevano nella fede in Dio. La stragrande maggioranza dei possidenti terrieri avevano una vita religiosa: alla domenica e per le feste comandate andavano alla messa, rispettavano le vigilie e il digiuno della Quaresima, si facevano impartire i sacramenti, avevano spesso una guida spirituale. Molto legati alla Chiesa erano anche i contadini, sia prima che dopo l’abolizione della servitù della gleba (1861). 

Ma la gran parte delle tenute nobiliari sorgevano fuori dai confini delle città e dover fare magari qualche decina di chilometri per andare alla messa era molto scomodo per le famiglie nobili e ancor più per i loro contadini. 

Per questo motivo, la maggioranza dei possidenti terrieri cercava di costruirsi una chiesa all’interno del territorio della tenuta. In questo modo, le tenute diventavano anche centri di vita spirituale, spesso frequentati anche dagli abitanti dei villaggi vicini. 

Nel XIX secolo, in molte chiese delle tenute iniziarono ad aprire delle scuole domenicali per i figli dei contadini. In questo modo, la nobiltà illuminata diffuse l’idea liberale della necessità dell’educazione per tutti. 

Il posto per le passeggiate e l’ispirazione 

Il viale nella tenuta della famiglia Tolstoj a Nikolskoe-Viazemskoe, Regione di Tula

La tenuta nobiliare non può essere immaginata senza parchi pittoreschi che circondano la dimora principale. A seconda della moda di questa o quell’epoca, potevano essere regolari, geometrici, subordinati a un disegno preciso oppure, seppur creati da mani umane, il più vicino possibile alla naturalità selvatica. Più spesso, nelle tenute è possibile trovare un mix, dove c’è una parte di giardino curato e una paesaggistica. 

Il parco aveva il compito di servire non solo da abbellimento della tenuta, ma anche da fonte di ispirazione per i suoi proprietari. Qui riposavano i proprietari, prendevano decisioni importanti e organizzavano passeggiate quotidiane. Per deliziare lo sguardo dei proprietari terrieri, c’erano obbligatoriamente delle superfici d’acqua: stagni, laghetti, fiumi, cascate, fontane… 

Il regno della flora 

Meleti della tenuta di Lev Tolstoj a Jasnaja Poljana, Regione di Tula

I parchi della tenuta non erano i soli “punti verdi” nelle terre di proprietà dei nobili. Di solito c’erano anche giardini, orti e serre, che avevano un compito non solo decorativo, ma anche pratico. 

I frutteti e gli orti davano ai proprietari della tenuta ricchi raccolti, che non finivano certo solo sulla tavola del signore e nei suoi magazzini, ma che venivano anche spesso venduti, contribuendo al reddito. Anche per le serre era lo stesso: oltre a farci crescere per diletto piante e fiori rari, vi venivano coltivati frutti esotici da offrire agli ospiti per stupirli. 

Un rifugio delle Muse 

Teatro nella tenuta di Ljubimovka, Regione di Mosca (Qui visse per un po’ di tempo Anton Chekhov e qui scrisse “Il giardino dei ciliegi”)

Le tenute nobiliari sono sempre state anche centri autonomi della vita culturale della società russa. Non di rado, nelle “usadba” c’erano enormi biblioteche padronali e teatri contadini, che non avevano nulla da invidiare ai teatri professionali.

Il tema dell’arte era ben presente anche nell’arredamento delle tenute e negli elementi che abbellivano la proprietà. Soggetti di antichi miti e leggende o di opere della letteratura, e opere di artisti coevi possono essere visti negli ornamenti di quasi ogni dimora signorile e anche in altri edifici della vita quotidiana dei proprietari. 

Gli hobby dei proprietari

Orti dello studioso Andrej Bolotov nella tenuta di Dvorjaninovo, Regione di Tula

La tenuta era anche un indicatore universale dei gusti dei proprietari. Se il possidente amava questo o quel passatempo, questo, ovviamente, si rifletteva nell’aspetto esteriore del suo podere. Dal numero di quadri nei saloni di rappresentanza si potevano riconoscere gli appassionati d’arte, da una grande collezione di piante esotiche nelle serre, i patiti di botanica, dalle tante razze di cavalli nella stalla, il baldanzoso fantino.

Questi tratti caratteristici possono dire di più dell’indole e delle usanze di un nobile di qualsiasi museo o libro di storia. 

I piccoli accessori architettonici 

Gazebo nella tenuta della famiglia Leontjev, a Voronino, Regione di Jaroslavl

Il fascino della tenuta era ulteriormente accresciuto da vari piccoli elementi architettonici: gazebo, graziosi ponticelli, statue e busti di marmo, grotte artificiali e grandi vasi erano elementi ricorrenti del giardino della tenuta. Erano fatti in modo da dare ai proprietari e agli ospiti il desiderio di riposare e godersi le viste ad effetto. 

La parte agricola 

Allevamento di cavalli di razza nella tenuta del filantropo e uomo d’affari Pavel von Derviz, Starozhilovo, Regione di Rjazan

Ogni tenuta, anche la più modesta, rappresentava una grande fattoria. Ghiacciaie, cantine, cucine, lavanderie, stalle per cavalli e bestiame, rimessa per le carrozze, mulino erano il set standard di servizi a disposizione della tenuta del signore. 

Famiglie nobili particolarmente intraprendenti aprirono vari laboratori nel territorio della loro tenuta o nei pressi, e talvolta vere e proprie fabbriche. Questo permise loro di rendere redditizia l’economia signorile.

Una dimora non solo per i nobili

Dépendance della servitù, tenuta dei Golitsyn, Arkhangelskoe, Regione di Mosca

La tenuta nobiliare era mandata avanti dal lavoro di decine di servi. Fino al 1861 si trattava di servi della gleba, in seguito di persone assunte.

Tutti i doveri della tenuta: da quelli “elevati”, come costruire nuovi padiglioni, gestire i beni e crescere i figli dei nobili, fino a quelli più “umili” come la pulizia delle stanze, delle stalle e la cura degli animali, richiedeva un soggiorno permanente o di lungo periodo nella tenuta. 

Di regola, alla servitù venivano assegnate stanze speciali. Potevano essere degli annessi della casa principale o edifici a sé stanti, o singole casette, come la “casa del direttore”, la “casa del giardiniere” e così via. Tutti questi edifici erano parte integrante del complesso immobiliare della tenuta.

 

 

Cinque itinerari tra tenute nobiliari non lontano da Mosca (https://it.rbth.com/turismo/81749-cinque-itinerari-tra-tenute-nobiliari)

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