Land art, il parco da fiaba è nel mezzo della campagna russa

: Yulia Shandurenko
A Nikola-Lenivets, un villaggio a 220 chilometri da Mosca, oltre 30 grandi opere d’arte si fondono con un paesaggio d’altri tempi. Ecco come arrivare fin qui, e le sette sculture che ci sono piaciute di più

Fonte: TASS/Dmitrij SerebryakovFonte: TASS/Dmitrij Serebryakov

Il villaggio di Nikola-Lenivets (220 chilometri a sudovest di Mosca, nella regione di Kaluga, ndr) è una combinazione di elementi apparentemente incompatibili: opere d’arte contemporanea sullo sfondo del più tradizionale panorama bucolico russo, fatto di pascoli, fiumi, campi e strade sterrate.

In gran parte inserito all’interno dei confini del Parco Nazionale dell’Ugrà, questo museo a cielo aperto conta oltre trenta opere di Land art, poste senza soluzione di continuità nel bel mezzo dei prati e dei boschi. Molte sono riuscite a sopravvivere fino a oggi al caldo estivo, alle piogge torrenziali, agli inverni nevosi, fin dai tempi del primo Festival “Archstoyanie” che si tenne nel 2006, mentre altre in legno sono lentamente state riassorbite dalla natura.

C’è un sacco di arte da queste parti. Ecco le sette opere che ci sono piaciute di più e alcune informazioni pratiche per organizzare il vostro viaggio a Nikola-Lenivets.

La Mente universale

Fonte: TASS/Sergei BobylevFonte: TASS/Sergei Bobylev

Se avete un solo giorno a disposizione in zona, vedere La Mente universale (2012) è un must. Nikolaj Polisskij, una delle teste che che stanno dietro a questa collezione d’arte en plein air, ha curvato ferro e legno in modo tale da creare un gigantesco cervello – o astronave – in mezzo a un campo, punteggiato in modo simmetrico di razzi in legno, degni di una raffigurazione di fantascienza steampunk. 

Passeggiateci dentro, arrampicatevi per scattare il selfie perfetto, ma non sia mai che ve ne andiate da Nikola-Lenivets senza aver visto quest’opera.

Beaubourg

Fonte: TASS/Sergei BobylevFonte: TASS/Sergei Bobylev

Simile a un polpo interplanetario, l’opera Beaubourg (2003) è completamente realizzata intrecciando ramoscelli di betulla ed è alta come un palazzo di sette piani. Quando passeggiate all’interno delle sue colonne a forma di tubo, i raggi di luce che filtrano attraverso i rami danno l’impressione che il tutto si muova.

L’opera si chiama come l’antico quartiere nel quarto arrondissement di Parigi, dove sorge il Centre Pompidou. Nikolaj Polisskij ha detto che i ricordi di una gita a Parigi lo hanno ispirato per tutti i 18 mesi necessari a realizzare l’opera.

Il faro

Fonte: Legion-MediaFonte: Legion-Media

Anche se l’opera Il faro (2004), posta sulle rive del fiume Ugrà, non ha una lanterna luminosa, è ugualmente un punto di riferimento che attrae i visitatori. Chi non soffre di vertigini può anche arrampicarsi sulla sommità di questa torre di legno, alta 12 metri, per vedere i dintorni attraverso l’intelaiatura di rami di olmo.

Attenzione: non provate a salire con ciabatte o sandali, perché non ci sono scalini, ma solo piccoli pioli.

Assalto al cielo

Fonte: Yulia ShandurenkoFonte: Yulia Shandurenko

Il collettivo di architetti russi “Manipulazione internazionale” nel 2012 ha unito numerose scale di legno in una intricata combinazione, lungo la quale i visitatori possono arrampicarsi, imitando il tentativo di raggiungere gli obiettivi esistenziali. Se lo farete, capirete perché gli autori di questa scala posta all’assalto del cielo hanno definito l’opera “un’espressione simbolica del continuo sforzo verso l’irraggiungibile”.

La rotonda

Fonte: TASS/Sergei BobylevFonte: TASS/Sergei Bobylev

Non potrete non notare quest’opera di Aleksander Brodskij del 2009 (restaurata nel 2016, ndr) che spicca nel bel mezzo di un campo di girasoli. La rotonda ha l’aspetto di una piccola casa bianca di forma ovale, ma i muri del primo piano sono fatti di vecchie porte cigolanti, che continuamente si aprono e si chiudono, e che vi faranno sentire come se vi steste aggirando per una casa infestata di fantasmi. Impressione che cresce se la visitate sul far della sera. Arrampicandovi su una scala a pioli, potete raggiungere una terrazza sul tetto, ma attenzione, perché è richiesta una buona dose di agilità!

L’Arco

Fonte: Sergei SlutskijFonte: Sergei Slutskij

L’Arco (2012) di Boris Bernaskoni è una splendida costruzione nera, un po’ porta trionfale e un po’ torre, costruita unicamente con tavole lunghe sei metri.

Sorge al confine tra il bosco e un vasto prato e sembra un portale tra due mondi.

Le scale a chiocciola conducono fino alla piattaforma panoramica, mentre dalla scala nel secondo pilone si può scendere nella isolata “stanza dell’artista”.

Il Vitello d’oro

Fonte: RIA Novosti/Ilija PitalevFonte: RIA Novosti/Ilija Pitalev

Una nave? Un tempio? Un toro? Una piccionaia? Il Vitello d’oro (2009) sembra tutte e quattro queste cose.

Da un lato l’autore, Vasilij Shchetinin, ha tratto ispirazione dalla Bibbia e in particolare dall’Arca di Noè. Dall’altro, l’artista vuole richiamare il toro di Wall Street, come simbolo della crisi finanziaria mondiale. Qualsiasi cosa voi ci vediate, arrampicatevi fino alla cima di quest’opera, non solo per godere qualche bella vista della foresta e dei campi, ma anche perché Il Vitello d’oro contiene un piccolo segreto, invisibile da terra. 

Come arrivare fin qui

Fonte: TASS/Sergei BobylevFonte: TASS/Sergei Bobylev

Il modo migliore per raggiungere questa località è con la macchina. Il vostro navigatore vi dirà che ci vogliono tre ore e mezzo dal centro di Mosca, ma non dimenticatevi il traffico della capitale e le buche nelle stradine di Nikola-Lenivets. Prendete in considerazione di guidare fino a cinque ore.

Non ci sono molte possibilità di parcheggio nel villaggio, ma vicino all’ingresso del parco ce n’è uno custodito.
Il parcheggio è gratuito se acquistate un biglietto d’ingresso per la visita (costa 200 rubli, meno di 3 euro) o se prenotate un posto letto.

È fattibile anche l’idea di arrivare con i mezzi pubblici, ma il viaggio è un po’ stancante. Il percorso più veloce prevede di partire in treno dalla stazione Kiev di Mosca, fermandosi a Maloyaroslavets o alla stazione Kaluga-1 e poi da lì prendere un taxi (1600 rubli, quasi 25 euro, solo in contanti).

Orari di apertura

Il parco è aperto ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette, 365 giorni all’anno. L’ingresso, come detto, è di 200 rubli (meno di 3 euro),  a meno che non sia in corso il Festival “Archstoyanie” (si tiene d’estate). I biglietti per questo atteso evento sono venduti a parte e con grande anticipo.

Dove dormire

Pernottare a Nikola-Lenivets è un’esperienza taumaturgica, specie se venite dalla vita frenetica di Mosca. C’è un incredibile silenzio e un cielo pieno di stelle. Potete prenotare una camera online: il servizio funziona bene e le pagine sono anche in inglese

Se volete passare qui il fine settimana, decidetevi con anticipo, perché, specialmente nei mesi caldi, potreste trovare il tutto esaurito.

Se dormite all’ostello Kazarma, fate attenzione ai bagagli troppo ingombranti, la scala è molto piccola e stretta. Le docce con acqua calda ci sono solo alla guesthouse Koltsovo.

Nei mesi estivi, potete dormire al Klever o al Pizhma. Entrambe queste case per turisti hanno l’elettricità, ma non hanno la stanza da bagno, quindi potrete farvi una doccia spartana solo nelle strutture in legno di fronte.

Un’altra opzione è portarvi la vostra tenda o affittarne una.

In alternativa, potete dormire in città, a Kaluga, che è a circa un’ora e mezzo di macchina da qui. Con una popolazione di 500 mila abitanti, Kaluga è piena di alberghi, appartamenti per turisti, bar, ristoranti e caffè. Raccomandiamo questa scelta a chi preferisce tutti gli agi della vita moderna, compresi elettricità e acqua calda.

Andare in giro

Se avete più di un giorno a disposizione, allora è possibile vedere tutto anche andando a piedi. Ma se siete un po’ di fretta, meglio portarvi la bici o affittarne una nel Parco, per fare in tempo a visitare ogni opera.

Dove mangiare

La cosa migliore è portare qualcosa al sacco o l’attrezzatura per il barbecue. Altrimenti, d’estate, potete ristorarvi al Kafé Ugrà, da dove si gode anche di una bella vista panoramica sul lago, o al Ferma. Entrambi i posti offrono prodotti locali di stagione e quindi il cibo è sempre fresco, ma poco vario. Quando è in corso il Festival “Archstoyanie” i prezzi schizzano e non differiscono molto da quelli del centro di Mosca. 

La caffetteria Koltsovo è aperta tutto l’anno dalle 9 di mattina alle 9 di sera, ma i piatti sono mediocri e sempre strapieni di maionese.

Cosa portare con sé

Potete portare l’occorrente per un picnic, ma per favore lasciate pulito. Se volete bicicletta e tenda, meglio avere le proprie con sé, perché quelle in affitto non sono molte, e d’estate finiscono in fretta.

Portare del repellente contro gli insetti è sempre una buona idea. Non fatevi mancare molta acqua e la crema solare. Il clima d’estate è imprevedibile, quindi meglio avere un cambio di scarpe, un ombrello e qualcosa di caldo da mettersi indosso. Sarà superfluo dirlo, ma un buon paio di scarpe da ginnastica è fondamentale. Ve ne renderete conto soprattutto quando vi arrampicherete sulle opere.

Pagamenti

Potete pagare con la carta il pernottamento, il parcheggio, l’affitto delle bici, le escursioni e i pasti al Kafé Ugrà. Per tutto il resto, avrete bisogno di contanti. Il bancomat più vicino per prelevare è nel villaggio di Kondrovo (a 27 chilometri da qui).

Altre informazioni utili

Mappe con gli itinerari turistici sono in vendita alla biglietteria del Parco al costo di 100 rubli (circa un euro e mezzo). La copertura del telefono cellulare dipende dal vostro operatore, ma in varie parti del Parco e del villaggio potrebbe non esserci linea. Arrampicarsi sulla cima delle opere di solito aiuta con la ricezione.

Il wi-fi c’è in alcuni punti e funziona ragionevolmente bene.

Nikola-Lenivets offre anche posti per volontari. I dettagli potete trovarli sul sito.

Il parco è pet-friendly, ma assicuratevi che i vostri amici animali non disturbino gli altri visitatori. 

Vista aerea delle opere d’arte del parco:

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