Quali alcolici bevevano i leader sovietici?

Kira Lisitskaya (Foto: TASS; Gamma-Rapho/Getty Images)
Lenin (anche se adorava la birra) era quasi astemio, a differenza di Stalin, Khrushchev e Brezhnev, che amavano farsi spesso qualche bicchierino. Quanto a Gorbachev, impose il proibizionismo al popolo sovietico, ma personalmente non disdegnava buon vino e cognac

1 / Lenin

Vino e ai superalcolici lasciavano indifferente il leader bolscevico, che però adorava la birra. Quando viveva a Monaco di Baviera, durante il suo primo periodo di emigrazione (1900-1905), frequentava regolarmente la birreria “Hofbraü”. Nel 1913 ci ritornò con la moglie, e Nadezhda Krupskaja fu molto divertita dalle lettere “H.B.”, che erano dappertutto, sui boccali e sulle pareti del locale. Le lettere H.B. in cirillico sono “N.V.” e quindi le ricordavano la sigla di “Narodnaja Volja”; “Volontà del Popolo”; una celebre organizzazione rivoluzionaria russa. “È proprio in questa ’volontà del popolo’ che siamo rimasti seduti per tutta la serata…”, scherzò lei nelle sue memorie.

I ricordi della Krupskaja confermano poi che Lenin beveva birra non solo in Baviera. “A volte, a Parigi, si sedeva con gli operai, ordinava un boccale di birra scura e per tutta la sera parlava dei compiti urgenti del proletariato”.

Ma ci sono testimonianze anche del fatto che ogni tanto Lenin non disdegnasse un po’ di vodka. Ad esempio, il comunista finlandese Yrjö Sirola, che nel 1910 pranzò con Lenin, ricordò in seguito: “Quando la caraffa di vodka, che stava facendo il giro della tavola, è arrivata a noi, gli ho domandato ‘Si concede un bicchierino prima di pranzo?’. ’Il mio partito non lo proibisce’, fu la risposta di Lenin”.

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2 / Stalin

Da vero georgiano, Stalin amava il vino: il Khvanchkara, il Kindzmarauli e, negli ultimi anni della sua vita, il Madzhari, un vino giovane fatto in casa e molto frizzantino. Stalin lo chiamava il “succo per bambini”.

Tuttavia, “per motivi di lavoro” Stalin poteva, a quanto pare, bere cose ben più forti. Il maresciallo dell’aria Aleksandr Golovanov ha ricordato come Stalin bevesse cognac con Churchill: “Ho visto una bottiglia di cognac armeno nelle mani del premier britannico. Dopo aver esaminato l’etichetta, riempì il bicchiere di Stalin. In risposta, Stalin versò lo stesso cognac per Churchill. I brindisi si susseguirono. Stalin e Churchill bevvero la stessa identica quantità. Quando l’incontro si concluse, Churchill lasciò la stanza sorretto a braccia dai suoi collaboratori”.

Il leader sovietico  Stalin, in piedi con il primo Ministro britannico Winston Churchill e il Ministro degli Esteri Anthony Eden, fa un brindisi alla festa per il 69° compleanno di Churchill, a Teheran, in Iran, il 30 novembre 1943

Secondo i ricordi di Golovanov, Stalin dopo questo banchetto gli disse: “Non preoccuparti, non continuerò a bere a questo modo in Russia. Ma Churchill si agiterà parecchio domani quando gli verrà detto che qui ha spifferato certi segreti… Quando ti occupi di grandi affari di Stato qualsiasi bevanda deve sembrarti acqua e in questo modo sarai sempre al top. Buona giornata”. E, come ricorda Golovanov, “lasciò la stanza con un’andatura ferma e senza fretta”.

3 / Nikita Khrushchev

Il leader sovietico Nikita Khrushchev (1894-1971, a sinistra) beve con Charles E Bohlen (1904-1974), ambasciatore degli Stati Uniti in Unione Sovietica, durante una cerimonia ufficiale, circa 1955

Proveniente da una famiglia di operai, Nikita Khrushchev prediligeva le bevande forti: vodka e cognac. Sotto la sua guida, gli specialisti del Metrostroj (la società che si occupava della costruzione della metropolitana di Mosca) furono inviati in Crimea per scavare le gallerie sotterranee e le cantine dell’azienda vinicola “Koktebel”. Khrushchev voleva infatti che l’Urss producesse vini e brandy di qualità non inferiore a quelli europei.

Si ricorda che nel dicembre 1963 Khrushchev invitò il presidente finlandese Urho Kekkonen nella sua residenza di Zavidovo, vicino a Mosca. A cena, il leader sovietico ordinò di servire la vodka “Stolichnaja” non in bicchieri da shot, ma in flûte da champagne. Alla fine del banchetto, le guardie dovettero prendere Khrushchev sottobraccio, mentre Kekkonen, che in gioventù era stato un famoso atleta, si versò con nonchalance un altro flûte pieno di vodka e lo bevve, dicendo: “È quello della staffa”.

4 / Leonid Brezhnev

 Leonid Brezhnev (a sinistra) offre un brindisi al presidente americano Richard Nixon dopo la firma del Patto di Limitazione delle Armi Strategiche tra gli Stati Uniti e l’Urss

La leggenda narra che Leonid Brezhnev amasse il detto: “La vita è bella e sorprendente se preventivamente ti bagni la gola”. La sua bevanda preferita era la “Zubrovka”, una vodka con infusione di erba del bisonte (Hierochloe odorata).

L’attrice francese Marina Vlady, ultima moglie di Vladimir Vysotskij, ha ricordato che Brezhnev condivise con lei la “ricetta” per bere bevande forti: vanno sorbite in tre parti: 50 grammi, poi 100 grammi, poi altri 150 grammi. È difficile credere, tuttavia, che Brezhnev, un uomo fisicamente forte che aveva partecipato alla Seconda Guerra Mondiale, si fermasse a trecento grammi. Si dice persino che usasse la sua amata Zubrovka per mandar giù le pillole che gli erano state prescritte nell’ultimo periodo della sua vita…

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5 / Mikhail Gorbachev

 Nancy Reagan brinda al leader sovietico Mikhail Gorbachev durante la cena di Stato al Cremlino, a Mosca, il 30 maggio 1988

L’ultimo segretario generale del Pcus (e primo e ultimo presidente dell’Urss) nel 1985 introdusse severe misure restrittive sulla produzione e la vendita di alcolici nel Paese (il “sukhoj zakon”; alla lettera “legge secca”; ossia il “proibizionismo”), ma lui non era astemio. Nato a Stavropol, conosceva la cultura dei lunghi banchetti a base di vino. Leonid Kravchenko, direttore del Centro radiotelevisivo di Stato dell’Urss nel 1985-1991, ha ricordato: “All’inizio Mikhail Sergeevich non beveva affatto. Poi ha preso l’abitudine al vino e al cognac”. Tra i cognac Gorbachev preferiva lo “Jubilejnyj” armeno.


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