Gli anziani della fattoria collettiva controllano la qualitàdel grano del nuovo raccolto nella Siberia orientale. 1936
Lanciata alla fine degli anni Venti, la collettivizzazione (la riorganizzazione delle singole proprietà contadine e del lavoro agricolo in fattorie collettive) fu condotta in modo brutale e intransigente, il che alla fine portò a diffuse forme di resistenza. Il 2 marzo 1930 fu pubblicato sulla “Pravda” il celebre articolo di Stalin “La vertigine dei successi”. Vi si affermava che la collettivizzazione agricola era stata condotta con eccessivo zelo, portando a “eccessi” che dovevano essere corretti. Successivamente, il ritmo della collettivizzazione venne significativamente ridotto.
Un gruppo di ufficiali dell’Ogpu, il Direttorato politico dello Stato (la polizia segreta) con Ibrahim Bek (al centro), leader della resistenza armata dei Basmachi contro i bolscevichi. 1931
Spinti dagli slogan islamici, i cosiddetti Basmachi lottarono contro i bolscevichi per la liberazione dell’Asia centrale. Condussero una guerra partigiana, distruggendo ferrovie, attaccando piccoli insediamenti e uccidendo attivisti comunisti. Nel 1931-1932 l’Armata Rossa sconfisse le principali forze dei Basmachi. Tuttavia, scontri isolati si verificarono fino agli inizi degli anni Quaranta. Il loro leader Ibrahim Bek fu giustiziato poco dopo la cattura.
La carestia in Ucraina. 1932
La piena collettivizzazione e la requisizione forzata dei cereali portò alla carestia su vasti territori dell’Ucraina, e, in Russia nella regione del Volga, negli Urali meridionali, nella Siberia occidentale e nel Caucaso settentrionale, causando la morte di oltre sette milioni di persone.
Il prigioniero di un lager con un ufficiale della polizia segreta nel cantiere di costruzione di un canale. 1933
Il sistema sovietico dei campi di lavoro forzato funzionava a pieno regime negli anni Trenta. Fino a due milioni di persone si trovavano rinchiuse in centinaia di campi in tutto il Paese. Durante l’intero decennio, oltre 360.000 condannati morirono a causa di trattamento brutale, fame e eccessivo affaticamento durante la costruzione di ferrovie, canali, fabbriche e centrali idroelettriche.
Un operaio nella Fabbrica di Ferro e Acciaio di Magnitogorsk. 1937
Durante gli anni Trenta, l’Unione Sovietica ottenne risultati impressionanti nell’industrializzazione, diventando uno dei leader industriali del mondo. Vennero costruite oltre 4.500 nuove fabbriche. Un ruolo significativo in quest’opera fu svolta da specialisti tedeschi e americani invitati nell’Urss, come Albert Kahn. In generale, la capacità industriale di recente creazione permise ai sovietici di modernizzare in modo significativo le proprie forze armate, il che era essenziale a causa dell’avvicinarsi di un nuovo conflitto mondiale.
Una scena del film del 1936 “Il Circo”di Grigorij Aleksandrov con Ljubov Orlova nei panni di Marion Dixon
L’aumento degli standard di recitazione e regia e l’implementazione di scenografie e di un sonoro di alta qualità permisero al cinema sovietico di raggiungere livelli senza precedenti. Alcuni dei film di quell’epoca, musical come “Tutto il mondo ride” (1934), “Il Circo” (1936) e “Volga-Volga” (1938) divennero successi senza tempo tra gli spettatori sovietici e in seguito russi. L’attrice sovietica più popolare nell’Urss era allora Ljubov Orlova (1902-1975), primo sex symbol del Paese.
Il rompighiaccio Cheljuskin mentre si fa strada tra ghiaccio e neve. 1934.
Il 13 febbraio 1934, il piroscafo sovietico rinforzato “Cheljuskin” affondò nell’Artico, stritolato dal pack presso l’Isola di Koljuchin, nel Mare dei Ciukci, e i suoi 104 uomini dell’equipaggio rimasero alla deriva su un lastrone di ghiaccio. Nel corso di due mesi tutti furono portati in salvo e i loro soccorritori furono i primi a essere insigniti del premio di Eroe dell’Unione Sovietica. Milioni di cittadini dell’Urss seguirono la vicenda e si preoccuparono del destino dei marinai.
Una parata di atleti sulla Piazza Rossa il 1ºmaggio 1936
Introdotte nel 1919, le cosiddette Parate degli Atleti si tennero regolarmente dal 1931. Divennero il metodo più efficace per promuovere lo sport e uno stile di vita sano nell’Unione Sovietica. Queste sfilate svolsero anche un ruolo significativo nella creazione del culto della personalità di Stalin. La parata degli atleti del 1935 definì Stalin “il migliore amico dei pionieri”, mentre alla sfilata del 1936 nacque un nuovo slogan: “Grazie, compagno Stalin, per la nostra felice infanzia”.
Stalin durante una cerimonia ufficiale per l’apertura della metropolitana di Mosca. 1935
La propaganda sovietica lavorò duro per trasformare Stalin in un semidio, un infallibile governante ideale, che non commetteva errori. “Grande Leader”, “Grande Leader e Maestro”, “Padre delle Nazioni”, “Grande Signore della Guerra”, “Miglior amico degli scienziati (scrittori, sportivi, ecc.)” Erano solo alcuni dei suoi titoli.
“Nemico del popolo”. Estremo Oriente russo. 1939
La “Grande purga” costò la vita a quasi 700 mila persone, anche se sulle cifre la discussione storica resta aperta. Le repressioni di Stalin del 1936-1938 annientarono il nucleo del partito comunista e dei funzionari governativi, decapitarono la leadership dell’Armata Rossa e decimarono l’intellighenzia e la gente comune. Il periodo in Russia è chiamato “Ezhovshchina”, dal cognome dello spietato capo della polizia segreta Nikolaj Ezhov (1895–1940).
Piloti sovietici all’aerodromo di Soto, vicino a Madrid. 1936
La Guerra civile spagnola (1936-1939) fu di fatto una prova generale per la Seconda guerra mondiale. Sia l’Unione Sovietica che la Germania inviarono alle opposte fazioni in guerra enormi quantità di armi, carri armati, aerei, cannoni e navi da guerra. Oltre 2.000 specialisti sovietici, tra cui 772 piloti e 351 comandanti di carri armati, combatterono per la Repubblica contro i nazionalisti di Franco, sostenuti invece dalla Legione Condor tedesca e dal Corpo Truppe Volontarie dell’Italia fascista.
I piloti sovietici Aleksandr Beljakov, Valerij Chkalov e Georgij Bajdukov dopo l’atterraggio a Vancouver, Usa. 29 giugno 1937
Tea il 18 e il 20 giugno 1937, i piloti sovietici di un aereo Tupolev Ant-25 effettuarono il primo volo senza scalo da Mosca a Vancouver, città nello Stato di Washington, negli Usa, attraverso il Polo Nord. Il volo impiegò 63 ore e coprì una distanza di 8.811 chilometri (5.475 miglia). L’impresa è nota anche come “la rotta di Stalin”.
Da sinistra: l’idrologo Pjotr Shirshov, il radiotelegrafista Ernst Krenkel, il capo della stazione Ivan Papanin e il geofisico Evgenij Fjodorov all’inaugurazione della prima stazione su ghiaccio alla deriva del Polo Nord, il 6 giugno 1937
Negli anni Trenta l’Unione Sovietica riscosse enormi successi nell’esplorazione artica e nel suo sfruttamento industriale: i piloti sovietici fecero il loro primo volo senza scalo attraverso il Polo Nord, e il rompighiaccio “A. Sibirjakov” rese possibile la traversata nei mari nordici senza più bisogno di soste alla navigazione durante l’inverno. I sovietici fondarono dozzine di porti artici e scoprirono numerose fonti di gas e petrolio nella regione. Nel 1937 fu fondata la prima stazione con equipaggio umano su ghiaccio alla deriva al mondo, la Severnyj-poljus-1 (Polo Nord-1).
Un soldato giapponese si arrende alle truppe sovietiche durante la Battaglia di Khalkhin Gol. 1939
Dopo l’occupazione della Manciuria nel 1932, l’Impero giapponese si trovò con un lungo confine con l’Unione Sovietica e la sua alleata Mongolia. Vedendo l’Estremo Oriente sovietico come una zona ottima per le loro future ambizioni territoriali, i giapponesi iniziarono a testare le forze del nemico. In una serie di battaglie sul lago Khasan e a Khalkhin Gol nel 1938-1939 un esercito misto sovietico-mongolo distrusse completamente le divisioni giapponesi. Il colpo fu così duro che l’Impero nipponico non osò attaccare i sovietici nel giugno del 1941, quando i nazisti invasero i confini occidentali dell’Unione Sovietica e riorientò le sue mire espansionistiche verso il Pacifico.
Stalin e il ministro degli Esteri tedesco Joachim von Ribbentrop al Cremlino. 23 agosto 1939
Il Trattato di non aggressione tra la Germania e l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche, ampiamente noto come Patto Molotov-Ribbentrop, di fatto liberò le mani di Hitler, che ora poteva occuparsi della Polonia e poi passare alla Francia senza timore di essere colpito alle spalle dai sovietici e di dover combattere una guerra su due fronti. Il protocollo segreto del Patto determinò anche la spartizione dell’Europa orientale tra le superpotenze. Secondo il protocollo, la Finlandia, la Polonia orientale, una parte della Romania e gli Stati baltici sarebbero diventate aree di influenza sovietica.
Motociclisti tedeschi e carri armati sovietici T-26 della 29a Brigata di Carri armati a Brest. Settembre 1939
Il 17 settembre 1939, l’Armata Rossa attraversò il confine sovietico-polacco e iniziò la sua cosiddetta “campagna di liberazione”, che mirava, secondo i sovietici, “a liberare i popoli dell’Ucraina occidentale e della Bielorussia occidentale dall’oppressione della Polonia feudale e capitalista”. Per l’esercito polacco già sconfitto dai tedeschi, fu il colpo finale. Ai soldati polacchi fu ordinato di non aprire il fuoco sulle truppe sovietiche che avanzavano. A seguito della campagna, l’Unione Sovietica annetté la Polonia orientale (Ucraina occidentale e Bielorussia occidentale) e l’Armata rossa e la Wehrmacht tennero persino una parata militare congiunta a Brest il 22 settembre.
Il generale Terentij Shtykov (in primo piano a destra) esamina le munizioni degli uomini dell’Armata Rossa durante la guerra sovietico-finlandese del 1939-1940. 1ºdicembre 1939
Nell’autunno del 1939 Mosca offrì a Helsinki uno scambio territoriale: rivendicava l’istmo careliano (il territorio compreso tra il Golfo di Finlandia a ovest e a sud e il lago Ladoga a est) e varie isole nel Golfo di Finlandia ed era disposta a cedere territori molto più grandi (ma non sviluppati) della Carelia sovietica. In questo modo i sovietici volevano rendere più sicura Leningrado (oggi, San Pietroburgo), che era troppo vicina al confine finlandese. Dopo il no ricevuto, l’Armata Rossa attaccò il 30 novembre 1939. Stalin decise non solo di prendere i territori con la forza, ma di “sovietizzare” la Finlandia e di trasformarla in una repubblica sovietica. Ma i sovietici avevano fatto i conti senza l’oste: i finlandesi si dimostrarono avversari implacabili. La Guerra lampo sovietica non ebbe successo: la Linea Mannerheim non crollò, e le truppe russe furono circondate e colpite duramente, con le vittime che crebbero a un tasso spaventoso.
Diciassette foto sui tragici e travolgenti anni Venti in Unione Sovietica
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