Secondo la trama, in un vicino futuro gli androidi sono entrati stabilmente nelle case e hanno completamente liberato l’uomo dalle piccole faccende domestiche. Molti robot imitano persino l’aspetto e le emozioni umane e una nuova generazione sta per entrare in produzione di massa. Hanno un aspetto quasi realistico. Questi androidi non solo sono in grado di leggere le emozioni e di reagire rapidamente, ma anche di prendere decisioni da soli.
Naturalmente, molti non sono contenti dell’espansione del ruolo dei robot. C’è un movimento crescente – i cosiddetti “liquidatori” – che uccidono i “bot”, come li chiamano, anche se in realtà sono innocui. Le famose leggi della robotica di Isaac Asimov sono inserite nel programma degli androidi: in linea di principio non possono danneggiare una creatura vivente.
Ma un robot di nuova generazione, dall’aspetto ingannevolmente fragile (l’attrice Paulina Andreeva) è portato illegalmente a Mosca. Arisa è unica nel suo genere: non solo possiede una parvenza di volontà, ma si ritiene autorizzata ad uccidere le persone…
In “To the Lake”/“Epidemija” (2020), Kirill Käro ha interpretato il patrigno di un ragazzo con un disturbo dello spettro autistico (Eldar Kalimulin). I protagonisti hanno dovuto trovare un linguaggio comune in una situazione estrema: il mondo è stato colpito da una pandemia di origine sconosciuta, che nel giro di pochi giorni ha messo la civiltà sull’orlo della sopravvivenza. In “Meglio di noi” (titolo originale russo: “Лучше, чем люди”; distribuzione internazionale: “Better than us”) non ci sono epidemie, ma Kirill Käro interpreta sempre un padre, e in generale la messa in scena psicologica è la stessa.
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Dopo aver divorziato dalla moglie, il medico legale Safronov (Käro) vede raramente i suoi figli, un figlio adolescente e arruffato (Elsar Kalimulin) e una bimba (Vita Kornienko). Un giorno gli si presenta l’occasione di sistemare le cose: per un po’ di tempo, infatti, i ragazzi vengono interamente affidati a lui. L’intrigo alla situazione è aggiunto dal fatto che nella loro casa, per volontà delle circostanze, si stabilisce il bot Arisa. Il robot vuole essere la madre della famiglia. Naturalmente, nessuno dei personaggi sa di cosa sia capace Arisa.
Come hanno ammesso i creatori, hanno passato molto tempo a cercare di trovare realtà interessanti per il mondo fantastico, che fossero allo stesso tempo originali, visivamente interessanti e poco costose. E alla fine hanno trovato una soluzione elegante. La Mosca che vediamo sullo schermo è molto simile a quella contemporanea: i modelli di auto, per esempio, sono più o meno gli stessi, ci sono molti droni; e per certi aspetti ricorda Tokyo. Solo alcuni dettagli sembrano futuristici: i semafori sono diventati ologrammi; le notifiche appaiono direttamente sulla pelle, invece della carta c’è una pellicola trasparente, ecc.
La principale innovazione tecnologica è, ovviamente, rappresentata dai robot. Il loro livello supera il progresso in tutti gli altri settori. Questo “squilibrio” è stato spiegato dal regista Andrej Dzhunkovskij (1980-) in un’intervista: “Sullo schermo vediamo più che altro una realtà parallela che potrebbe esistere se il progresso avesse preso una strada diversa: per esempio, cosa sarebbe successo se negli anni Cinquanta fossero stati investiti più soldi e pensiero scientifico nei robot?”.
Tra i riferimenti degli scenografi c’erano le vecchie bambole sovietiche con gli occhi grandi. Per aumentare l’innaturalità dell’aspetto degli androidi, gli attori sono stati truccati, indossano parrucche artificiali e lenti colorate. Gli occhi dei robot brillano letteralmente nell’inquadratura: una luminosità aggiuntiva che è stata data loro in post produzione, perché le lenti luminose (che già esistono) possono danneggiare la vista.
Per i robot delle ultime generazioni è stato trovato un aspetto non scontato, diverso da quello che siamo abituati a vedere nei film di fantascienza. Si muovono in modo fluido, ma non ancora umano. Come ha spiegato il coreografo Maksim Jurov, nello sviluppo dei movimenti si è ispirato ai ballerini di breakdance.
Già dopo la serie di Dzhunkovskij, sono seguiti altri accordi commerciali. Netflix ha acquistato la serie “To the lake”, i film “Pattini d’argento”, “Major Grom – Il medico della peste” e il film d’animazione “Agenzia Segreta Controllo Magia”.
Naturalmente, oltre all’alto livello artistico e all’eccellente produzione, il fatto che “Meglio di noi” racconti una storia universale che potrebbe accadere ovunque ha giocato un ruolo importante. Inoltre, la serie ha un tema di attualità, ma offre una linea di sviluppo della storia originale, ben diversa da quello che lo spettatore ha visto in altre serie di fantascienza, come l’anglo-americana “Humans” (2015) o la svedese “Real Humans” (2012).
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