Mosca. Monastero Vysoko-Petrovskij, vista sud. Da sinistra: Campanile con porta della Chiesa dell’Intercessione, cappella funeraria dei Naryshkin, Cattedrale del Metropolita Pietro, Cattedrale dell’Icona della Vergine Bogoliubov. 22 agosto 2015
William BrumfieldAll’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij (1863-1944) sviluppò un complesso processo tecnologico per ottenere dettagliate fotografie dai colori vividi. La sua visione della fotografia come forma di educazione e di divulgazione emerge con particolare chiarezza nelle sue immagini dei monumenti architettonici nei siti storici di tutta la Russia.
La parte principale della collezione di Prokudin-Gorskij divenne infine parte della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti (si veda la storia a fondo articolo), ma Prokudin-Gorskij avviò anche un’attività di produzione di cartoline a colori e di illustrazioni per libri. Nel 1914, la sua impresa fu ricostituita con il nome di “Biochrome”.
Mosca. Monastero Novospasskij, vista nord-est con campanile e cattedrale della Trasfigurazione. Stampa a colori pubblicata in P. G. Vasenko, “I boiardi Romanov e la messa sul trono di Michele di Russia” (San Pietroburgo, 1913) Estate 1912
Sergej Prokudin-GorskijTra le pubblicazioni con le sue fotografie a colori c’è un grande volume pubblicato nel 1913, in occasione delle celebrazioni per il terzo centenario della dinastia Romanov. Le illustrazioni includevano uno scatto panoramico, realizzato da un tetto vicino, di una delle istituzioni monastiche più ricche di storia della Russia, il medievale Novospasskij Monastir (Monastero Nuovo del Salvatore), situato su un’altura che domina il fiume Moscova, non lontano dal Cremlino.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Cattedrale del Metropolita Pietro, vista nord-ovest. 2 agosto 2015
William BrumfieldSebbene il Novospasskij sia l’unico monastero moscovita che Prokudin-Gorskij ha fotografato, esistono complessi monastici simili a breve distanza. Tra questi c’è il monastero Petrovskij superiore (Vysoko-Petrovskij) che, come il Novospasskij, ha una storia strettamente legata alla storia dinastica russa e in particolare a Pietro il Grande.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Cattedrale del Metropolita Pietro, vista nord-ovest prima del restauro. 16 dicembre 1979
William BrumfieldCon un campanile dai colori sgargianti e riccamente decorato che segna la sommità di via Petrovka, occupa un posto di rilievo nel cuore di Mosca. Ho avuto la fortuna di fotografarlo nel corso di un periodo di quasi quattro decenni (dal 1979 al 2015).
Monastero Vysoko-Petrovskij. Cattedrale del Metropolita Pietro, facciata ovest e portale con resti della decorazione pittorica della facciata della fine del XVII secolo. 9 ottobre 1979
William BrumfieldEsistono versioni contrastanti su quando e come sia stato fondato il Monastero Vysoko-Petrovskij, ma la maggior parte dei resoconti attribuisce il merito al Gran Principe Ivan I (Kalita; 1280-1340) e al capo della Chiesa ortodossa, Pietro, metropolita di Kiev e di tutta la Rus’ (1260-1326). I principati russi erano all’epoca sotto il controllo dell’Orda d’Oro mongola, che metteva i vari principi l’uno contro l’altro. Nella spietata lotta per il potere regionale, Pietro iniziò ad allearsi con Ivan già nel 1315.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Cattedrale del Metropolita Pietro, vista da nord-ovest durante il restauro. 5 agosto 1997
William BrumfieldQuando nel 1325 Pietro trasferì la residenza del seggio del metropolita dalla città di Vladimir a Mosca, conferì la grande autorità spirituale della Chiesa al piccolo ma ambizioso principato moscovita. Questo, a sua volta, giocò un ruolo fondamentale nell’ulteriore consolidamento del potere politico di Mosca sotto Ivan Kalita.
A un certo punto – forse già nel 1315 o 1316, ma probabilmente all’inizio degli anni Trenta di quel secolo – su un’altura sopra il piccolo fiume Neglinnaja fu costruita una chiesa in legno dedicata ai Santi Pietro e Paolo. La “Stepennaja kniga”, il medievale “Libro dei gradi”, attribuisce la sua costruzione a una visione di Ivan Kalita. In ogni caso, la dedica era intesa come omaggio al Metropolita Pietro, morto nel 1326 e canonizzato nel 1339.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Cattedrale del Metropolita Pietro, interno. Vista della cupola con dipinti murali di Cristo e degli arcangeli. 2 agosto 2015
William BrumfieldIl Monastero dei Santi Pietro e Paolo ha tratto le sue origini da questa modesta chiesa. Un’altra testimonianza suggerisce che la chiesa e il monastero – costruiti in legno – siano stati ricostruiti dal Gran Principe Demetrio di Russia (Dmitrij Donskoj) dopo un devastante attacco tataro a Mosca del 1382. L’incendio del 1493, che distrusse mezza Mosca, rase nuovamente al suolo il monastero.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Cattedrale dell’Icona Bogoliubov della Vergine, vista sud-ovest. Primo piano a sinistra: Cappella funeraria dei Naryshkin. 22 agosto 2015
William BrumfieldAll’inizio del XVI secolo il Monastero di Pietro e Paolo attirò l’attenzione del Gran Principe Basilio III, che ordinò di ricostruire la chiesa centrale in mattoni. Nell’agosto del 1517, la struttura fu consacrata come Cattedrale del Metropolita Pietro, e il monastero assunse formalmente il nome di Vysoko-Petrovskij: “Vysoko-”, “superiore” per la sua posizione elevata, e “Petrovskij” aggettivo dal nome Pietro.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Cattedrale dell’Icona Bogoliubov della Vergine, vista sud-ovest prima del restauro. 11 febbraio 1980
William BrumfieldA essere incaricato di questo progetto pare sia stato l’importante architetto italiano Aloisio Nuovo (Aleviz Novyj), autore della grandiosa Cattedrale dell’Arcangelo Michele nel Cremlino di Mosca. La Cattedrale metropolitana di Pietro fa parte di un gruppo di chiese costruite da Aloisio Nuovo tra il 1514 e il 1517.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiesa del Refettorio di San Sergio di Radonezh, vista nord-ovest. 2 agosto 2015
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L’insolita pianta della piccola cattedrale poggiava su un primo livello ottagonale, le cui campate ai punti cardinali erano più grandi di quelle poste sulle diagonali. Il livello superiore è ottagonale e presumibilmente aveva strette finestre a forma di monofora in ciascuna delle otto campate. La struttura culminava con un breve fregio ad arcate, al di sopra del quale si trovava un cornicione e un tetto a elmo a otto facce rivestito di tegole scure, il materiale preferito da Aloisio Nuovo per le coperture.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiesa del refettorio di San Sergio di Radonezh. Interno, vista a est dalla sala del refettorio. 2 agosto 2015
William BrumfieldAll’interno, i lobi di questa sorta di fiore a otto petali fornivano spazio aggiuntivo e rinforzavano la struttura, tanto da consentire un notevole ampliamento delle finestre al volgere del XVIII secolo. Nonostante le sue dimensioni ridotte, la chiesa prefigura lo sviluppo delle chiese votive moscovite del XVI secolo, così come il ritorno delle chiese a torre altamente decorate alla fine del XVII secolo.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiesa del Refettorio di San Sergio di Radonezh. Interno, vista a est verso la nuova iconostasi. 22 agosto 2015
William BrumfieldModificata alla fine del XVII e del XVIII secolo, la Cattedrale del Metropolita Pietro è stata restaurata alla fine del XX secolo, riportandola a quello che si presume essere stato il suo aspetto originale. L’interno è stato dipinto con nuovi affreschi, mentre la cattedrale è stata riconsacrata al culto nel 1998.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiesa del refettorio di San Sergio di Radonezh. Interno, vista a ovest dalla sala del refettorio verso il nartece. 22 agosto 2015
William BrumfieldIl Monastero Vysoko-Petrovskij fu profondamente danneggiata nel 1611, durante l’occupazione polacca di Mosca nel Periodo dei Torbidi, una crisi dinastica aggravata da una guerra civile e da sconvolgimenti sociali che devastarono gran parte della Russia europea. La cattedrale sopravvisse, e il restauro del monastero, iniziato già nel 1612, incluse anche la costruzione di un muro di cinta in mattoni.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiesa del Refettorio di San Sergio di Radonezh, vista sud-ovest prima del restauro. 11 febbraio 1980
William BrumfieldNell’ultima parte del XVII secolo la straordinaria ascesa del monastero fu strettamente legata alla famiglia Naryshkin, a partire da Kirill Naryshkin, la cui figlia Natalja fu la seconda moglie dello zar Alessio Mikhailovich. Con la nascita del nipote Pietro nel 1672, Kirill donò la sua tenuta moscovita allo zar, che la trasferì prontamente all’adiacente monastero di Vysoko-Petrovskij, raddoppiandone così il territorio.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiesa del Refettorio di San Sergio di Radonezh. Facciata sud, galleria al piano terra con sarcofagi del XVII secolo provenienti dal cimitero del monastero. 2 agosto 2015
William BrumfieldDopo la morte di Alessio Mikhailovich nel 1676, regnò per breve tempo Fjodor, figlio del suo primo matrimonio con Maria Miloslavskaja, ma la morte di Fjodor nel 1682 creò una situazione complicata. Gli eredi sopravvissuti: Ivan V, il figlio minore di Alessio, malaticcio, nato dal primo matrimonio, e Pietro I, figlio del secondo matrimonio, erano ancora troppo giovani per governare, eppure ciascuno di loro era sponsorizzato come erede dai rispettivi clan: i Miloslavskij e Naryshkin, in competizione tra loro. Vedendo la maggiore salute di Pietro, il Consiglio dei boiardi e il Patriarca Gioacchino, leader della Chiesa ortodossa russa, proclamarono Pietro zar.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Campanile con porta della Chiesa dell’Intercessione, vista sud-ovest 22 agosto 2015
William BrumfieldTuttavia, una rivolta nell’aprile-maggio del 1682 da parte di soldati scontenti, noti come streltsy, portò alla concessione dei poteri di reggenza a Sofia, figlia dello zar Alessio dal suo primo matrimonio. Sofia e la sua fazione riuscirono a convincere il Patriarca a proclamare Ivan e Pietro co-reggenti. Durante questo violento episodio, i figli di Kirill Naryshkin, Ivan e Afanasij, furono uccisi al Cremlino in presenza del giovane Pietro, loro nipote, mentre la famiglia Miloslavskij guadagnò un temporaneo vantaggio sui Naryshkin. I fratelli Naryshkin uccisi furono sepolti nel monastero di Vysoko-Petrovskij, mentre Kirill fu costretto a farsi monaco nel monastero settentrionale di Kirillo-Belozerskij.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiesa dell’Icona Tolg della Vergine, vista sud-est. 2 agosto 2015
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Per commemorare i suoi fratelli, Natalja Naryshkina sostenne la costruzione della nuova cattedrale in mattoni dell’Icona della Vergine di Bogoljubskij (1684-1690) sul sito di precedenti chiese in legno, la prima delle quali era stata edificata da Dmitrij Donskoj nel 1382. Sebbene l’interno sia stato completamente spogliato durante il periodo sovietico, l’esterno è stato ben restaurato. Accanto all’angolo sud-ovest si trova la cappella funeraria dei Naryshkin.
Durante il suo regno, Sofia concesse favori anche al monastero di Vysoko-Petrovskij. Sempre più timorosa del potere del fratellastro Pietro e sicura della debolezza del fratello Ivan, nel 1689 Sofia tentò un colpo di Stato, sempre con l’appoggio degli streltsy.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiesa di San Pacomio il Grande, vista nord-est. 2 agosto 2015
William BrumfieldIn seguito al suo fallimento, e al trionfo del giovane Pietro I, Sofia fu messa al confino nel convento di Novodevichij. I reggimenti degli streltsy furono sciolti e molti di loro furono torturati e giustiziati da Pietro, che ricordava fin troppo bene l’assassinio dei suoi zii.
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Dopo la soppressione della rivolta del 1689, Pietro commissionò la chiesa del refettorio di San Sergio di Radonezh presso il monastero Vysoko-Petrovskij, in memoria del suo rifugio presso il Monastero della Trinità di San Sergio durante la rivolta degli streltsy. Completata nel 1693, la chiesa esemplifica lo stile decorativo spesso definito “barocco Naryshkin”.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiostro, facciata est con la chiesa di San Pacomio il Grande (a sinistra). 2 agosto 2015
William BrumfieldNel 1696 fu completato anche il campanile del monastero, posto sopra la chiesa dell’Intercessione. L’arcata aperta della torre ottagonale a due livelli che sovrasta la chiesa della porta è un audace esercizio di progettazione strutturale, con ampie aperture che diffondono il suono delle campane. Come le altre strutture monastiche di questo periodo, il campanile è decorato in modo vivace ed è stato a lungo un punto di riferimento nel centro di Mosca.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiostro, facciata est con portale decorativo in calcare. 2 agosto 2015
William BrumfieldLa componente più importante del monastero, completata nel 1690, era l’edificio in mattoni del chiostro, noto come “Palazzo Naryshkin” per la sua associazione con Natalja Naryshkin, madre dello zar Pietro. La sua lunga facciata rossa con finestre decorative costituisce un elemento distintivo della via Petrovka. Alla fine del XIX secolo, i chiostri sono stati ampliati con la costruzione di un edificio a più piani con una facciata in mattoni policromi.
Il XVIII secolo ha portato piccole aggiunte all’insieme monastico, come la Chiesa dell’Icona Tolg della Vergine (1744-50), la cui facciata barocca fa parte del muro del monastero su via Petrovka. Poco dopo, nel 1750-55, fu eretta la chiesa di San Pacomio il Grande sopra la porta meridionale del monastero.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiostri, facciata di via Petrovka. 16 ottobre 1992
William BrumfieldIl monastero Vysoko-Petrovskij ebbe un triste destino durante l’occupazione napoleonica di Mosca nel 1812. Sebbene molti oggetti di valore fossero stati evacuati a Jaroslavl, le chiese del monastero furono profanate e le autorità francesi vi tennero dei processi che condannarono a morte molti russi sospettati di incendio doloso. I giustiziati furono sepolti vicino al campanile.
Dopo la sua rinascita, il monastero divenne un importante centro di educazione religiosa e di editoria a Mosca. Con l’instaurazione del potere sovietico, il monastero funzionò per un breve periodo come rifugio per i chierici allontanati da altre istituzioni, ma nel 1926 fu chiuso anch’esso. Gli edifici furono gravemente danneggiati (come documentato dalle mie fotografie) e solo negli anni Cinquanta il complesso fu riconosciuto come monumento culturale da preservare.
Monastero Vysoko-Petrovskij. Chiostri, facciata di via Petrovka con i nuovi chiostri (a sinistra). 22 agosto 2015
William BrumfieldNel 1992, le funzioni sono riprese nella chiesa di San Sergio di Radonezh. Da allora, questo monastero intitolato al Metropolita Pietro è stato sottoposto a un programma di restauro continuo che ha creato un’oasi nel centro di Mosca.
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Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Biblioteca del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo, la Biblioteca del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield (1944-) organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Biblioteca del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.
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