Qual è la differenza tra “Estremo Nord”, “Nord russo” e “Zapoljarje”?

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Quando leggete della Russia, vi può capitare di imbattervi in definizioni geografiche in cui la posizione settentrionale delle varie zone viene indicata con termini diversi. Perché? E cosa significano precisamente?

In Russia, quello di Nord non sempre è un concetto strettamente geografico. Spesso include anche aspetti storici e persino economici. 

“Nord russo” significa cultura e storia

Come vi immaginate il “Nord russo”? Probabilmente, come delle zone dove le persone vivono in grandi case di legno, con antiche chiese, con foreste piene di frutti di bosco, e fiumi dalle rive rocciose e dall’acqua gelida. Avete ragione: “Nord russo” significa tutto questo. Tuttavia, la cosa più importante sono le persone che vi abitano. 

Il concetto del “Nord russo” (“Русский Север”; “Russkij Séver”) compare per la prima volta alla fine del XIX secolo negli appunti del governatore di Arkhangelsk, il quale usò questa definizione per indicare la comunanza della cultura degli abitanti del Nordovest della Russia. In seguito, cominciarono a usare questo termine anche gli scrittori e gli studiosi. Infatti, gli abitanti del Nord russo sono accomunati dalla loro cultura, dallo stile di vita, dalle tradizioni e persino dalle cadenze dialettali: a tutti loro è comune il fenomeno dell’“okanje”, quando la “o” viene pronunciata [o] anche in posizione atona, a differenza del russo standard.

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Anche dal punto di vista gastronomico hanno le stesse tradizioni: mangiano in prevalenza piatti semplici e nutrienti a base di pesce.

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Sono simili pure i tipi di artigianato tradizionale praticati da queste popolazioni. 

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Molti degli abitanti del Nord Russo discendono dai Pomory o tuttora si autodefiniscono tali.

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Geograficamente, queste persone vivono sulle rive del Mare di Barents e del Mar Bianco, lungo il fiume Dvina Settentrionale. I confini del “Nord russo” non sempre coincidono con i confini amministrativi delle regioni. In quest’area socioculturale sono parzialmente comprese anche le regioni di Arkhangelsk, Murmansk, Jaroslavl, Kirov, nonché l’oblast di Leningrado (da non confondere in questo caso con la città di San Pietroburgo). Nell’area è poi interamente compresa la regione di Vologda, città considerata il perno portante del Nord Russo. 

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“Estremo Nord” significa dure condizioni di vita

Il termine “Estremo Nord” (“Крайний Север”; “Krájnij Séver”) fu lanciato in Urss negli anni Trenta per indicare le aree fredde e disagiate del Paese. In questo caso il criterio sono la difficoltà di accesso e le strade che non sono percorribili durante tutto l’anno. Si tratta di zone con permafrost, con bassa fertilità dei terreni e inverni lunghissimi.

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Tali sono i territori a Nord del circolo polare artico, l’Estremo Oriente, una parte degli Urali e alcune zone della Siberia meridionale (sì, meridionale!): villaggi remoti della Repubblica di Tuva e della Repubblica dell’Altaj. Sebbene geograficamente queste aree non siano settentrionali, la Legge le annovera fra i territori dell’Estremo Nord. Ne risulta che con questi territori l’Estremo Nord costituisce circa il 70% di tutta la Russia!

Malgrado la vastità di questi territori, nell’Estremo Nord vivono meno di 12 milioni di cittadini russi, cioè appena il 7% di tutta la popolazione. Queste persone godono di vari benefici, previsti dallo Stato, che comprendono in particolare il cosiddetto “coefficiente di zona” e la “maggiorazione settentrionale” (“северная надбавка”; “sévernaja nadbávka”), usati per calcolare l’anzianità di lavoro, e poi ferie più lunghe e, ogni due anni, nel periodo delle ferie, biglietti di andata e ritorno pagati dallo Stato per le località di villeggiatura. A chi si trasferisce nelle zone di Estremo Nord per esigenze di lavoro, viene inoltre pagato uno speciale sussidio integrativo. 

Ogni anno, in vista della stagione invernale (che comincia alla metà dell’autunno o anche prima) lo Stato provvede al cosiddetto “rifornimento invernale”, quando nelle regioni remote vengono spediti grandi quantitativi di combustibili, generi alimentari, medicine e di tutto quanto serve per la vita. Al programma di fornitura partecipano al giorno d’oggi anche aziende private. 

“Zapoljarje”: i territori a nord del Circolo polare artico

Per “Zapoljarje” (“Заполярье”), invece, si intendono strettamente le regioni situate a nord del Circolo polare artico (il prefisso “za” significa “oltre”). Questi territori comprendono la regione di Murmansk, il Circondario autonomo dei Nenets, le regioni settentrionali del Territorio di Krasnojarsk (con la città di Norilsk), la città di Vorkutá nella Repubblica dei Komi e altre aree. Oltre ai territori sulla terraferma, l’Estremo Nord comprende anche moltissime isole del Mar Glaciale Artico, molte delle quali totalmente disabitate. 

Qui passa la Rotta marittima del Nord; il corridoio di transito marittimo più rapido tra Europa e Asia attraverso il Mar Glaciale Artico. Qui si trovano grandi riserve di acqua dolce e grandi giacimenti di minerali vari. Oltre alla Russia, anche Usa, Norvegia, Canada e Danimarca possiedono nell’Artico un loro settore di pertinenza. Il confine tra i settori passa attraverso il Polo Nord, mentre le dimensioni dei settori e l’utilizzo del mare sono regolamentati dalle convenzioni internazionali. 

Nei primi anni Duemila, inoltre, in Russia fu istituita la “Zona Artica della Federazione Russa” (“Арктическая зона Российской Федерации”; “Arkticheskaja zona Rossijskoj Federatsii”); zona economica speciale che offre agli investitori una serie di agevolazioni e benefici. Oltre ai territori artici dello Zapoljarje, in questa zona economica sono comprese anche alcune aree a Sud del Circolo polare artico, tra cui la città di Arkhangelsk. 

Ci sono dei territori che rientrano tutti e tre i concetti del Nord?

In Russia esistono certamente località che si trovano a Nord del circolo polare artico, in aree di difficile accesso, e che portano avanti antiche tradizioni russe. Tali sono, per esempio, gli antichi villaggi di Osino e Velikovisochnoe nel distretto Zapoljarnyj del Circondario autonomo dei Nenets, fondati nel XVI secolo, nonché i villaggi di Umba e Varzuga nella regione di Murmansk, sorti alla metà del XV secolo. 

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