L’Apocalisse nel Nord della Russia: la cattedrale di Belozersk

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: iconostasi, scultura di Cristo con i simboli dei quattro evangelisti, agosto 2009

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: iconostasi, scultura di Cristo con i simboli dei quattro evangelisti, agosto 2009

: William Brumfield
Le fotografie a colori di Sergej Prokudin-Gorskij, scattate nell’estate del 1909, ci permettono di vedere anche quello che non è sopravvissuto al periodo sovietico. In ogni caso, già quello che resta è una iconostasi ricchissima e imperdibile

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: iconostasi, scultura di Cristo con i simboli dei quattro evangelisti, agosto 2009. Fonte: William BrumfieldCattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: iconostasi, scultura di Cristo con i simboli dei quattro evangelisti, agosto 2009. Fonte: William Brumfield

All’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere vivide e dettagliate fotografie a colori.

Usò questo metodo innovativo per immortalare le diverse realtà dell’Impero russo e fotografò numerosi siti storici nel decennio che precedette la Rivoluzione e l’abdicazione dello zar Nicola II nel 1917.

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: iconostasi, sezione inferiore con la Porta reale, estate 1909. Fonte: Sergej Prokudin-GorskijCattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: iconostasi, sezione inferiore con la Porta reale, estate 1909. Fonte: Sergej Prokudin-Gorskij

Il principale sostegno arrivò a Prokudin-Gorskij dal Ministero dei trasporti, che agevolò il progetto fotografico lungo le ferrovie e le vie fluviali del Paese. Per il Ministero era in special modo importante il sistema di canali Mariinskij, o Canale Volga-Baltico, che connetteva la capitale San Pietroburgo con il bacino del Volga. Nell’estate del 1909, Prokudin-Gorskij viaggiò su questa via d’acqua e produsse una ricca collezione di foto.

Tra questi autentici tesori, ci sono le immagini della piccola città di Belozersk, che sorge sulla sponda meridionale del Lago Bianco, nella regione di Vologda. I suoi due principali monumenti sono il Cremlino e la Cattedrale della Trasfigurazione del Salvatore, iniziata nel 1668 e ultimata alla fine degli anni Settanta del Seicento.

L’interno della cattedrale non fu affrescato. Come risultato tutta l’attenzione dei visitatori può concentrarsi su una delle più eccezionali iconostasi dell’intera Russia. Lo spazio principale è definito da due pilastri squadrati, rivestiti all’estremità inferiore dalle cornici dorate intagliate dell’icona. I pilastri sostengono le volte centrale e occidentale della cattedrale e introducono alla vista dell’iconostasi.

 

Una sintesi di stili

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: i resti della Porta reale, agosto 2009. Fonte: William BrumfieldCattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: i resti della Porta reale, agosto 2009. Fonte: William Brumfield

La tipica iconostasi ortodossa russa è composta da una griglia bidimensionale con file ascendenti di icone, con al centro l’ingresso principale al presbiterio, la Porta reale. All’inizio del XVIII secolo, apparvero forme più dinamiche di iconostasi, influenzate dal barocco, con una forte enfasi sulla profondità della zona centrale, attorno alla Porta reale.

L’iconostasi della Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk ha proprio queste caratteristiche, sebbene risalga ad alcuni decenni dopo il declino del Barocco; forse agli inizi del XIX secolo. Rappresenta una stupenda fusione di barocco e neoclassico, una sinergia nordica di legno scolpito, con sofisticati elementi caratteristici di San Pietroburgo.

Il sistema di colonne, l’elaborata trabeazione corinzia e le sinuose figure decorative barocche, sono sottolineate dall’oro che spicca sul bianco dello sfondo. Angeli e cherubini occupano i fianchi della struttura e ne proteggono il centro.

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: i pilastri centrali e l’iconostasi, agosto 2009. Fonte: William BrumfieldCattedrale della Trasfigurazione di Belozersk: i pilastri centrali e l’iconostasi, agosto 2009. Fonte: William Brumfield

Nonostante la perdita di alcuni elementi durante il periodo sovietico, l’iconostasi è abbastanza ben preservata e le preziose fotografie di Prokudin-Gorskij ci permettono di ricostruire in modo dettagliato le forme originali.

Sul primo livello, gli angoli dello spazio centrale sono occupati da statue di angeli. Al di là, l’occhio discerne le mura ricurve che conducono alla Porta reale. Il disegno originale prevedeva le statue di Mosè con in mano le Tavole dei Comandamenti e di suo fratello Aronne che stringeva il bastone miracoloso, piazzati uno di fronte all’altro sulle pareti ricurve. Queste due statue anticipavano le tavole dipinte originariamente presenti ai due fianchi della Porta reale: i quattro evangelisti, l’Annunciazione e l’Ultima Cena.

Maestosità scolpita

Prokudin-Gorskij, per una qualche ragione tecnica, fotografò solo il livello inferiore.

Spostandosi verso il centro della costruzione, che è illuminata dall’alto dalla cupola principale della cattedrale, il dramma tridimensionale dello spazio centrale diventa evidente attraverso il posizionamento di una serie di figure scolpite, visibili nelle mie fotografie.

Il telaio della Porta reale sale fino a una massiccia trabeazione (oro su bianco, con un bordo orizzontale blu scuro) su cui poggia lo scheletro di una cupola formata da una sezione emisferica con la centina sullo sfondo e il dorso dorato in primo piano.

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk, l’angelo sopra l’arco dell’iconostasi, agosto 2009. Fonte: William BrumfieldCattedrale della Trasfigurazione di Belozersk, l’angelo sopra l’arco dell’iconostasi, agosto 2009. Fonte: William Brumfield

Questa figura drammatica racchiude una figura scolpita di Cristo, avvolto in un mantello, che sale al cielo in una nuvola di gloria.

Su entrambi i lati di Cristo ci sono i quattro simboli degli evangelisti: il leone di San Marco, l’angelo di San Matteo, l’aquila di San Giovanni e il bue alato di San Luca.

Alla sommità dell’iconostasi, salendo nel tamburo sotto la cupola principale, c’è un’altra figura scolpita di Cristo risorto, in un’aura gloriosa, con angeli, raggi di luce e massicce candele - tutti simboli associati all’apocalisse.

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk, sezione superiore dell’iconostasi, Cristo con i simboli degli evangelisti e Ascensione di Cristo, agosto 2009. Fonte: William BrumfieldCattedrale della Trasfigurazione di Belozersk, sezione superiore dell’iconostasi, Cristo con i simboli degli evangelisti e Ascensione di Cristo, agosto 2009. Fonte: William Brumfield

Sulla sporgenza superiore di entrambi i lati dell’iconostasi ci sono altre  figure di angeli (con le trombe del Giudizio universale), l’angelo che tiene il libro con i sette sigilli, le sette candele dell’Apocalisse e dipinti dei miracoli di Cristo in tavole di legno scolpito.

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk, sezione superiore dell’iconostasi, Ascensione di Cristo, agosto 2009. Fonte: William BrumfieldCattedrale della Trasfigurazione di Belozersk, sezione superiore dell’iconostasi, Ascensione di Cristo, agosto 2009. Fonte: William Brumfield

Le facce degli angeli hanno la dolcezza naïf caratteristica dell’arte di provincia. Anche se la Chiesa ortodossa generalmente disapprovava le figure a tuttotondo nell’arte religiosa, queste statue proseguono la tradizione distintiva della scultura in legno del Nord russo. Insieme alla sua esuberanza stilistica, la struttura e il significato teologico dell’iconostasi della Cattedrale della Trasfigurazione, sono tra i più ricchi della Russia.

Cattedrale della Trasfigurazione di Belozersk, sezione superiore dell’iconostasi, L’angelo sorregge il libro dei sette sigilli, agosto 2009. Fonte: William BrumfieldCattedrale della Trasfigurazione di Belozersk, sezione superiore dell’iconostasi, L’angelo sorregge il libro dei sette sigilli, agosto 2009. Fonte: William Brumfield

Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1908 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Libreria del Congresso Usa.All’inizio del XXI secolo la Libreria del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione.Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Libreria del Congresso. In un periodo di lavoro agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto come apparivano questi siti ad alcuni decenni di distanza.

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