Cos’è stato il “Periodo dei Torbidi” e perché la Russia rischiò di cessare di esistere?

Storia
RUSSIA BEYOND
Nella storia russa ci sono stati vari periodi difficili. Ma uno dei peggiori fu sicuramente quello compreso tra la fine del Cinquecento e il 1612

Per “Periodo dei Torbidi” (in russo: “Смутное время”; “Smútnoe vrémja”) si intende un lasso di tempo relativamente breve, che va dal 1605 al 1612 (con antefatti dal 1598), durante il quale la Russia fu sconvolta da numerosi cataclismi sociali e politici, tanto che lo Stato si trovò sull’orlo della disgregazione. 

Come iniziò il periodo dei Torbidi 

Una delle cause che portarono al caos fu la crisi del potere. Lo zar Ivan IV, detto il Terribile, si era adoperato per creare un sistema di potere assoluto del monarca, non limitato da niente e da nessuno. Per questo, aveva diviso il territorio russo in due parti, denominate “zemshchina” e “oprichnina”. Quest’ultima era governata direttamente da Ivan il Terribile con le armi della sua guardia privata, gli “oprichniki”, famigerati per l’estrema crudeltà e le innumerevoli repressioni. Le conseguenze di tale sistema di governo, che erano visibili a tutti, minarono la fiducia del popolo e provocarono una profonda spaccatura sociale: praticamente tutti i ceti della popolazione – dai contadini, che fuggivano dai loro padroni, agli artigiani finiti in povertà e ai militari dell’esercito, detestavano il regime.

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La crisi fu aggravata dalla lotta per il potere, scoppiata dopo la morte di Ivan il Terribile. Lo zar defunto non aveva previsto un meccanismo chiaro di successione in assenza di eredi maschi. Il figlio maggiore di Ivan IV, Fjodor, morì nel 1598 all’età di 40 anni, senza lasciare eredi. Gli altri figli dello zar morirono troppo giovani. 

Anche l’economia russa versava in crisi. Le campagne militari di Ivan il Terribile, che portarono all’annessione di nuove terre, e la guerra di Livonia, detta anche Prima guerra del nord (un conflitto militare durato 25 anni tra Russia, Confederazione polacco-lituana, Svezia e Danimarca) avevano logorato le risorse del Paese. La successiva Grande fame del 1600-1603 portò alla rovina di migliaia di proprietari, grandi e piccoli, in tutta la Russia, lasciando senza cibo circa mezzo milione di persone. Le persone rimaste senza mezzi di sussistenza, si davano ai furti e alle rapine, aumentando così il caos generale.

Fu questa instabilità a innescare gli avvenimenti fatali che seguirono…

Il tempo degli impostori

Sulla scia dei Torbidi si presentarono alla ribalta parecchie persone disposte a tutto per salire al trono. In quegli anni di grande confusione, quando non si capiva chi dovesse succedere allo zar defunto, almeno 18 impostori cercarono di usurpare il potere, di cui tuttavia nessuno riuscì a governare a lungo. Il più fortunato fu il primo impostore, passato alla storia come Falso Dmitrij I.

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Il suo governo, iniziato nel 1605, durò meno di un anno. Spacciandosi per il figlio di Ivan il Terribile, miracolosamente scampato alla morte, il Falso Dmitrij, sostenuto dalle truppe del re di Polonia (al quale aveva promesso delle terre russe), entrò a Mosca. Sebbene accolto all’inizio dai boiardi fra non pochi dubbi (c’era, infatti, chi sosteneva che il nuovo zar non fosse altro che un impostore), alla fine riuscì a guadagnare ampi consensi nelle élite, dopo che l’ultima moglie di Ivan il Terribile, madre dello zarevic vero, che era stato ucciso, lo riconobbe come suo figlio. 

Allora Vasilij Shujskij, esponente di un’antica famiglia di boiardi, organizzò una cospirazione che portò all’uccisione del Falso Dmitrij I. Alla congiura aderirono molti boiardi, mercanti e una buona parte dell’esercito, tanto che alla fine lo stesso Shujskij fu proclamato zar, col nome di Basilio IV, dallo Zemskij sobor (parlamento feudale in cui erano rappresentati diversi ceti della popolazione) del 1606. 

Ma la lotta per il potere non finì qui. 

La prima guerra civile

Malgrado l’imposizione della corona, la posizione di Shujskij era molto instabile. Non tutti lo volevano vedere come zar: c’era chi continuava a credere che l’erede, secondo loro legittimo, cioè il Falso Dmitrij I, fosse ancora vivo. Queste persone cominciarono a tramare per detronizzare il nuovo zar. La rivolta si trasformò in un assedio vero e proprio di Mosca, durato quattro mesi, con il successivo insediamento a Tushino, nei pressi di Mosca, di un nuovo impostore: il Falso Dmitrij II. 

In sostanza, dopo la morte del primo impostore, in Russia iniziò la prima guerra civile tra due centri di potere: quello di Mosca, guidato dallo zar Basilio IV (Vasilij Shujskij), e quello di Tushino, costituito dalle forze del Falso Dmitrij II, spalleggiato dalla Confederazione polacco-lituana che gli mandava i suoi mercenari.

Un colpo di stato e l’invasione

Non riuscendo ad avere la meglio sull’impostore di Tushino, Shujskij strinse un patto militare con la Svezia. Sigismondo III di Polonia dichiarò che il patto era diretto contro i polacchi e lo usò come pretesto per invadere la Russia. 

Mentre era in corso l’invasione polacca, in Russia fu operato un colpo di stato: Shujskij fu detronizzato dai boiardi. In parallelo, le autorità e gli abitanti di Mosca giurarono fedeltà al figlio di Sigismondo III, Ladislao (in seguito, Ladislao V di Polonia), che in quel momento si trovava a Vilnius (il pretendente polacco non venne mai a Mosca, non fu mai incoronato e non salì mai al trono russo).

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In questo modo, la Russia rimase senza legittimo governo, entrando in una spirale di sfacelo e di guerra. Fu allora che si fece strada l’idea di unire il popolo per creare un esercito di liberazione in grado di cacciar via gli invasori polacchi e porre fine al periodo dei Torbidi e, quindi, alle incertezze. 

La fine dei Torbidi

Nel 1611, il voivoda di Rjazan, Prokopij Ljapunov, fu il primo a insorgere contro gli invasori polacchi. Tuttavia, su molte cose, i miliziani non erano uniti, pertanto i polacchi ne approfittarono per eliminare, con le mani degli insorti stessi, Ljapunov e diversi altri comandanti delle milizie.

Il secondo tentativo andò meglio. Nello stesso anno, gli abitanti di Nizhnij Novgorod, guidati dal mercante locale Kuzma Minin, fecero una raccolta di fondi per creare un nuovo esercito e mandarono messaggi in tutte le parti del Paese per reclutare i volontari. Minin però non aveva nessuna esperienza militare e anche il suo status sociale non gli consentiva di comandare i nobili. Pertanto, egli invitò il principe Dmitrij Pozharskij, reduce di molte battaglie, a mettersi a capo della milizia popolare.

La mossa fu vincente. Nell’agosto del 1612 l’esercito di Minin e Pozharskij sconfisse i polacchi in una battaglia nei pressi di Mosca, e nell’ottobre successivo le loro milizie liberarono la capitale russa. 

Questa vittoria fu decisiva. I polacchi firmarono la resa. Dopo la liberazione di Mosca, l’assemblea dello Zemskij sobor procedette all’elezione del nuovo, legittimo, sovrano. Dopo tempestose discussioni, la scelta cadde su Mikhail Fedorovich Romanov (Michele di Russia), esponente di un’altra antica famiglia aristocratica, imparentata con i Rjurikidi che avevano regnato prima dell’inizio dei Torbidi. Mikhail Romanov aveva all’epoca soltanto 16 anni. Fu quindi una scelta di compromesso, che andava bene a tutti i clan. Con l’elezione del primo Romanov iniziò il regno della dinastia la cui storia finì soltanto con i bolscevichi nel 1917.

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Le conseguenze a lungo termine

Per la Russia, il periodo dei Torbidi si concluse con colossali perdite territoriali. Smolensk rimase nelle mani della Confederazione polacco-lituana. Una grande parte della Carelia e l’accesso al Mar Baltico attraverso il golfo di Finlandia ora erano controllati dalla Svezia. Soltanto Pietro il Grande, un secolo dopo, riuscì a riconquistare l’accesso al mare, dopo di che fondò sul golfo la città di San Pietroburgo.

Il Paese finì in una profonda crisi economica e alimentare: la superficie dei terreni coltivabili si ridusse di 15 volte, mentre il numero dei contadini calò di quattro volte. Per molti anni, in varie parti della Russia, la densità di popolazione rimase a un livello di gran lunga più basso rispetto a quello di un secolo prima.

Il superamento delle conseguenze dei Torbidi fu lungo e doloroso. Malgrado tutto, il nuovo zar riuscì a domare la crisi del sistema, a ripristinare il sistema finanziario, a sviluppare le relazioni internazionali e a ristabilire l’ordine pubblico nelle regioni. Dopo la sua morte nel 1645, Mikhail Romanov lasciò a suo figlio Alessio Mikhailovich uno Stato che non solo aveva già superato il caos, ma si stava anche sviluppando con dinamismo.

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