Tutti dicevano che Marija, nata a San Pietroburgo nel 1832, fosse una copia esatta del poeta, che, per sua stessa ammissione, non apprezzava la “bruttezza da arapo” del proprio aspetto. Gli arapi erano i mori di Corte, e Pushkin aveva origini etiopi da parte del bisnonno (anche se qualcuno insiste che Abram Gannibal fosse originario del Camerun). In ogni caso, al di là dell’aspetto fisico, Pushkin adorava Marija.
Quanto a lei, era l’unica tra i figli a ricordare bene la morte di Pushkin nel duello fatale, avendo avuto cinque anni all’epoca. I fratelli e le sorelle erano troppo piccoli per poter avere anche solo un minimo ricordo. Marija era orgogliosa del padre, lo considerava un esempio di valore e di talento, e ne conservava la memoria, partecipando a tutti gli eventi in suo onore.
Maria Gartung
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Dopo la morte di Pushkin, la famiglia visse in povertà. Nonostante il poeta fosse nobile e fosse stato molto celebre già in vita, aveva lasciato enormi debiti: non si trattava solo di debiti di gioco, ma anche di fatture non pagate di sarti, negozianti, fornai e così via. La famiglia aveva sempre condotto uno stile di vita aristocratico, al di sopra delle proprie possibilità. Dopo la morte del poeta, i suoi debiti furono ripagati dall’imperatore, ma alla famiglia, comunque, mancavano ancora i soldi. Per sette anni interi, Natalja Goncharova, con quattro figli da crescere, si trasferì dalla madre e dal fratello nella tenuta di Polotnja Zavod. Pur conducendo uno stile di vita modesto, non lasciò i bambini senza attenzioni. Per questo Marija conosceva perfettamente il francese e il tedesco, suonava benissimo il pianoforte e sapeva dipingere.
Crescendo, Marija acquisì un aspetto sempre più delicato, tanto che le era riconosciuta una bellezza invidiabile nell’ambiente nobiliare, e divenne dama di compagnia della moglie di Alessandro II. Perfino lo scrittore Lev Tolstoj rimase incantato dalla sua eleganza, e si sarebbe ispirato a lei per il personaggio di Anna Karenina nel suo omonimo romanzo.
Maria Gartung
Marija si sposò a 28 anni, accettando la proposta di nozze del maggiore generale Leonid Gartung, direttore della scuderia imperiale a Tula e Mosca, con grandi prospettive di carriera e appartenente a una famosa famiglia nobile. I due erano davvero felici insieme e organizzavano sempre sontuosi balli. L’idillio coniugale, però, si spezzò improvvisamente nel 1887, quando Leonid si suicidò in tribunale dopo essere stato ingiustamente accusato di appropriazione indebita. In seguito fu individuato il vero colpevole e Leonid fu assolto post mortem, ma Marija intanto era rimasta inconsolabilmente vedova. In una delle sue lettere scrisse: “Morendo, ha perdonato i suoi nemici, ma io no, non li perdono”. Avevano vissuto insieme per 17 anni.
Dopo aver perso il marito, Marija si ritrovò senza mezzi di sussistenza e convinse l’imperatore Alessandro II a darle un aiuto materiale ricordandogli la lettera di Nicola I a Pushkin, nella quale il vecchio zar aveva promesso che si sarebbe preso cura della famiglia del poeta. Successivamente, ottenne l’assegnazione di una pensione di 200 rubli, grazie alla quale poté stabilirsi a Mosca, pur non riuscendo a uscire dalla situazione di indigenza. In seguito alla Rivoluzione del 1917 nessuno poteva più aiutarla, poiché i parenti erano in diverse parti del Paese. Nel 1918 chiese una pensione con cui poter vivere al nuovo governo, che gliela concesse dell’importo di 1000 rubli al mese.
Tuttavia, nel 1919 Marija Gartung morì di inedia in completa solitudine in una piccola stanza, prima che la macchina burocratica concludesse la pratica e iniziasse a pagarle la pensione, che non vide mai.
Aleksandr Pushkin e Natalja Goncharova avevano avuto altri tre figli oltre a Marija: Natalja, Aleksandr e Grigorij, tutti venuti a mancare prima della loro sorella più grande.
Natalja trascorse praticamente metà della sua vita in Ungheria, cercando di porre fine allo sfortunato matrimonio con Mikhail Dubelt, che aveva sposato all’età di 17 anni. Nella speranza di guadagnarsi da vivere, tentò di pubblicare insieme allo scrittore Ivan Turgenev le lettere di Pushkin, ma tale iniziativa non ricevette il sostegno né dall’opinione pubblica, né dalla famiglia, rappresentata dai fratelli Aleksandr e Grigorij: molti la consideravano una volgarità e un oltraggio all’autorità del grande poeta. Il punto è che per la società la pubblicazione di queste lettere era prematura, e sembrava che mettesse in mostra i “panni sporchi” della famiglia Pushkin.
Natalija Aleksandrovna
Dominio pubblicoDopo il divorzio, Natalja si sposò con il principe tedesco Nicola di Nassau, con cui visse per il resto della sua vita. È morta nel 1913 di embolia. Ha dato alla luce sei figli, tre con ciascun marito.
Aleksandr Aleksandrovich
Dominio pubblicoIl figlio maschio più grande dedicò la sua vita alla carriera militare, riuscendo a raggiungere il grado di generale di cavalleria. Sofja Lanskaja, orfana cresciuta nella famiglia nobile dei Lanskij, fu la sua prima moglie, con cui ebbe undici figli.
Aleksandr Aleksandrovich
Dominio pubblicoAleksandr ne ebbe anche altri due dal secondo matrimonio con Marija Pavlova. È morto nel 1914 nel villaggio di Maloe Ostankino, vicino Mosca, all’età di 81 anni.
Grigorij Aleksandrovich
Dominio pubblicoIl terzogenito inizialmente intraprese la carriera militare, come il fratello, ma alla fine divenne giudice di pace. Seguendo l’esempio della sorella maggiore Marija, si prese cura della memoria del padre, del quale organizzò persino lo studio nella tenuta familiare a Mikhajlovskoe. Questa stanza ricorda per alcuni dettagli lo “studio di Onegin” ed è stato sostanzialmente il primo spazio commemorativo dedicato ad Aleksandr Pushkin. In seguito, Grigorij donò l’intera biblioteca del padre al Museo Rumjantsev.
È morto nel 1905 nella tenuta della moglie, Varvara Moshkova – con la quale ha avuto quattro figli – a Markučiai, vicino Vilna (l’attuale Vilnius, in Lituania).
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