A quanti duelli ha partecipato Aleksandr Pushkin?

Natalya Nosova
In molti articoli pubblicati su internet si parla di 28 o anche 29 duelli del grande poeta, tuttavia i ricercatori seri ne confermano solo cinque

Per Aleksandr Pushkin (1799-1837) il duello era una norma di vita. Lo studioso Mikhail Seleznjov ha scoperto nella biografia del poeta 26 episodi in cui figurano duelli e sfide, e questi sono soltanto i casi menzionati nei ricordi dei suoi contemporanei. Perché Pushkin era così “scontroso”?

“Uomo giovanissimo, magro e di bassa statura, con capelli ricciuti e profilo arabo del viso, vestito con un frac”. È così che lo scrittore Ivan Lazhechnikov descrive Pushkin all’età di 20 anni. Il poeta andò da lui perché Lazhechnikov divideva la casa con un tale Denisevich, maggiore dell’esercito, con il quale Pushkin aveva litigato in un teatro di San Pietroburgo. Il poeta non si presentò da solo, ma con due ufficiali delle guardie che aveva scelto come suoi padrini per il duello.

A teatro Pushkin, giovane ed estraneo all’esercito, si era comportato con insolenza, provocando la rabbia di non poche persone. Denisevich, che glielo fece presente, pensava che il caso fosse risolto. Ma nient’affatto. “Ieri avete moraleggiato con me in presenza di molti testimoni; non sono più uno scolaro e sono qui per parlare con voi in maniera diversa”, disse Pushkin al maggiore. “Non posso duellare con voi”, fu la risposta di Denisevich. “Voi siete un uomo giovane che io non conosco, mentre io sono un ufficiale di stato maggiore”, al che entrambi gli ufficiali venuti con Pushkin si misero a ridere. “Sono un nobile russo, mi chiamo Pushkin, lo possono confermare i miei compagni, pertanto non dovrete vergognarvene”, ribatté il poeta.

Quella volta la pace fu fatta, perché Lazhechnikov, rendendosi conto di chi era Pushkin, riuscì a persuadere il maggiore a porgere al poeta le sue scuse. Quest’episodio, però, fa capire quanto insofferente fosse Pushkin al disprezzo nei suoi confronti che, talvolta, le persone manifestavano o perché era giovane, o perché si vestiva con abiti civili ed era di bassa statura. Quindi, spesso, sfidava a duello le persone da cui si sentiva offeso. Alcune di queste sfide ebbero come seguito un duello reale. Il primo ebbe luogo più o meno nello stesso periodo in cui avvenne lo scontro verbale con Denisevich.

Il duello con Wilhelm Küchelbecker, a causa di un epigramma (1819)

Wilhelm Küchelbecker, amico e compagno di classe del poeta, era un giovane permaloso, “costantemente e immancabilmente preso in giro da tutto il liceo”, secondo il giurista Modest Korf, un altro compagno di classe di Pushkin.

Come ricordava lo studioso Pjotr Bartenev, Küchelbecker andava spesso dal celebre poeta Vasilij Zhukovskij e lo martellava con i suoi versi. Una volta Zhukovskij fu invitato a una serata letteraria, ma dovette rinunciare all’invito: “Già il giorno prima”, spiegò il poeta, “avevo cominciato ad avvertire il mal di stomaco, ma per giunta è venuto Küchelbecker, e così ho deciso di restare in casa”. Pushkin scrisse subito un epigramma: “A cena, dunque, troppo ho mangiato, ma Jakov, incautamente, la porta ha bloccato. Amici, asserragliato dentro come criminale, sono stato küchelbeckeramente male” (il servo di Zhukovskij si chiamava davvero Jakov).

La nuova parola “küchelbeckeramente” fu subito ripresa da tutto il liceo. Wilhelm era furibondo, voleva a tutti i costi sfidare a duello il suo compagno di classe. Nikolaj Markevich, amico di Pushkin, ricordava: “Era inverno. Küchelbecker ha sparato per primo e ha sbagliato il colpo. Pushkin ha gettato via la sua pistola e voleva abbracciare il suo amico, ma questi gridava furioso: ‘Spara, spara!’. Pushkin a fatica è riuscito a fargli credere che sparare era impossibile, perché la canna della pistola era piena di neve. Il duello è stato rinviato, ma poi hanno fatto pace”.

Il duello con uno sconosciuto (Ryleev?), a causa dei pettegolezzi di Fjodor Tolstoj (1819)

Nel gennaio del 1819 a Pietroburgo cominciarono a circolare voci secondo cui Pushkin sarebbe stato fustigato negli uffici della polizia segreta per i suoi versi antigovernativi. Le voci furono diffuse da Fjodor Tolstoj, noto duellante e scandalista. Non sapendo chi fosse il colpevole di queste voci, Pushkin sfidò una persona (sconosciuta) che le ripeteva. Si presume che lo sfidato fosse il suo amico Kondratij Ryleev. Le testimonianze in merito sono pochissime. “Correvano voci che fosse stato fustigato dalla polizia segreta, ma ciò era assurdo. Per questo ha fatto un duello a Pietroburgo”, scriveva l’amico di Pushkin, il colonello Fjodor Luginin.

Fjodor Tolstoj

Soltanto sette anni dopo, nel 1826, il poeta seppe chi era l’autore di queste bugie. Voleva sfidare Fjodor Tolstoj, il quale godeva la fama di ottimo tiratore e aveva mandato nell’aldilà non pochi suoi avversari. Per fortuna le parti fecero pace. In seguito, proprio Tolstoj si recò nella casa dei Goncharov per chiedere, per conto di Pushkin, la mano della loro figlia Natalja che, effettivamente, sposò il poeta.

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Il duello con il colonnello Semjon Starov, a causa di una mazurka (1822)

Lo scontro con il colonnello Semjon Starov è il più serio dei duelli di Pushkin. L’episodio ebbe luogo il 5-6 gennaio 1822 a Kishinev (Chișinău), dove Pushkin era stato mandato per “continuare il servizio” (in realtà era stato esiliato per i suoi epigrammi che prendevano di mira l’imperatore Alessandro).

Il conflitto tra il poeta e un giovane ufficiale dell’esercito scoppiò nella sala delle assemblee, dove tutti i nobili di Kishinev trascorrevano il loro tempo libero. Nella sala suonava un’orchestra. Pushkin chiese ai musicisti di suonare una mazurka. Subito dopo, però, un ufficiale, a tutti sconosciuto, ordinò di eseguire una quadriglia. Divertito, Pushkin ripeté all’orchestra il suo ordine di suonare la mazurka. Finito il ballo, il poeta fu avvicinato da Semjon Starov, colonnello del reggimento, nel quale prestava il servizio il giovane ufficiale. Il colonnello disse a Pushkin che il poeta aveva insultato un suo ufficiale, pertanto doveva scusarsi con lui. Il tutto finì con la sfida.

Il duello ebbe luogo la mattina del giorno dopo nei pressi di Kishinev. L’amico di Pushkin, Vladimir Gorchakov, ricordò: “Quando giungemmo sul luogo del duello, la neve e il vento impedivano di prendere la mira: gli avversari spararono e, entrambi, mancarono il bersaglio; i secondi consigliarono di riprendere il duello in un altro giorno, ma entrambi, con pari fermezza, rivendicarono la continuazione; non c’era nulla da fare, le pistole furono ricaricate; furono sparati altri due colpi, anch’essi sbagliati”. Il duello fu aggiornato alla “prossima volta”, ma il giorno dopo i due fecero la pace.

Il duello con uno dei fratelli Zubov, a causa del gioco delle carte (1823)

I fratelli Aleksandr e Kirill Zubov discendevano da una delle famiglie più potenti dell’Impero. Il loro zio, Platon Zubov, era stato l’ultimo favorito di Caterina la Grande, mentre il loro padre partecipò al complotto che portò all’uccisione di Paolo I. Nell’estate del 1823, i due fratelli, aventi entrambi il grado di praporshchik (il più basso degli ufficiali di fanteria e di cavalleria), furono mandati a Kishinev, dove diverse volte incontrarono Pushkin. La lite scoppiò mentre giocavano alle carte.

Scrive Pjotr Bartenev: “Una volta a Pushkin è capitato di giocare con uno dei fratelli Zubov, un ufficiale dello stato maggiore generale. Ha notato che Zubov chiamava la puntata soltanto quando era sicuro di vincere. Alla fine del gioco, avendo perso con Zubov, con indifferenza e ridendo, Pushkin ha cominciato a dire agli altri giocatori che le perdite con questo tipo non si potevano pagare. La voce si è sparsa, egli ha dovuto spiegarsi, e Zubov ha sfidato Pushkin. Gli avversari si sono recati nella cosiddetta “malina” [letteralmente – lampone, qui: luogo appartato] dentro un vigneto leggermente fuori Kishinev. Pushkin non era uno che si spaventa facilmente, era una persona coraggiosa e cercava di coltivare questa sua qualità. Secondo le testimonianze di molte persone, fra cui anche Vladimir Gorchakov, che in quei giorni si trovava a Kishinev, Pushkin si è presentato al duello con Zubov con delle ciliegie, la sua colazione, che ha continuato a mangiarle, mentre l’avversario ha sparato. Zubov ha sparato per primo e ha mancato il bersaglio. “Siete soddisfatto?”, gli ha chiesto Pushkin, al quale ora toccava sparare. Invece di chiedere che il colpo venisse sparato, Zubov si è lanciato in avanti per abbracciarlo. ‘Non serve’, gli ha detto Pushkin, e se n’è andato senza sparare”.

Alcuni anni dopo, questo episodio fu rievocato da Pushkin nel suo racconto “Il colpo di pistola”: “Egli stava ritto sotto la mira della pistola, scegliendo dal berretto le ciliegie mature e sputando i noccioli, che volavano fino a me. La sua indifferenza mi fece infuriare”.

Il duello con Georges d’Anthès, a causa di un insulto all’onore della moglie del poeta (1837)

L’ultimo duello di Aleksandr Pushkin, che risultò fatale per il poeta, fu provocato dalle calunnie riguardanti sua moglie, Natalja Goncharova, che venivano messe in giro da Georges d’Anthès, ufficiale dell’esercito russo e cognato di Pushkin (d’Anthès era sposato con Ekaterina Goncharova, sorella maggiore di Natalja). Sebbene fossero in rapporti di parentela, i due procedettero al duello. Per il poeta fu l’ultimo.


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