Il dizionario dei cosacchi: dieci parole chiave per conoscerli meglio

Storia
ALEKSANDRA GUZEVA
I cosacchi sono conosciuti fin dal XV secolo e conservano le tradizioni dei loro antenati. Cosa hanno di così speciale? Vi spieghiamo i concetti principali della loro vita e della loro storia

1 / Казак–Kazák | Cosacco

I cosacchi russi sono un fenomeno culturale insolito: non sono né una classe sociale né un gruppo etnico, ma piuttosto una comunità etno-sociale con caratteristiche proprie. 

L’etimologia della parola cosacco non è del tutto chiara. Secondo una teoria, viene dal mongolo “sorvegliare la frontiera”, e i cosacchi erano effettivamente una formazione militare che sorvegliava le frontiere dell’Impero russo. Secondo un’altra versione, la parola è turca e significa “temerario”, “uomo libero”. Proprio quest’ultima opzione è riportata dalla Grande Enciclopedia Sovietica, ed è difficile mettere in discussione questa affermazione. I cosacchi sono sempre stati al servizio dello Stato, ma anche un popolo amante della libertà. Elemento questo che ha portato a varie rivolte. E infatti il cosacco Stepan Razin nel XVII secolo e il cosacco Emeljan Pugachjov nel XVIII secolo dettero il via a sommosse su larga scala contro le forze zariste.

2 / (Тихий) Дон–(Tíkhij) Don | (Placido) Don 

I cosacchi del Don, del Kuban, dello Zaporozhje, della Siberia e degli Urali abitavano parti del Paese molto lontane tra loro ed erano molto diversi nella loro composizione etnica, ma erano comunque cosacchi. Il primo esercito cosacco ufficiale si formò proprio sul Don: nel 1570 i cosacchi del Don ricevettero un documento ufficiale da Ivan il Terribile

Durante la Guerra civile del 1918-23, i cosacchi erano divisi: alcuni sostenevano i bolscevichi, i Rossi, altri i monarchici, i Bianchi. Tuttavia, molti passarono da una parte all’altra, anche più di una volta, come magistralmente descritto nel grande romanzo di Mikhail Sholokhov, “Il Placido Don”. Anche Hitler approfittò del desiderio di rivolta di alcuni cosacchi, attirando diverse formazioni dalla sua parte durante la Seconda guerra mondiale. 

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3 / Вольница–Vólnitsa | Comunità di fuggitivi dalla servitù della gleba

Inizialmente i cosacchi si formarono, presumibilmente, da contadini in fuga che cercavano la libertà dallo Stato o dai loro padroni e dall’oppressione dei doveri feudali. Pertanto, gli insediamenti cosacchi avevano un sistema di autogoverno unico in Russia: la volnitsa. Tutte le questioni venivano discusse nel cosiddetto “circolo cosacco” (“Казачий круг”; “kazachij krug), dove gli uomini adulti si riunivano e decidevano chi doveva essere punito o multato, chi doveva andare a caccia o a pesca e chi doveva fare la guardia.

4 / Атаман–Atamán | Atamano (Capo cosacco)

La volnitsa era guidata da un atamano scelto liberamente dagli uomini adulti. L’atamano aveva una grande autorità e i suoi consigli e le sue decisioni venivano ascoltati. Ma il suo potere non era autoritario. Inoltre, la volnitsa poteva eleggere un nuovo atamano in qualsiasi momento e lui stesso poteva dimettersi dal suo incarico. 

5 / Конь–Kon’ | Cavallo

“Un cosacco senza cavallo è come un soldato senza fucile”. “Un cosacco senza cavallo è un orfano”. “Un cosacco ha fame, ma il suo cavallo è ben nutrito”.

Questi proverbi popolari riflettono il ruolo del cavallo nella vita dei cosacchi. In parole povere, un cosacco non è un cosacco senza un cavallo. I cosacchi imparano a cavalcare fin dalla prima infanzia. La morte di un cavallo fedele viene pianta come la perdita di un parente stretto. I cosacchi facevano parte dell’esercito regolare con le loro formazioni a cavallo, sebbene ci fossero anche reggimenti di fanteria cosacca.  

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6 / Шашка–Shashka | Shashka (tipo di sciabola)

Un altro attributo indispensabile di un vero cosacco, oltre al cavallo, era la sciabola, una lunga lama affilata dalla leggera torsione. Un cosacco portava sempre una shashka alla cintura, tranne quando dormiva. Il dipinto “I cosacchi dello Zaporozhje scrivono una lettera al sultano Mehmed IV di Turchia” di Ilja Repin è una buona illustrazione. La scena si svolge durante la Guerra russo-turca del XVII secolo, ma i cosacchi, anche in un’atmosfera rilassata, non si separano dalle sciabole, che spuntano ovunque nel quadro.

Tra l’altro, in questa leggendaria lettera, i cosacchi maledicono e insultano il Sultano stesso in termini vivaci, e il dipinto li mostra mentre ridono, escogitando frasi sprezzanti (la più innocente delle quali è “faccia di maiale”). Si tratta in realtà di un falso storico, come vi abbiamo raccontato in questo articolo

Con la sciabola i cosacchi possono anche eseguire numeri incredibili. Come dimostra il video: 

7 / Папаха–Papákha | Papakha (Cappello di Astrakan)

La moda e le tradizioni del look e dell’acconciatura cosacca variavano da regione a regione e di periodo in periodo: alcuni avevano la testa rasata, altri si lasciavano crescere lunghi baffi, altri ancora non si radevano la barba. Tuttavia, quasi tutti erano accomunati da un cappello di pelliccia. In origine, era un copricapo tradizionale degli uomini del Caucaso e dell’Asia centrale. Ma in seguito “penetrò” tra le truppe cosacche. Nel XV secolo, i cosacchi del Don e del sud della Russia venivano addirittura chiamati “circassi”, confondendoli con uno dei popoli del Caucaso, i circassi appunto. 

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8 / Газырь–Gazýr’ | Gazyr (tipo di cartucciera)

Un ulteriore dettaglio senza il quale è impossibile immaginare un cosacco è il gazyr, una sorta di cartucciera o porta polvere da sparo che era attaccata al caftano detto “cherkeska”, un altro capo di abbigliamento tradizionale dei cosacchi. Si potrebbe pensare che fossero utilizzate per le sigarette (questa è una battuta della commedia sovietica “Una vergine da rubare”), ma queste tasche erano in realtà progettate per conservare la polvere da sparo e proteggerla dall’umidità. 

9 / Шаровары–Sharováry | Pantaloni alla turca

Per molti cosacchi l’abbigliamento tradizionale era costituito da pantaloni larghi, che si assottigliavano all’altezza degli stinchi. Spesso avevano strisce sui lati. Tuttavia, le truppe cosacche indossavano anche pantaloni dritti e pantaloni Galliffet, che divennero poi l’uniforme dell’Armata Rossa. Un premio d’onore nella cavalleria dell’esercito rosso per il particolare coraggio era il pantalone rosso rivoluzionario (un episodio vivido di questo tipo di riconoscimento si trova nel film sovietico “Ofitsery”). 

10 / Танец-казачок-Tánets-kazachók | Kazachok (danza cosacca)

La danza cosacca ha molte somiglianze con il gopak popolare ucraino e gli storici non sono d’accordo su quale danza sia nata per prima. Gli elementi principali della danza cosacca sono il sobbalzare sull’uno e l’altro piede a turno, i salti in alto con la spaccata, oltre a vari numeri e salti mortali, che mostrano l’abilità cosacca. In seguito, questi movimenti sono stati ripresi nella danza sovietica dei marinai “Jablochko”. 

Il kazachok inizia lentamente, persino con delicatezza, poi il ritmo aumenta e la danza diviene una vera e propria prova di forza indemoniata. Ascoltate la prima fantasia sinfonica a tema cosacco del compositore Aleksander Dargomyzhskij, del 1864: 

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