Dieci ragazze pilota che hanno segnato il corso della Seconda guerra mondiale

Agnia Polyantseva/Sputnik
I piloti tedeschi non sapevano che alcuni aerei da combattimento sovietici fossero pilotati da giovani donne…

1 / Lydia Litvyak

Il sottotenente delle guardie Lydia Litvyak è stata una delle donne pilota più audaci dell'aviazione dell'Armata Rossa. Il “Giglio bianco di Stalingrado” - come fu soprannominata dopo la sua partecipazione a pesanti battaglie aeree sopra la famosa città sul Volga - effettuò circa 150 missioni di combattimento, ottenendo quattro vittorie in solitaria e tre in gruppo.

Il 19 luglio 1943, durante la battaglia del Donbass, i suoi comandanti le affidarono la guida di un gruppo di sei aerei da combattimento, e le fu dato il “massimo dei voti” per la missione portata a termine con successo. Purtroppo, poche settimane dopo, Litvyak (che aveva appena 21 anni), fu uccisa durante una sortita di combattimento.

2 / Ekaterina Budanova

Il tenente Ekaterina Budanova era conosciuta nel 437° Reggimento Aviazione Caccia come una donna “allegra e temeraria”. Solare e spumeggiante, Katja [forma abbreviata di Ekaterina] era la migliore amica della pensierosa e ben più tranquilla Lydia Litvyak.

A bordo del suo aereo Yak-1, Budanova difese Stalingrado dalle incursioni aeree nemiche. Vinse un combattimento aereo a bordo di un cacciabombardiere Messerschmitt Bf 110 e inseguì e abbatté un Focke-Wulf Fw 189. Riuscì anche a combattere da sola contro due caccia Messerschmitt Bf 109, danneggiando il principale aereo nemico. Il 19 luglio 1943, Ekaterina fu uccisa in azione.

3 / Valeria Khomjakova

Il tenente del 586° reggimento di aviazione da caccia Valeria Khomjakova passò alla storia come la prima donna pilota ad aver abbattuto un bombardiere nemico (era uno Junkers Ju 88) in una battaglia notturna. Solo 12 giorni dopo la sua eroica impresa, il 6 ottobre 1942, morì in un incidente in fase di decollo in un campo di volo vicino alla città di Engels.

4 / Klavdija Blinova

Il tenente delle guardie Klavdija Blinova ebbe al suo attivo decine di missioni di combattimento, e tre bombardieri abbattuti in azioni di gruppo. Ecco come descrisse una delle battaglie aeree a cui aveva preso parte: “Il bombardiere sfrecciava da una nuvola all'altra e io lo inseguivo! Ero presa dal frenetico inseguimento, facendo del mio meglio per non lasciarlo scappare! Notando che aveva virato in una nuvola, girai il mio aereo in modo tale da incontrare il fascista sotto il livello delle nuvole. Un momento dopo emerse proprio di fronte a me. Sparai una lunga raffica quasi a bruciapelo. Con un brusco cenno del muso, lo Junkers andò giù. Gli stavo ancora dietro…” 

Il 4 agosto 1943, lo Yak-1 di Blinova fu abbattuto, lei si lanciò con il paracadute e fu catturata dai tedeschi. Sulla strada per la Germania riuscì a fuggire con un gruppo di prigionieri di guerra e a raggiungere le linee amiche. Dopo aver superato tutti i controlli, Klavdija Mikhailovna tornò al fronte e fu presente alla Vittoria di Berlino.

5 / Antonina Lebedeva

Prima della sua morte, avvenuta il 17 luglio 1943, la cara amica di Blinova, il sottotenente del 65° Reggimento di Aviazione da Caccia Antonina Lebedeva, aveva abbattuto tre aerei nemici sia individualmente, sia in gruppo.

L'eroe dell'Unione Sovietica, Andrej Baklan, avrebbe poi detto: “A guardarla a terra, era una ragazza piccola e fragile. Ma in volo non avrei mai pensato di avere un membro del ‘sesso debole’ che volava accanto a me e il più delle volte me ne dimenticavo. Tonja [abbreviazione di Antonina] era un pilota sicuro di sé ed eseguiva le mie istruzioni con precisione e prontezza. Solo quando sentivo la sua voce sottile e agitata alla radio che mi avvertiva del pericolo, mi ricordavo chi era il mio braccio destro”. 

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6-7 / Raisa Surnachevskaja e Tamara Pamjatnikh

Raisa Surnachevskaja

Il 19 marzo 1943, Raisa Surnachevskaja e Tamara Pamjatnikh, piloti del 586° Reggimento di Aviazione da Caccia, furono chiamate per abbattere un aereo da ricognizione tedesco nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Kastornaja, nella regione di Kursk. Invece di un singolo aereo, però, le due incontrarono un intero gruppo di bombardieri tedeschi, che attaccarono immediatamente.

“Salimmo e andammo in picchiata, e abbattemmo un aereo a testa. Poi ripetemmo la manovra una seconda volta, e ne abbattemmo di nuovo uno a testa”, disse Tamara Ustinovna Pamjtnikh.

Tamara Pamjatnikh

“Abbiamo cercato di avvicinarci il più possibile; ho addirittura visto la testa del mitragliere tedesco! Ma è stato un errore da parte mia: sono stata colpita, il mio aereo ha cominciato a girare e non potevo lasciare l'imbracatura per aprire il tettuccio... Tutta la mia vita mi è passata davanti agli occhi…”. 

Tuttavia, Pamjatnikh riuscì a lanciarsi con il paracadute, mentre Surnachevskaja riuscì a raggiungere la pista più vicina. Per l'abbattimento dei quattro bombardieri, le due donne furono insignite dell'Ordine della Bandiera Rossa, ed entrambe arrivarono sane e salve alla fine della guerra. 

8 / Raisa Beljaeva

“La sua tecnica di pilotaggio degli aerei da combattimento è eccellente. Vola con coraggio e sicurezza. Non si fa scoraggiare da condizioni meteorologiche difficili, e vola bene anche in formazione”. Questa fu la valutazione del tenente Raisa Beljaeva, comandante dello squadrone del 586° Reggimento di Aviazione da Caccia, in un decreto che le conferì l'Ordine della Bandiera Rossa. Nella battaglia di Stalingrado abbatté un Messerschmitt Bf 109 durante una missione di gruppo; il 19 luglio 1943 fu gravemente ferita nei cieli sopra Voronezh e morì durante l'atterraggio.

9 / Galina Burdina

Durante la guerra il tenente Galina Burdina effettuò 152 missioni di combattimento e abbatté tre aerei nemici in solitaria o in gruppo. Dopo il conflitto, avrebbe ricordato quella volta in cui dovette decollare di notte da una pista completamente innevata e non ripulita: “Entrai nella cabina di pilotaggio e avviai il motore. Impostai la radio in modalità di ricezione e attesi attentamente il segnale, anche se nel mio cuore non pensavo che il segnale sarebbe mai arrivato: decollare dal campo di volo nello stato in cui si trovava era eccezionalmente difficile e pericoloso. Ma il nemico stava avanzando su Korosten. Si alzò un razzo verde, mi fu dato il riferimento via radio e decollai…”. Il risultato della sortita fu l'abbattimento di uno Junkers Ju 88.

10 / Zuleikha Seidmamedova

“Potevo vedere chiaramente le croci nere sulla carrozzeria dello Junkers. Dovevo squarciargli la pancia! Sparai un’altra lunga raffica di fuoco. Era inespugnabile o cosa, quel miserabile Junkers?... Ora ero proprio accanto a lui. Sparai e pensai: ‘Se non lo abbatto ora, non lo faccio fuori…’ E poi ho visto lo Junkers che si gonfiava di fumo. Lasciando una scia nera dietro di lui, è andato giù”, così il pilota Zuleikha Seidmamedova descrisse il combattimento aereo nella Battaglia di Kursk, nell'estate del 1943.

Inserita nel 586° Reggimento di Aviazione da Caccia, Seidmamedova fu l'unica donna pilota militare azera della Seconda guerra mondiale; prese parte alle battaglie di Voronezh e Stalingrado, così come all'operazione Korsun-Shevchenkovskij e alla liberazione di Bucarest.

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