Le città chiuse in Russia fanno parte dell’eredità lasciata dall’URSS. Negli anni in cui Stati Uniti e Unione Sovietica si contendevano la supremazia militare, nel paese comunista iniziarono a nascere numerose città chiuse, dove si svolgevano attività di ricerca e sviluppo di armi e tecnologie militari segrete.
Queste città non erano segnate sulle mappe e la loro esistenza era celata sia ai cittadini stranieri che a quelli sovietici. Gli abitanti lavoravano in stabilimenti e fabbriche segrete e nessuno poteva uscire o entrare da questi centri urbani senza permessi speciali. In cambio, il governo forniva appartamenti, posti di lavoro garantiti, cibo migliore e servizi sanitari.
Ancora oggi, quasi 30 anni dopo il crollo dell'URSS, la Russia mantiene lo status di “segretezza” in alcune città. Di seguito vi presentiamo cinque città chiuse di cui siamo a conoscenza.
Palazzoni costruiti sul permafrost, temperature di gran lunga sotto lo zero e buio totale nelle lunghe notti polari: ecco come vivono gli abitanti di questa città mineraria a nord del Circolo Polare Artico.
Norilsk, oggi importante centro dell'industria mineraria, è stata fondata negli anni '20, quando il governo sovietico decise di esplorare e utilizzare le ricche risorse della regione. La città, così come il complesso minerario e metallurgico, furono costruiti dai prigionieri dei gulag; molti di loro morirono per via delle rigide condizioni di lavoro e del clima insopportabile.
Nonostante la sua importanza strategica, Norilsk non era una città chiusa fino al 2011, quando il governo russo ha deciso di classificarla come tale. Un annuncio ufficiale ha proclamato che il nuovo status della città era volto a migliorare le condizioni di vita dei suoi abitanti, in quanto avrebbero avuto diritto a benefici sociali extra riservati ai residenti delle città chiuse.
Ma il nuovo status ha anche limitato l'accesso degli stranieri a questa città anti-utopica industriale, considerata una delle più inquinate al mondo. Ancora oggi, infatti, per entrare gli stranieri - giornalisti compresi - devono prima richiedere un permesso speciale. E non vi sono garanzie di ottenerlo.
Originariamente conosciuta come Krasnoyarsk 26, questa città chiusa fu fondata nel 1950 come sito di produzione di plutonio per armi. È un importante centro per l’attività di ricerca e sviluppo di sistemi spaziali, tra cui il famoso programma GLONASS, un'alternativa russa al GPS di produzione americana.
Alcune fonti dicono che la città disporrebbe di impianti nucleari simili a quelli che si vedono nei film, costruiti all'interno di grotte nelle montagne che circondano la zona.
Una leggenda narra che, sebbene i servizi segreti stranieri non siano mai riusciti a infiltrarsi nella città segreta, un giorno un abitante sarebbe riuscito a intrufolarsi nella fabbrica locale e a sottrarre del plutonio, che avrebbe poi conservato a casa sua dentro un banalissimo barattolo di vetro. Quando fu arrestato, dichiarò che la sua unica intenzione era di avvelenare la suocera invadente.
Questa città è chiusa per un semplice motivo: è il principale insediamento nei pressi di Kapustin Yar, un sito di lancio e sviluppo di razzi nella regione di Astrakhan.
La base spaziale è stata costruita alla fine degli anni ‘40 e, prima di essere trasformata in un cosmodromo per il lancio di piccoli satelliti di ricerca, nel 1962, veniva utilizzata come sito di prova per missili balistici.
La segretezza del luogo, unita ai test militari, ha generato insistenti voci su presunti avvistamenti UFO nella zona. Alcuni sostengono che negli anni ‘50 in città si sia verificato un incidente di un oggetto volante non identificato, per questo Znamensk e l'adiacente Kapustin Yar sono state paragonate al famoso e controverso incidente di Roswell, New Mexico.
Nei primi anni della corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica, ci sono state speculazioni non confermate su presunti tentativi da parte dell'URSS di lanciare uomini nello spazio prima di Yurij Gagarin, e sembra che Znamensk fosse stato scelto come possibile luogo di questi lanci segreti.
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, il sito è stato temporaneamente chiuso; ha ripreso a funzionare nel 1999, quando le truppe russe sono state riassegnate a Kapustin Yar.
Nella Russia zarista, Sarov era considerato un luogo sacro poiché ospitava un antico monastero costruito vicino al fiume Sarov: da qui il nome della città. Una leggenda narra che i monaci avrebbero costruito una città sotterranea, dove scendevano in cerca di solitudine.
Dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917, questo luogo sacro fu messo al bando. Alcuni anni dopo, il sito fu trasformato in uno dei luoghi più segreti e strategicamente importanti di tutta l'Unione Sovietica: fu lì che il fisico nucleare sovietico Igor Kurchatov sviluppò la prima bomba atomica sovietica, conosciuta anche come RDS-1 o Device 501.
A quel tempo, Sarov scomparve da tutte le mappe e a nessuno fu permesso di entrare o uscire dalla città senza un permesso speciale, impossibile da ottenere se non per i partecipanti del progetto.
Sarov è una città chiusa ancora oggi, perché l'istituto di ricerca costruito sulla base dei primi esperimenti sovietici con le armi atomiche continua a essere in funzione. Ciononostante, sono consentite alcune visite agli stranieri, che dovranno però consegnare passaporti, telefoni e macchine fotografiche.
Questa città a nord del Circolo Polare Artico è una base della Flotta del Nord ed è considerata un avamposto strategico della difesa russa nell'Artico.
Sebbene la base navale fosse in funzione fin dai primi giorni dell'Unione Sovietica, la città ha ricevuto lo status di città chiusa solo nel 1996, ben dopo la caduta dell’URSS.
Fu da Severomorsk che la famosa portaerei dell'ammiraglio Kuznetsov fu inviata a partecipare alla campagna siriana nel 2017.
La città è piena di musei dedicati alla storia della marina russa. Ha un clima rigido e un'umidità elevata e fa buio 24 ore al giorno da inizio dicembre a metà gennaio. Tuttavia, a nessuno straniero è permesso di godersi le notti polari di questa città chiusa.
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