Immaginate: uscire in strada per buttare la spazzatura e incontrare un orso. Sì, in Russia esistono posti così! Uno di questi è Belushya Guba, un villaggio di Novaya Zemlya, dove i residenti vivono a stretto contatto con queste creature.
Novaya Zemlya è un arcipelago nell'Oceano Artico con una popolazione di appena 2.500 persone. Nel febbraio 2019 è stato dichiarato lo stato di emergenza quando gli orsi si sono spinti fino al centro abitato alla ricerca di cibo. Sono entrati nelle case, hanno rovesciato bidoni della spazzatura e in alcuni casi attaccato delle persone! Fortunatamente nessuno è rimasto gravemente ferito.
Oltre agli orsi ficcanaso, la gente del posto si ritrova a fronteggiare gli spietati venti artici e i cumuli di neve, che spesso raggiungono un’altezza di due piani. In situazioni così, la gente esce di casa passando per la finestra.
E non capita di rado che i voli per la città più vicina, Arkhangelsk, vengano cancellati per via del maltempo. L’attesa per chi deve partire può prolungarsi di una settimana o addirittura di più.
Detto ciò, al villaggio non manca niente: ci sono una scuola, un asilo, una piscina, un bar e la connessione internet. Il divertimento principale qui è la pesca.
Belushya Guba è anche sui social! Sul popolare social network russo VKontakte esiste un gruppo dedicato al villaggio, dove gli ex residenti si scambiano foto e ricordi della loro infanzia ricca di difficoltà e avventure.
Il villaggio di Oymyakon è ufficialmente il luogo più freddo della Russia: lì la temperatura può scendere fino a -60°C! Ne avevamo parlato qui.
La gente del posto indossa spesse pellicce non per civetteria, ma per sopravvivenza! Quando si esce in strada, le ciglia si coprono velocemente di brina e i bambini sono costretti a entrare e uscire dai negozi mentre vanno a scuola per scaldarsi. Gli automobilisti installano finestrini con doppi vetri nelle loro auto, avvolgono i motori in coperte e non li spengono mai per strada: la possibilità di rimanere bloccati in mezzo al nulla è molto elevata!
Oymyakon esercita molto fascino nei turisti: gente da ogni paese del mondo macina chilometri e sfida il freddo per fare il bagno nelle sorgenti termali locali, per fare un giro a cavallo o su una slitta trainata da renne. Anche l'attore Tom Hardy è passato di qui!
Prendete le temperature polari di cui vi abbiamo parlato prima, -60°C, aggiungete fabbriche che sputano fuori ogni tipo di porcheria, e otterrete la destinazione perfetta per delle vacanze davvero alternative!
Norilsk vanta il triste primato di essere la città più inquinata della Russia (e del mondo). Qui, dove fabbriche e miniere disegnano un paesaggio apocalittico, inquinando l’aria, vengono estratti platino, oro, argento, nickel e rame.
Se vi piace rincorrere le notti polari, però, Norilsk è un posto da tenere in considerazione: qui il buio regna sovrano per 45 notti all’anno.
La città non ha collegamenti via terra con altre città ed è possibile uscire solo con i voli che partono dall’aeroporto locale.
Infine, qui si verificano le cosiddette “bufere nere”: tempeste con venti che soffiano a più di 40 m/s, creando uragani in grado di buttare a terra le persone.
Alcuni residenti soffrono di depressione causata dal buio e dal freddo costante.
Ma un piccolo passo verso il cambiamento è stato già fatto: nel 2016 è stato chiuso un impianto per l’estrazione del nichel, permettendo una riduzione dell'inquinamento atmosferico pari al 30% (e una conseguente diminuzione dei posti di lavoro).
A Norilsk, infine, si può osservare l’aurora boreale. Qui vi abbiamo raccontato in quali altre località della Russia si può ammirare questo fenomeno.
Questo piccolo villaggio nel sud del Daghestan si trova a un'altitudine di 2.560 metri sul livello del mare, ed è ufficialmente l'insediamento montano più alto d'Europa. I turisti a questa altitudine spesso sentono la mancanza di ossigeno.
La neve invade periodicamente le strade, separando Kurush dal mondo esterno per settimane.
Per sopravvivere, gli abitanti del luogo coltivano patate e allevano pecore, che salvano letteralmente il villaggio dall'estinzione: le pecore forniscono sia lana per i vestiti che latte per il cibo, compreso il formaggio fatto in casa.
La scuola locale ha difficoltà a trovare insegnanti, dato che non tutti sono disposti a vivere così lontano dalla civiltà. Tuttavia, Kurush ha un discreto successo tra turisti e alpinisti, che ne hanno fatto la loro base per lanciarsi poi alla scoperta delle vette più affascinanti delle montagne del Caucaso.
Negli anni '50, in questo villaggio si contavano circa 1.500 persone che vivevano di pesca. Ma nel 2010 (anno del più recente censimento della Russia), la popolazione si è ridotta a sole 300 anime. Ciò è dovuto in gran parte alla comparsa dei pescherecci a strascico, che hanno decimato le riserve ittiche e distrutto le alghe che impedivano alla sabbia della costa di essere spazzata via dal vento. Di conseguenza, il villaggio è stato completamente ricoperto di sabbia, e Shoyna si è trasformato nel deserto marino più settentrionale del mondo.
Per alcuni residenti, l'unico modo per uscire di casa è attraverso una finestra, poiché le porte sono completamente bloccate dalla sabbia. Oggi, la maggior parte di loro sopravvive allevando oche e pernici e coltivando ortaggi nei propri orti. Ci sono voli settimanali dalla penisola verso Arkhangelsk e Naryan-Mar. La gente del posto porta con sé tutto ciò di cui ha bisogno, compresi il carburante e i materiali da costruzione: d'estate via mare, d'inverno via strada con le motoslitte. Per quanto riguarda il tempo libero, ci sono una scuola di ballo e internet.
A causa delle tempeste di sabbia e del degrado generale, Shoyna non è una meta popolare tra i turisti; tuttavia, il villaggio vanta alcuni paesaggi molto pittoreschi. Per attirare i visitatori, gli abitanti di Shoyna hanno addirittura girato un video sulle bellezze naturali del posto. Guardatelo qui!
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