Sin dai tempi più antichi, la Piazza Rossa è stata il luogo principale del commercio moscovita. Qui, nel punto in cui sorge la piattaforma rialzata chiamata Lobnoe Mesto, il popolo si riuniva, venivano proclamati gli ordini più importanti degli zar e, non di rado, si tenevano delle esecuzioni dimostrative. Tanto che “Lobnoe Mesto” è diventata un’espressione popolare con la quale si intende il patibolo.
Al tempo dell’Unione Sovietica, quando Mosca tornò capitale, la Piazza Rossa divenne il palcoscenico delle parate e delle cerimonie ufficiali di Stato. E la grande parata in onore della Vittoria nella Grande Guerra patriottica (la Seconda guerra mondiale) si tiene ancora qui, in pompa magna ogni anno, il 9 di maggio.
Situata subito fuori dalle mura del Cremlino, la Piazza Rossa è un luogo strategico. Qui sono tanti i divieti, è pieno di telecamere e, a quanto si dice, anche di agenti speciali in borghese. Eppure ci sono stati accadimenti incredibili, che neanche i migliori uomini della sicurezza sono riusciti a prevedere e impedire.
Verso la fine della Guerra Fredda, nel 1987, un pilota amatoriale tedesco fece scalpore: senza la benché minima autorizzazione atterrò sul Ponte Bolshoj Moskvoretskij, che dà sulla Piazza Rossa, e arrivò fino alla Cattedrale di San Basilio, fermando là il suo velivolo.
Dopo aver preso in affitto un piccolo aereo, ed essere ripartito da Helsinki, riuscì a superare il confine sovietico senza essere avvistato dai radar. Quindi, quando fu intercettato, i comandi militari furono a lungo troppo prudenti: non volevano abbattere un aereo civile e si limitarono a seguirne il tragitto, perdendolo poi di vista.
Uscendo dalla cabina, Mathias Rust, allora diciannovenne, iniziò a firmare autografi, ma già un’ora dopo era in arresto, accusato di vandalismo, infrazioni alle leggi sull’aviazione e varco di confine non autorizzato. Passò oltre un anno in carcere. Più di duemila ufficiali vennero licenziati per aver permesso un fatto simile. Per approfondire, leggete qui.
Nel 1991 i giovani esponenti del gruppo artistico Eti (Ekspropriatsja territorii iskusstva; “Esproprio del territorio dell’arte”) formarono con i propri corpi sulla Piazza Rossa la celebre parola di tre lettere che in russo esprime in modo volgare l’organo sessuale maschile. Promotore della performance fu Anatolij Osmolovskij, uno dei fondatori della performance art moscovita degli anni Novanta.
La performance non durò molto: circa un minuto, dopodiché la milizia (la polizia si chiamava ancora così) portò tutti in centrale.
Il senso dell’azione era una protesta contro il rafforzamento del divieto di uso di parolacce in luoghi pubblici. In seguito i performer furono appoggiati da vari esponenti del mondo culturale, nelle cui opere erano presenti esempi di turpiloquio.
Ne 1995 l’artista-performer Aleksandr Brener (che nel 1997 ha imbrattato un quadro di Malevich ad Amsterdam) decise di lanciare una sfida al primo presidente della Russia, Boris Eltsin. In un freddo giorno di febbraio si presentò sulla Piazza Rossa con i guantoni da boxe e in pantaloncini e iniziò a scandire “Eltsin, vieni fuori!”.
La performance passò alla storia con il nome di “Primo guanto” e rappresentò una protesta contro l’invio delle forze armate in Cecenia su ordine di Eltsin.
A quanto ricorda il gallerista Marat Gelman, che aiutò Brener a organizzare l’azione, la milizia arrestò il “boxeur” solo dopo mezz’ora di performance, e lo rilasciò in fretta.
Nel giorno della Festa della polizia, il 10 novembre 2013, un altro artista performer, Pjotr Pavlenskij, si presentò completamente nudo sulla Piazza Rossa e, presi chiodi e martello, si inchiodò lo scroto al selciato della piazza. Anche in precedenza era famoso per proteste e performance autolesioniste, (come quando si era arrotolato nudo nel filo spinato o quando si era cucito la bocca), ma in questa occasione superò se stesso.
La polizia lo coprì con un lenzuolo, in attesa dell’ambulanza, e i soccorritori aiutarono Pavlenskij a liberarsi.
Secondo le parole dell’artista, la performance era una metafora dell’apatia politica della società russa. Per saperne di più su questo controverso artista, leggete qui.
Per il 120º anniversario dell’apertura dei grandi magazzini Gum, nel 2013, sulla Piazza Rossa venne piazzato un padiglione espositivo di Vuitton a forma di enorme valigia, di 9x13 metri. Il progetto pubblicitario aveva anche un fine benefico: i soldi della vendita dei biglietti sarebbero andati alla Naked Heart Foundation della modella Natalja Vodjanova.
Nonostante ciò, la vista del gigantesco corpo estraneo nel cuore della capitale scombussolò a tal punto i moscoviti e generò un numero tale di meme, che le autorità ordinarono di smontare il padiglione prima ancora dell’inaugurazione.
Dopo lo scandalo del valigione, il presidente Putin firmò una lista delle manifestazioni che si possono tenere sulla Piazza Rossa. Tra di esse c’è la Parata della Vittoria, il festival di canzoni militari “Spasskaja Bashnja”, i mercatini di Natale con la pista di pattinaggio su ghiaccio e il Festival dei libri.
Dieci star che avreste potuto incontrare sulla Piazza Rossa
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