Perché in Russia si fa l’albero di Capodanno, e non di Natale?

Elena Afonina/TASS
Ai tempi dell’Urss, le feste religiose e borghesi vennero trasformate in feste laiche, e le tradizioni come quella del decorare l’abete e scambiarsi i doni vennero spostate verso la notte del 31 dicembre. Così l’albero ha perso ogni legame con la natività di Cristo e viene addobbato anche dalle minoranze religiose, tra cui musulmani e buddisti

Questa è la città di Groznij, la capitale della Repubblica Cecena, dove la maggior parte dei residenti sono musulmani. Un enorme albero brilla proprio accanto alla Moschea dedicata Akhmad Kadyrov (una delle più grandi della Russia). Le persone cercano regali in un tradizionale mercatino di Natale, mentre i bambini se la spassano nell’area dei divertimenti.

Questa è Ulan-Udè, la capitale della Buriazia, una delle regioni buddiste della Russia. Un albero decorato abbellisce la piazza principale (che porta il nome di Lenin, leader bolscevico e ateo giurato).

Naturalmente, né buddisti né musulmani celebrano il Natale, ma se venite in Russia a dicembre e a gennaio, sarete accecati in ogni regione dalle luci sfavillanti degli onnipresenti alberi di Natale. Questo perché non sono alberi di Natale, ma alberi di Capodanno. E peraltro si trovano non solo all’esterno. Secondo un sondaggio, l’82% di tutti i russi addobbano un abete a casa (in totale, oltre il 90% delle persone mette qualche decorazione a tema natalizio).

Niente a che vedere con la religione

La tradizione di decorare l’abete arrivò in Russia dall’Europa all’inizio del XVIII secolo. Dopo la Grande Ambasceria in Europa, il lungo viaggio in Occidente, lo zar Pietro il Grande ordinò di festeggiare il 1° gennaio  e di addobbare un albero di Natale (i russi festeggiavano il Natale il 25 dicembre, come i cattolici; la differenza di data si è avuta dal 1918 con il passaggio della Russia al calendario gregoriano). Tuttavia, gli alberi decorati erano popolari soprattutto tra la diaspora tedesca a San Pietroburgo fino alla metà del XIX secolo, quando fu installato il primo abete festivo nella stazione ferroviaria Moskovskij. Alla gente piacque e iniziò a farselo anche a casa! Anche il balletto russo più celebre, “Lo schiaccianoci” di Pjotr Chaikovskij, è ambientato “sotto l’albero di Natale”.

Dopo la Rivoluzione, i bolscevichi cercarono di sostituire le festività religiose (“borghesi”) con quelle laiche. Negli anni Trenta, iniziarono a organizzare feste di Capodanno per bambini sovietici, che erano chiamati “jolki” (“abeti” in russo). Questi “jolki” di solito includevano uno spettacolo con Ded Moroz (“Nonno Gelo”, il Babbo Natale russo) e sua nipote Snegurochka, molte attività divertenti e regali dolci. La nuova tradizione si diffuse rapidamente in tutta l’Unione Sovietica. È così che l’albero di Natale si trasformò per i russi nell’albero di Capodanno. E questo è il motivo per cui Capodanno è ancora la festa più importante dell’anno per tutte le persone in Russia (e nelle ex repubbliche sovietiche).

Aleksandra Karlinskaja, di Mosca, è cresciuta in una famiglia non religiosa nella quale il Capodanno è sempre stata una festa molto importante. “Alla fine di dicembre, decoravamo solennemente l’abete con mia madre, preparavamo cibi deliziosi e invitavamo ospiti. Quando ero bambina, era come per magia, come nei film americani”. Diversi anni fa, ha iniziato a seguire il casherut (cibi che gli ebrei sono autorizzati a mangiare secondo la legge ebraica) e ha iniziato a rispettare le festività ebraiche. “Tuttavia”, dice, “non ho intenzione di fare a meno dell’abete, dei mandarini e dello champagne il 31 dicembre!” Per lei, questa tradizione non è collegata ad alcuna prescrizione religiosa, è solo “un motivo per riunirsi con le persone care, scambiare doni e divertirsi! “Per George Pitchkhadze, che ha radici georgiane e israeliane, l’albero delle feste “è tanto di Natale quanto di Hanukkah; e spesso lo chiamiamo Hanukkah Bush”.

Un periodo magico per i bambini e una vacanza per gli adulti!

Oggi, in Russia, ci sono vacanze invernali ufficiali dal 1º all’8 gennaio (che includono il Natale ortodosso, il 7 gennaio), che si osservano in tutto il Paese. Tuttavia, in alcune regioni in cui la maggior parte degli abitanti non sono cristiani ortodossi, ci sono anche differenti festività ufficiali: ad esempio, in Buriazia, Tuva, Repubblica dell’Altaj e Calmucchia, si celebra il capodanno buddista chiamato Tsagaan Sar (di solito a febbraio).

Nelle musulmane Cecenia, Bashkortostan e Tatarstan ci sono anche giorni di festa in occasione di Id al-fitr (la fine del Ramadan) e Id al-adha (la festa del sacrificio). Ciononostante, tutti addobbano anche un albero di Natale (o meglio di Capodanno) a casa, in occasione del 31 dicembre. E ciò che è più interessante è che ogni diversa regione russa ha il suo Babbo Natale, un portatore di regali con la barba bianca in un costume sgargiante. In Tatarstan, si chiama Kysh Babai, in Buriazia Saagan Ubugun, in Jakuzia Ehee Gyul…

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“Per me non esiste alcun legame tra la religione e l’albero di Capodanno. È solo un simbolo del nuovo anno e della festa dei bambini”, afferma Munir Minibajev di Ufa, capoluogo del Bashkortostan, musulmano. “Questa è la nostra tradizione dei tempi sovietici, quando non dividevamo le persone per motivi religiosi”. Aggiunge che in Bashkortostan è comune che persone di diverse confessioni si sposino tra di loro e, naturalmente, celebrino le festività insieme.


Come si festeggiava l’arrivo del Nuovo Anno in Urss 

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