Ma quanti Babbo Natale ci sono in Russia? La fotogallery

Vladislav Ushakov/Sputnik
Il Paese è grande, e nelle varie regioni ci sono tradizioni diverse. E oltre al panrusso Ded Moroz (Nonno Gelo), sono tanti i suoi colleghi impegnati a portare regali

1. Ded Moroz (Nonno Gelo) – Tutta la Russia

Protagonista e simbolo del Capodanno, Ded Moroz (Nonno Gelo) ufficialmente ha la residenza a Velikij Ustjug, 460 chilometri a nordest di Mosca, nella Regione di Vologda. Proprio là, da tutta la Russia, arrivano le letterine dei bambini con le richieste dei regali. Insieme a Ded Moroz, lavora instancabilmente per consegnare i doni la sua nipotina, Snegurochka (Signorina Neve). Senza di loro è impossibile persino immaginare le feste.

Ded Moroz è facilmente riconoscibile: porta una lunga pelliccia celestina (o a volte rossa) orlata di bianco e un cappello che fa pendant, e ha una lunghissima barba bianca. In mano regge un lungo bastone: secondo la leggenda con esso può congelare e scongelare qualsiasi essere vivente.

2. Kysh Babaj – Tatarstan

Nella musulmana repubblica del Tatarstan, nel villaggio di Jana Kyrlaj, vive il fratello di Ded Moroz, Kysh Babaj. Al posto della pelliccia porta un caffetano azzurro, e al posto del cappello, la tjubetejka, il tipico copriсapo centroasiatico. Non lo aiuta una nipote, ma la figlia: Kar Kyzy. Insieme a loro vivono anche altre creature magiche: lo spiritello del bosco Shurale, il diavoletto buono Shajtàn e il coraggioso bogatyr Batyr.

3. Talvi Ukko – Carelia

In traduzione dal careliano, Talvi Ukko significa “Ghiaccio invernale”. Vive non lontano dalla capitale di questa repubblica del Nord russo, Petrozavodsk, con i suoi aiutanti: le renne, gli husky e gli Alaskan malamute. Cosicché, alla sua residenza arrivano non solo per i regali, ma anche per andare in slitta trainati da renne e cani, e per bere un tè fumante accompagnato dai tipici dolcetti della Carelia, i kalitki

4. Pakkajte – Carelia

Sempre in Carelia, ma nella cittadina medievale di Olonets, nel sud della Repubblica, vive ancora un altro Babbo Natale: Pakkajne, guardando il quale, a prima vista non capireste mai chi sia davvero. Il suo nome, in traduzione, significa “freddino”. Secondo la leggenda, Pakkajne era un ragazzo sempre allegro, che amava i divertimenti invernali e i viaggi. Ma amava anche stare a farsi bello davanti allo specchio. Dicono che in ogni città che visitava, il suo riflesso continuava a vivere dopo di lui, ma ogni anno, il 1° dicembre, tutte questi riflessi andavano a Olonets, cercando di dimostrare che erano il vero Pakkajne. Vero o no che sia, ogni inverno nella sua residenza vengono organizzate feste popolari e concorsi di Babbo Natale. Con Talvi Ukko e Ded Moroz, Pakkajte è in buone relazioni, e li considera suoi fratelli maggiori.

5. Ekhee Dyyl e Chyskhaan – Jakuzia

In Jakuzia vivono ben due Babbo Natale. Chyskhaan è severo, rigido come l’inverno della taiga. Il suo nome si traduce come “freddo penetrante”, ed è metà uomo e metà toro. Quando gli crescono le corna, in Jakuzia inizia l’inverno, e quando gli cadono, arriva la primavera. Il sovrano del freddo ha una moglie, Cholbon Kuo, Donna-Stella, mentre sua suocera è la Donna-Inverno.

L’altro, il buon Ekhee Dyyl, porta in giro i bambini sulle slitte con le renne e consegna i regali. Ha una nipote, Kharchaana, ma solo i più resistenti possono arrivare fino alla loro residenza: vivono infatti a Ojmijakon, il posto più freddo in assoluto di tutta la Russia, dove le temperature scendono fino a -70 ºC.

6. Jamal Iri – Jamal

Il Babbo Natale nenets vive ai confini della terra, ha una barba lunga e bianca ed è sempre imbacuccato nelle vesti tradizionali dei pastori nomadi del nord, e tra le mani ha un tamburello rituale.
Con l’aiuto di questo strumento, Jamal Iri allontana gli spiriti maligni dalle case infestate. Se avete un desiderio, toccate il suo bastone e sicuramente si realizzerà.

7. Tol Babaj – Udmurtia

Il gigante Tol Babaj ha un bastone ritorto a forza di lunghe peregrinazioni in giro per il mondo. Le leggende dicono che durante gli anni di viaggio abbia imparato la lingua di animali e piante, mentre gli uomini erano sempre un po’ impauriti dal gigante. Solo i bambini volevano essere suoi amici. Così, porta sempre ai suoi piccoli amici dei doni e li invita a fargli visita. Lo riconoscerete facilmente dalla pelliccia viola e dalla scatola di corteccia di betulla in cui trasporta i regali.

8. Khel Muchi – Ciuvascia

Anticamente le genti della Ciuvascia festeggiavano il Capodanno in occasione della festa di Surkhuri (che si traduce: “zampa di pecora”, perché dopo la festa afferravano per la zampa una pecora nella stalla, e a seconda delle sue zampe, bianche o nere, facevano divinazioni sull’anno venturo). I principali protagonisti magici della festa ciuvascia sono Khel Muchi e sua nipote Jur Pike. Nel loro arsenale magico c’è un samovar parlante, un cassone pieno di desideri e di ore “felici”. Si ritiene che se si incontra Hel Muchi a Capodanno, l’anno venturo sarà felice.

9. Sagan Ubgen – Buriazia

In questa repubblica buddista sul Lago Bajkal adorano questo “vecchio bianco”. Si ritiene che sia portatore di pace, longevità, e benessere materiale. Sagan Ubgen ha sempre con sé un bastone dalla testa di drago, uno dei simboli principali del buddismo.

10. Artkhuron – Ossezia del Nord

Il nome di questo Babbo Natale caucasico può essere tradotto come Nonno Fuoco. Artkhuron rappresenta l’antica divinità del fuoco e del sole e manda alle persone ricchezza e benessere. In suo onore, in Ossezia, prima di Capodanno preparano una speciale torta rotonda che, secondo la leggenda, porta la felicità.

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