Protagonista e simbolo del Capodanno, Ded Moroz (Nonno Gelo) ufficialmente ha la residenza a Velikij Ustjug, 460 chilometri a nordest di Mosca, nella Regione di Vologda. Proprio là, da tutta la Russia, arrivano le letterine dei bambini con le richieste dei regali. Insieme a Ded Moroz, lavora instancabilmente per consegnare i doni la sua nipotina, Snegurochka (Signorina Neve). Senza di loro è impossibile persino immaginare le feste.
Ded Moroz è facilmente riconoscibile: porta una lunga pelliccia celestina (o a volte rossa) orlata di bianco e un cappello che fa pendant, e ha una lunghissima barba bianca. In mano regge un lungo bastone: secondo la leggenda con esso può congelare e scongelare qualsiasi essere vivente.
Nella musulmana repubblica del Tatarstan, nel villaggio di Jana Kyrlaj, vive il fratello di Ded Moroz, Kysh Babaj. Al posto della pelliccia porta un caffetano azzurro, e al posto del cappello, la tjubetejka, il tipico copriсapo centroasiatico. Non lo aiuta una nipote, ma la figlia: Kar Kyzy. Insieme a loro vivono anche altre creature magiche: lo spiritello del bosco Shurale, il diavoletto buono Shajtàn e il coraggioso bogatyr Batyr.
In traduzione dal careliano, Talvi Ukko significa “Ghiaccio invernale”. Vive non lontano dalla capitale di questa repubblica del Nord russo, Petrozavodsk, con i suoi aiutanti: le renne, gli husky e gli Alaskan malamute. Cosicché, alla sua residenza arrivano non solo per i regali, ma anche per andare in slitta trainati da renne e cani, e per bere un tè fumante accompagnato dai tipici dolcetti della Carelia, i kalitki.
Sempre in Carelia, ma nella cittadina medievale di Olonets, nel sud della Repubblica, vive ancora un altro Babbo Natale: Pakkajne, guardando il quale, a prima vista non capireste mai chi sia davvero. Il suo nome, in traduzione, significa “freddino”. Secondo la leggenda, Pakkajne era un ragazzo sempre allegro, che amava i divertimenti invernali e i viaggi. Ma amava anche stare a farsi bello davanti allo specchio. Dicono che in ogni città che visitava, il suo riflesso continuava a vivere dopo di lui, ma ogni anno, il 1° dicembre, tutte questi riflessi andavano a Olonets, cercando di dimostrare che erano il vero Pakkajne. Vero o no che sia, ogni inverno nella sua residenza vengono organizzate feste popolari e concorsi di Babbo Natale. Con Talvi Ukko e Ded Moroz, Pakkajte è in buone relazioni, e li considera suoi fratelli maggiori.
In Jakuzia vivono ben due Babbo Natale. Chyskhaan è severo, rigido come l’inverno della taiga. Il suo nome si traduce come “freddo penetrante”, ed è metà uomo e metà toro. Quando gli crescono le corna, in Jakuzia inizia l’inverno, e quando gli cadono, arriva la primavera. Il sovrano del freddo ha una moglie, Cholbon Kuo, Donna-Stella, mentre sua suocera è la Donna-Inverno.
L’altro, il buon Ekhee Dyyl, porta in giro i bambini sulle slitte con le renne e consegna i regali. Ha una nipote, Kharchaana, ma solo i più resistenti possono arrivare fino alla loro residenza: vivono infatti a Ojmijakon, il posto più freddo in assoluto di tutta la Russia, dove le temperature scendono fino a -70 ºC.
Il Babbo Natale nenets vive ai confini della terra, ha una barba lunga e bianca ed è sempre imbacuccato nelle vesti tradizionali dei pastori nomadi del nord, e tra le mani ha un tamburello rituale.
Con l’aiuto di questo strumento, Jamal Iri allontana gli spiriti maligni dalle case infestate. Se avete un desiderio, toccate il suo bastone e sicuramente si realizzerà.
Il gigante Tol Babaj ha un bastone ritorto a forza di lunghe peregrinazioni in giro per il mondo. Le leggende dicono che durante gli anni di viaggio abbia imparato la lingua di animali e piante, mentre gli uomini erano sempre un po’ impauriti dal gigante. Solo i bambini volevano essere suoi amici. Così, porta sempre ai suoi piccoli amici dei doni e li invita a fargli visita. Lo riconoscerete facilmente dalla pelliccia viola e dalla scatola di corteccia di betulla in cui trasporta i regali.
Anticamente le genti della Ciuvascia festeggiavano il Capodanno in occasione della festa di Surkhuri (che si traduce: “zampa di pecora”, perché dopo la festa afferravano per la zampa una pecora nella stalla, e a seconda delle sue zampe, bianche o nere, facevano divinazioni sull’anno venturo). I principali protagonisti magici della festa ciuvascia sono Khel Muchi e sua nipote Jur Pike. Nel loro arsenale magico c’è un samovar parlante, un cassone pieno di desideri e di ore “felici”. Si ritiene che se si incontra Hel Muchi a Capodanno, l’anno venturo sarà felice.
In questa repubblica buddista sul Lago Bajkal adorano questo “vecchio bianco”. Si ritiene che sia portatore di pace, longevità, e benessere materiale. Sagan Ubgen ha sempre con sé un bastone dalla testa di drago, uno dei simboli principali del buddismo.
Il nome di questo Babbo Natale caucasico può essere tradotto come Nonno Fuoco. Artkhuron rappresenta l’antica divinità del fuoco e del sole e manda alle persone ricchezza e benessere. In suo onore, in Ossezia, prima di Capodanno preparano una speciale torta rotonda che, secondo la leggenda, porta la felicità.
Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul Capodanno russo
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