La Banca Centrale si aspetta una ripresa delle entrate reali e dei consumi non prima del 2018.
Shutterstock/Legion MediaVerso la metà di dicembre i prezzi del petrolio, a cui sono legate anche le quotazioni del petrolio russo Urals, nelle borse internazionali hanno diverse volte toccato i minimi degli ultimi 7 anni. Le quotazioni si erano attestate anche al di sotto dei 38,5 dollari.
Le ragioni principali sarebbero da imputare a un eccesso di produzione nei mercati petroliferi e al rifiuto da parte dei membri dell’Opec di diminuire le quote di estrazione.
I pessimisti prevedono che il prezzo del petrolio potrebbe calare fino a 40 dollari e la recessione continuare
Il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, ritiene che la domanda e le tariffe del petrolio continueranno a diminuire anche il prossimo anno. In definitiva i prezzi petroliferi potrebbero calare fino a 30 dollari al barile. Tuttavia, il ministro ha ricordato che nel bilancio del prossimo anno per i prezzi del petrolio sono ipotizzati circa 50 dollari al barile. “Ora vanno delineati degli scenari a rischio che tengano conto delle ripercussioni che potrebbero verificarsi nel caso di un ulteriore calo delle tariffe”, ha sottolineato Siluanov il 12 dicembre nel corso di una seduta a Kazan.
Il prezzo del petrolio inferiore ai 40 dollari rientra anche in uno scenario di rischio ipotizzato dalla Banca Centrale. In questo caso, secondo le stime della Banca Centrale, l’economia potrebbe diminuire ancora del 2–3%, e potrebbe proseguire anche il calo degli investimenti. A detta della presidente della Banca Centrale, Elvira Nabiullina, "negli ultimi anni l’attualità di questo scenario risulta ancora più verosimile".
Va ricordato che le entrate del bilancio russo per oltre il 50% dipenderanno dai fatturati del petrolio. Il prossimo anno il deficit del bilancio, secondo l’ordine del Presidente, non dovrà superare il 3% .
Se il prezzo del petrolio calasse fino a 35 dollari, per la formazione del bilancio russo del 2016 con un deficit massimo ipotizzabile del 3%, il dollaro dovrebbe attestarsi sui 94 rubli (con un calo del rublo pari ancora al 34%, ndr). Queste stime elaborate da Bank of America Merrill Lynch sono state riportate dal giornale Rbk. Come scrive Vladimir Osakovsky, il principale esperto economico di Bofa Merrill Lynch, specializzato sull’economia della Russia e dei Paesi Csi, in presenza di rilevanti cambiamenti delle tariffe petrolifere il prezzo del rublo assai probabilmente diventerebbe il principale strumento di controllo delle entrate del bilancio.
La Banca Centrale prevede che nel 2016 persino con una quotazione di 50 dollari al barile per il petrolio continuerebbe a sussistere un processo di contrazione economica nel range dello 0,5–1%. Il Fondo monetario internazionale e la Banca Mondiale hanno valutato analoghe previsioni di recessione economica ipotizzando un prezzo al barile intorno ai 50-53 dollari.
L’economista Sergej Aleksashenko ritiene che uno dei principali problemi del prossimo anno sarà costituito dall’elevato tasso d’inflazione (15% a novembre) e dalla caduta del reddito reale della popolazione. “Purtroppo, per il 2016 non si devono prevedere particolari miglioramenti: nel budget federale russo non ci sono risorse per aumentare gli stipendi del pubblico impiego. In un tale contesto la popolazione riduce le spese per l’acquisto di beni durevoli quali auto e alloggi, il che rallenta ulteriormente i tempi di crescita economica”, spiega a Rbth Aleksashenko.
La Banca Centrale si aspetta una ripresa delle entrate reali e dei consumi non prima del 2018.
Gli ottimisti credono nella “ripresa economica”
Le stime del Ministero per lo Sviluppo economico sono invece più ottimistiche. A detta del capo del dicastero, Aleksej Ulyukaev, il periodo di volatilità dei prezzi del petrolio dovrebbe durare all’incirca due, tre trimestri. “Verso la metà del 2016 è assai probabile che si raggiunga un nuovo equilibrio tra la domanda e l’offerta nel mercato del petrolio”, ha dichiarato Ulyukaev il 9 dicembre durante l’“ora governativa” al Consiglio della Federazione. Mediamente nel 2016 il Ministero per lo Sviluppo economico prevede ancora per il petrolio un prezzo di 50 dollari al barile. In conseguenza di ciò il ministero ipotizza una ripresa del Pil intorno allo 0,7% entro la fine dell’anno. In parte l’andamento dell’ultimo trimestre del 2015 confermerebbe questa stima: nel settembre-novembre del 2015 il Pil ha mostrato di crescere dello 0,1-0,2%.
Consensus Bloomberg prevede per il 2016 un prezzo di 55,5 dollari barile, ad attendersi una tariffa inferiore a 50 dollari sono soltanto 5 analisti su 27.
“Le fasi più negative dell’economia russa si sono già manifestate. In questo contesto anche se dovesse verificarsi in seguito un trend economico parzialmente negativo, l’imprenditoria potrebbe cominciare a sviluppare degli anticorpi”, concorda Vasily Yakimkin, docente della Facoltà di Scienze bancarie e finanziarie dell’Accademia russa di Economia nazionale e pubblica amministrazione. Secondo l’esperto, nel 2016 le cose potrebbero nettamente migliorare nell’industria alimentare e in quella chimica e farmaceutica. “Già ora in questi settori sono più evidenti gli esiti della politica di sostituzione delle importazioni. Perciò si può ipotizzare che nel complesso il Pil possa mostrare una crescita parziale solo dopo il primo trimestre del 2016”, conclude Yakimkin.
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