Cinque scrittori stranieri che in Russia sono considerati “dei nostri”

Kira Lisitskaya (Foto: Dominio pubblico, Peter Jackson/New Line Cinema Metro-Goldwyn-Mayer, 2012)
Ci sono autori talmente familiari al lettore russo da dimenticare che venivano da altre culture e che i loro testi sono tradotti…

Tra gli autori stranieri contemporanei più popolari in Russia ci sono J. K. Rowling, Stephen King, Elizabeth Gilbert, Yuval Noah Harari e molti altri. Ma che dire dei buoni vecchi classici stranieri?

I russi conoscono molto bene la letteratura mondiale (soprattutto occidentale, ma non solo). Esiste un programma di lettura scolastico obbligatorio, che comprende opere di Charles Dickens, Oscar Wilde, Mark Twain, Edgar Alan Poe, Jules Verne, H. G. Wells, O. Henry, e molti altri scrittori. E l’amore dei geologi sovietici per Jack London ha fatto sì che un remoto lago scoperto in Siberia venisse battezzato in suo onore.

Di seguito sono elencati gli autori con cui i russi hanno avuto le relazioni più lunghe e forti.

1 / William Shakespeare

William Shakespeare (1564-1616)

Shakespeare è percepito da molti russi come un autore molto vicino e amato. Nella commedia cult sovietica di Eldar Rjazanov “L’incredibile signor Detockin” (titolo originale russo: “Берегись автомобиля”; “Beregis avtomobilja”; ossia “Attento alla macchina”), il personaggio del regista teatrale dilettante dice una frase che è diventata iconica: “Non dovremmo, amici miei, accettare la sfida di mettere in scena William, il nostro, Shakespeare?”. Il nostro William Shakespeare!

Il grande amore per il bardo è iniziato all’inizio del XIX secolo in Russia, con l’anglomania e le numerose traduzioni delle opere di Shakespeare direttamente dall’inglese. Shakespeare ha letteralmente stravolto le menti degli scrittori russi.

Ivan Turgenev, che tradusse molte opere di Shakespeare, scrisse che “l’ombra di Shakespeare pesa sulle spalle di tutti gli scrittori drammatici; essi non possono trattenersi dall’imitarlo”. E Aleksandr Pushkin ammise che il suo dramma storico “Boris Godunov” era ispirato a Shakespeare.

Edizione sovietica delle “Tragedie” di William Shakespeare

Le trame e i personaggi di Shakespeare vengono costantemente ripensati dagli scrittori russi. Una delle più celebri rielaborazioni è stata “Una Lady Macbeth del distretto di Mtsensk” di Nikolaj Leskov, che ha trasferito la trama tragica in una provincia russa.

All’inizio del XX secolo ci fu un altro boom di traduzioni di Shakespeare. Una delle traduzioni più classiche fu fatta da Samuil Marshak e Boris Pasternak.

Quest’ultimo sentì una grande influenza del Bardo, e una delle poesie del Dottor Zivago si intitola “Amleto”.

Nel 2016, nell’ambito dell’“Anno della lingua e della letteratura tra Regno Unito e Russia”, un intero treno della metropolitana di Mosca è stato decorato con immagini e citazioni di Shakespeare. Nel 2022, uno dei teatri più alla moda di Mosca ha messo in scena la prima della pièce “Amleto a Mosca”. Ma c’è anche un celebre russo che detestava Shakespeare: è Lev Tolstoj!

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2 / Alexandre Dumas

Alexandre Dumas padre (1802-1870)

Alexandre Dumas era così popolare in Unione Sovietica che ogni ragazzo sovietico lo leggeva fino allo sfinimento immaginando di essere D’Artagnan (o uno qualsiasi degli altri tre moschettieri!). A volte i lettori più giovani non sapevano nemmeno che Dumas fosse francese. Era “Aleksandr”, proprio come Pushkin!

In realtà, il mito e la teoria del complotto più noti sono quelli secondo cui Pushkin non sarebbe morto dopo essere stato colpito in un duello, ma si sarebbe trasferito in Francia e avrebbe iniziato a scrivere con il nome di Alexandre Dumas. Ci sono persino alcuni fatti comuni nelle loro biografie che hanno fatto credere che Dumas e Pushkin fossero la stessa persona. Riuscite a immaginarlo?

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Edizione sovietica del romanzo “I tre moschettieri” di Alexandre Dumas”

Alcune traduzioni in russo di scarsa qualità delle opere di Dumas furono realizzate nel XIX secolo, subito dopo la pubblicazione dei suoi romanzi in Francia. Ma sembra che, all’epoca, fosse Dumas a essere più interessato alla Russia e alla letteratura russa che viceversa. Nel suo romanzo intitolato “Mémoires d’un maître d’armes, ou dix huits mois à Saint-Pétersbourg”, un personaggio si reca in Russia come maestro di scherma. Lo stesso Dumas andò in Russia e tradusse in francese le opere di Aleksandr Pushkin e Mikhail Lermontov.

Nel XX secolo, il pubblico russo si è aperto a Dumas grazie a tre donne: Vera Waldman, Ksenia Ksanina e Deborah Livshitz. La loro co-traduzione de “I tre moschettieri”, realizzata nel 1949, è stata ristampata e ripubblicata 53 volte, con milioni di copie stampate. E, naturalmente, un successivo adattamento cinematografico sovietico con Mikhail Bojarskij nel ruolo di D’Artagnan è diventato un’icona!

3 / J. R. R. Tolkien

J. R. R. Tolkien (1892-1973)

Tolkien ebbe i suoi primi ammiratori in Urss negli anni Sessanta. All’inizio, i suoi libri venivano distribuiti in inglese da appassionati che realizzavano copie “samizdat” dei libri che i rari visitatori dell’Occidente portavano con sé. Vennero subito realizzate diverse traduzioni amatoriali, ma la censura sovietica era sospettosa nei confronti dell’autore “occidentale” e, per molto tempo, i libri di Tolkien non furono ufficialmente disponibili in Unione Sovietica. Durante la Guerra Fredda, Mordor poteva addirittura essere percepita come una metafora dell’Urss…

La prima traduzione de “Lo Hobbit” vide la luce nel 1976. La storia fu percepita come una favola, quindi fu approvata dalla censura e, inoltre, fu presto messa in scena nei teatri per ragazzi. “Il Signore degli Anelli” ebbe invece un destino meno fortunato. La prima volta che la censura sovietica ne permise la pubblicazione fu nel 1982, quando il primo volume uscì nella traduzione di Andrej Kistjakovskij e Vladimir Muravjov. I poveri fan dovettero aspettare altri otto anni per la pubblicazione del secondo e del terzo volume (a causa dei problemi e poi della morte di uno dei traduttori).

“Il racconto dell’anello”. Questo il titolo del libro di J. R. R. Tolkien nell’edizione sovietica

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Ci sono stati due adattamenti di Tolkien sulla Tv sovietica molto prima dei film di Peter Jackson: “Il favoloso viaggio del signor Bilbo Baggins” (“Skazochnoe puteshestvie mistera Bilbo Begginsa”; “Сказочное путешествие мистера Бильбо Беггинса”; 1985) basato su “Lo Hobbit” e “I guardiani” (“Khraniteli”; “Хранители”; 1991) basato su “Il Signore degli Anelli”.

Già negli anni Ottanta in Urss si era formata un’intera sottocultura di tolkieniani dopo le traduzioni ufficiali. I fan di Tolkien e della sua Terra di Mezzo organizzavano persino giochi di ruolo su larga scala.

L’amore e l’interesse non si sono placati fino a oggi. Tolkien è incluso nel programma di lettura facoltativo delle scuole. Oggi esistono decine di traduzioni de “Il Signore degli Anelli”, le cui caratteristiche linguistiche e artistiche sono ancora oggetto di dibattito tra esperti e appassionati, che le confrontano tra loro e con l’originale.

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4 / George Orwell

George Orwell (1903-1950)

Dal 2010 (!) e fino ad oggi, il romanzo distopico “1984” di George Orwell è in testa alle vendite di libri in Russia, con circa due milioni di copie vendute in questo periodo. Sebbene l’interesse per questo libro sia in crescita, l’amore dei russi per Orwell è iniziato molto tempo fa.

I suoi libri sono stati vietati in Urss per molti anni e, come ogni cosa vietata, hanno suscitato un enorme interesse. Inoltre, negli anni Sessanta, “1984” e “La fattoria degli animali” (che contenevano entrambi evidenti allusioni all’Unione Sovietica) furono stampati in proprio e diffusi tramite il “samizdat”.

“1984” fu pubblicato in Urss solo nel 1988, ironia della sorte, visto il futuro che preannunciava. Anche allora il romanzo ottenne una grande popolarità tra i lettori sovietici.

Edizione speciale sovietica del 1984 di “1984” di George Orwell. Le copie potevano essere distribuite solo secondo una lista speciale approvata dal Partito Comunista

Tra l’altro, prima di scrivere “1984”, Orwell aveva letto il romanzo distopico “Noi” (1920) dello scrittore russo Evgenij Zamjatin e ne era rimasto profondamente colpito. Orwell riconobbe il proprio debito letterario nei confronti di Zamjatin e da allora numerosi studiosi hanno evidenziato le somiglianze tra i due libri.

Il genere distopico era molto apprezzato dai lettori sovietici, che lo paragonavano alla realtà in cui vivevano.

5 / Ray Bradbury


Ray Bradbury (1920-2012)

“In Urss hanno pubblicato ‘Cronache marziane’, ma non mi hanno dato un rublo! E a me piacciono molto i rubli!". Il novantenne Bradbury scherzava così, nel 2010, in un’intervista con un giornale russo.

In effetti, i libri di Bradbury sono stati stampati in milioni di copie. Era uno degli autori preferiti dai giovani e uno dei più popolari autori di fantascienza, un genere che ha conosciuto un boom in Urss (visto che la lettura della realtà era politicizzata).

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Scritto nel 1953, “Fahrenheit 451” fu pubblicato in Urss nel 1956, mentre negli Stati Uniti rimase vietato per lungo tempo. Probabilmente le autorità sovietiche decisero di sostenere l’autore che si era espresso contro il maccartismo, la censura e gli eccessi del politicamente corretto.

“Sull’eterno vagabondare e sulla Terra”, edizione sovietica che comprendeva “Fahrenheit 451”, “Cronache marziane” e altri racconti racconti di Ray Bradbury

Negli anni Sessanta, tutti in Urss erano appassionati di Spazio, così milioni di sovietici lessero “Cronache marziane” di Bradbury, pubblicato in russo nel 1965. Negli anni Ottanta il romanzo è stato adattato più volte sul grande schermo.

Venne poi pubblicato un libro intitolato “Sull’eterno vagabondare e sulla Terra” che comprendeva “Fahrenheit 451”, “Cronache marziane” e altri racconti. Così, sugli scaffali di molte case sovietiche si poteva trovare (e in alcuni posti è ancora là) l’inconfondibile copertina rossa, marrone o verde con il suo riconoscibile design!

Alla maggior parte dei lettori sovietici non interessavano i messaggi politici e critici di Bradbury contenuti nei libri. Si limitavano ad apprezzare la fantascienza distopica e i suoi mondi immaginari.  

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