100 / “Oblomov” – Mikita Mikhalkov, 1980
Se siete pigri e non avete voglia di leggere il principale romanzo russo sull’accidia, questo è il film che fa per voi. Oblomov, personaggio del libro omonimo di Ivan Goncharov del 1859, è interpretato dal talentuosissimo Oleg Tabakov (1935-2018). Per gran parte del tempo se ne sta sdraiato sul divano e si annoia, finché una donna non capovolge la sua vita. Titolo originale in russo: “Neskolko dnej iz zhizni I. I. Oblomova”; “Alcuni giorni della vita di I. I. Oblomov.”
99 / “Intergirl” – Pjotr Todorovskij, 1989
È difficile immaginare che questo film sia stato girato quando ancora esisteva l’Unione Sovietica: prostitute che si fanno pagare in valuta estera, scene di sesso, poliziotti corrotti… Per il suo tempo, la pellicola fu una vera rivoluzione cinematografica e fu vietata ai minori di 16 anni. La trama ruota attorno a delle prostitute che sognano di trovare uno straniero e andarsene a vivere all’estero. Dopo aver realizzato il suo sogno, ed essere emigrata in Svezia, la protagonista Tanja non si sente più se stessa e si sente inutile, ma ormai non può più tornare in Urss… Il finale è tragico. Titolo originale in russo: “Interdevochka”.
98 / “La piccola Vera” – Vasilij Pichul, 1988
Questo è un altro film che scioccò i cittadini sovietici al tempo della Perestrojka: il primo in assoluto nella storia del cinema dell’Urss in cui fu mostrata una scena di sesso. Ma al centro della pellicola c’è il conflitto generazionale: la giovane Vera vive seguendo le regole dei tempi nuovi, che il padre non riesce proprio ad accettare. Titolo originale in russo: “Malenkaja Vera”.
97 / “Zhenshchina, kotoraja pojot” – Aleksandr Orlov, 1978
Una cantante poco conosciuta attraversa una gran serie di difficoltà e diventa pure ragazza madre, restando incinta di un ragazzo che la abbandona. Ma, in seguito, arriva la sua buona stella: raggiunge la fama e ottiene l’amore del pubblico, anche se tutto questo non le porta la felicità nella vita privata. A recitare la parte della protagonista Anna c’è la celebre cantante sovietica Alla Pugachjova che, a quanto pare, interpreta se stessa. Il titolo si traduce come “La donna che canta”.
96 / Kin-dza-dza! – Georgij Danelija, 1986
Chi ama “Mad Max” e i primi episodi di “Guerre stellari” sarà felice di guardare questo film steampunk di Georgij Danelija. Due persone che si sono incontrate per caso vengono a trovarsi in un’altra galassia, dove fanno conoscenza con degli extraterrestri che hanno una bizzarra navicella spaziale. Ma per poter riportare i terrestri a casa hanno bisogno di uno speciale elemento propellente, raro e costoso. La fortuna dei nostri eroi è che hanno in tasca qualche fiammifero, che sul lontano pianeta sono ritenuti avere un valore altissimo… Un grande classico della fantascienza sovietica.
95 / “La madre” – Vsevolod Pudovkin, 1926
È uno dei primi film di propaganda sovietici. L’eroe positivo è un operaio e rivoluzionario, l’antagonista suo padre, un alcolizzato che parteggia per lo zar. Questo dramma familiare è tratto dall’omonimo romanzo di Maksim Gorkij del 1906/7. Titolo originale in russo: “Mat”.
94 / “Le ombre degli avi dimenticati” – Sergej Paradzhanov, 1965
Secondo Emir Kusturica questo è uno dei migliori film mai girati. La storia di Romeo e Giulietta è trasposta al tempo delle ostilità tra le famiglie del gruppo etnico hutsuli, in Ucraina. Secondo le testimonianze dei contemporanei, il regista trasferì nel film molti elementi delle tragedie della sua vita. Titolo originale in russo: “Teni zabytykh predkov”.
93 / “Il cineocchio” – Dziga Vertov, 1924
Il Malevich del cinema, instancabile sperimentatore, fu sempre alla ricerca della verità oggettiva, nel tentativo di rifuggire la teatralità della rappresentazione. Insieme al direttore della fotografia Mikhail Kaufman portò l’avanguardia nel mondo del cinema, introducendo prospettive e angolazioni totalmente inaspettate e il montaggio associativo. In questo film muto viene raffigurata in modo documentaristico la vita vera dei primi anni dell’Urss: non ci sono né attori né messe in scena. Titolo originale in russo: “Kino-glaz”.
92 / “Rock’n’Roll Wolf” – Elisabeta Bostan, 1976
Film-fiaba musicale dagli interessanti risvolti psicologici ispirata alla favola “Il lupo e i sette capretti”. Mamma capra si allontana da casa, lasciando da soli i capretti, il lupo grigio li rapisce e chiede un riscatto… È uno dei primi musical cinematografici sovietici, le cui canzoni sono state a lungo hit, amate tanto dai bimbi quanto dagli adulti. Titolo originale in russo: “Mama”.
91 / “Blondinka za uglom” – Vladimir Bortko, 1984
La biondissima Nadezhda è, per i criteri sovietici, l’ideale di persona intraprendente. Sa come trovare quello che le serve anche in condizioni di estrema scarsità di merce nei negozi; ha le conoscenze giuste, ed è lei stessa una persona importante: lavora in un negozio di alimentari, il che nell’Urss di quegli anni era quasi meglio che essere il direttore di una fabbrica! Dopo aver conosciuto un astrofisico incline alle fantasticherie, se ne innamora e cerca di cambiarlo, ma lui pensa sempre alle civiltà extraterrestri. È una delle ultime commedie sovietiche, record ai botteghini al suo tempo. Il titolo si traduce come “Una biondina dietro l’angolo”.
90 / “Nebesà obetovannye” – Eldar Rjazanov, 1991
Si tratta in pratica della pièce “Bassifondi” (o “L’albergo dei poveri”) di Maksim Gorkij nella reinterpretazione tragicomica del leggendario Eldar Rjazanov, attualizzata al periodo di crisi economica a cavallo del crollo dell’Urss. Dei senzatetto vivono in una discarica urbana vicino alla stazione e, nonostante le minacce delle autorità, non ne vogliono sapere di andarsene. Quando contro di loro mandano addirittura i carri armati, ormai è tardi: loro sognano già l’ascensione in cielo, che raggiungeranno a bordo di una vecchia locomotiva. Il titolo si traduce come “Cieli promessi”.
89 / “Formula dell’amore” – Mark Zakharov, 1984
Un film che potrebbe piacere a Woody Allen. L’avventuriero ed esperto di esoterismo italiano Cagliostro è in Russia, e si nasconde in provincia dalle autorità che gli stanno dando la caccia dopo che un influente principe pietroburghese ha svelato i suoi raggiri. Cagliostro prosegue con le sue macchinazioni, e per esempio promette all’innamorato di una statua di donna di farle prendere vita. Ma, ancor più importante, il ciarlatano cerca di scoprire la formula dell’amore, per poter ancor meglio manipolare le persone. Nel film c’è la nota canzone in italiano maccheronico “Uno momento”. Titolo originale in russo: “Formula ljubvì”.
88 / “Desjat negritjat” – Stanislav Govorukhin, 1988
Popolarissimo adattamento cinematografico del giallo di Agata Christie “Dieci piccoli indiani” (titolo originale, “Ten Little Niggers”). Dieci sconosciuti si ritrovano bloccati, senza possibilità di comunicare con il mondo esterno, su una piccola isola, invitati dal padrone dell’unica villa. Ma una volta arrivati non lo trovano. Presto iniziano però ad essere uccisi, uno dopo l’altro. L’agghiacciante storia è stata brillantemente interpretata da un cast di grandi attori russi. Il titolo si traduce come “Dieci negretti”.
87 / “Svadba” – Isidor Annenskij, 1944
La geniale attrice Faina Ranevskaja è ancor oggi ricordata per le sue pungenti salaci frasi, diventate aforismi. In questo film, basato su alcuni racconti di Anton Chekhov, interpreta il ruolo della più frequente protagonista delle barzellette russe: la suocera. È un film molto divertente sui piccoli borghesi di prima della rivoluzione. Il titolo si traduce come “Le nozze”.
86 / “Aleksandr Nevskij” – Sergej Ejzenshtejn, 1938
Questo film storico del 1938 del regista di culto e grande innovatore del cinema Ejzenshtejn, fu girato su commissione statale, al fine di aumentare il patriottismo dei cittadini sovietici. Per via dei tempi ristretti di realizzazione, fu necessario girare d’estate la scena di massa della Battaglia del lago ghiacciato del 1242, in cui i cavalieri della Livonia e i loro alleati sprofondano. Per rendere l’effetto, l’asfalto fu cosparso di sale per simulare la neve, e delle tavole di legno dipinte di bianco sostituirono il ghiaccio. Girata alla vigilia della Seconda guerra mondiale, la pellicola su Aleksandr Nevskij simboleggia la resistenza degli slavi contro gli invasori tedeschi.
85 / “Il ritorno” – Andrej Zvjagintsev, 2003
Un tenebroso padre di due ragazzini torna a casa dopo alcuni anni di assenza. I bambini non sanno dove fosse finito e si comportano con un certo distacco. Ma come se nulla fosse successo, lui li prende con sé per una gita dal finale tragico… Il primo film di Andrej Zvjagintsev gli valse il Leone d’oro nel 2003 alla Mostra del Cinema di Venezia e la fama di uno dei più grandi registi contemporanei. La pellicola delineò anche il suo stile autoriale: poche parole e la necessità di assaporare ogni singolo quadro. L’attore sedicenne Vladimir Garin (il fratello maggiore nel film) è morto accidentalmente affogando proprio in un lago che era stato utilizzato per le riprese, poco prima dell’uscita al cinema della pellicola. Titolo originale in russo: “Vozvrashchenie”.
84 / “Daun Haus” – Roman Kachanov, 2001
Il programmatore informatico Myshkin rientra dall’estero. Il suo compagno di viaggio in pullman, Rogozhin, gli racconta dell’oggetto dei suoi desideri, una certa Nastasja Filippovna. Myshkin si innamora della sua immagine, senza nemmeno averla mai vista. Questo film assurdo e grottesco, ormai di culto, è l’ambientazione negli sgangherati anni Novanta de “L’Idiota” di Dostoevskij.
83 / “Stiljagi” – Valerij Todorovskij, 2008
È la storia di una sottocultura giovanile sovietica degli anni Cinquanta: amanti del rock and roll che comprano al mercato nero, dai fartsovshchik, oggetti di produzione occidentale, ascoltano la musica proibita dei Paesi capitalistici, ballano il bughi-bughi e, ovviamente, si innamorano. Le loro adunate clandestine vengono sciolte da squadre di volontari comunisti e i partecipanti sono duramente criticati nelle riunioni di partito. È un film nostalgico, quasi un musical, dalla eccezionale colonna sonora, e nell’anno dell’uscita ha ottenuto ottimi risultati al botteghino. Gli “stiljagi” (“stilosi”) erano appunto i giovani che seguivano le ultime mode occidentali, e il termine era ovviamente spregiativo.
82 / “Leggenda №17” – Nikolaj Lebedev, 2013
Questo film biografico sulla vita del famoso giocatore di hockey sovietico Valerij Kharlamov (1948-1981) mostra il suo percorso verso il successo da un club provinciale delle regione degli Urali al Cska di Mosca, e i trionfi con la maglia della nazionale sovietica sui canadesi. Il protagonista è interpretato dal sex symbol e più richiesto attore contemporaneo russo Danila Kozlovskij.
81 / “Tot samyj Mjunkhgauzen” – Mark Zakharov, 1980
Questo film nacque da uno spettacolo, messo in scena al Teatro Lenkom di Mosca, su sceneggiatura del drammaturgo Grigorij Gorin. Il Barone di Münchhausen, come suo solito, racconta un sacco di balle inverosimili, ma la sua fidanzata vuole che lui la smetta con queste uscite fantasiose. Pian piano il barone si trasforma in un uomo cupo, ma comunque decide che ripeterà il suo leggendario viaggio sulla Luna, e la popolazione si raduna per vedere come l’uomo sarà sparato come una palla dal cannone. Il titolo si traduce come “Proprio quel Münchhausen”.
80 / “Bim bianco dall’orecchio nero” – Stanislav Rostotskij, 1977
Se avete visto “Hachiko-Il tuo migliore amico” (2008) e lo ritenete un film triste, allora “Bim bianco dall’orecchio nero” vi farà versare un mare di lacrime, come del resto è successo già ad alcune generazioni di russi. Bim, un cucciolo di Gordon setter con un orecchio nero, finisce nella casa dell’appassionato di caccia Ivan Ivanovich. Ma quando il suo padrone finisce in ospedale, Bim va alla sua ricerca e iniziano solo problemi… Titolo originale in russo: “Belyj Bim Chjornoe ukho”.
79 / “Ivan il Terribile” – Sergej Ejzenshtejn, 1945
Film sul brutale zar medievale, che doveva far crescere il sentimento patriottico e giustificare le repressioni di Stalin. La pellicola venne girata su commissione statale durante la Grande guerra patriottica, la Seconda guerra mondiale, e molti attori soffrirono la fame durante le riprese. Si progettava un’opera in tre parti, ma Ejzenshtejn morì dopo aver terminato la seconda, che peraltro non piacque a Stalin e uscì solo dopo la sua morte, nel 1958. Titolo originale in russo: “Ivan Groznyj”.
78 / “I cosacchi del Kuban” – Ivan Pyrev, 1950
Commedia musicale sulla competizione tra due kolkhoz, che si preparano per una fiera. I terribili tempi della fame del Dopoguerra vengono qui molto abbelliti, e viene mostrata una gran quantità di prodotti alimentari e un’estrema felicità. Pyrev era il direttore degli studi cinematografici Mosfilm, e in seguito fu per dieci anni presidente dell’Unione dei cineasti dell’Urss. Si può dire che fosse il principale censore di quell’epoca e lui in persona girò dei film che erano esemplari dal punto di vista dell’ideologia ufficiale del potere sovietico. Titolo originale in russo:“Kubanskie kazakì”.
77 / “Osobennosti natsionalnoj okhoty” – Aleksandr Rogozhkin, 1995
Uno straniero, il finlandese Rajvo, arriva in Russia per studiare le tradizioni nazionali. Gli vengono mostrate in tutte le loro sfaccettature, e in particolare la caccia con grandi quantità di vodka in corpo. È una commedia guardando la quale i russi ridono fino alle lacrime e questo perché si riconoscono troppo bene in essa e nelle sue ipertrofiche storielle. Il titolo si traduce come “Le particolarità della caccia nazionale”.
76 / “Solaris” – Andrej Tarkovskij, 1972
Uno psicologo arriva nella stazione spaziale “Solaris” e si accorge che lì accade qualcosa di strano: tutti gli scienziati che vivono là soffrono di problemi psichici. Alla fine lo stesso psicologo inizia ad avere allucinazioni: vede tornare sua moglie, morta anni prima. Questo dramma fantascientifico di Tarkovskij, versione su grande schermo del romanzo dello scrittore polacco Stanisław Lem, ancora oggi è d’ispirazione per tantissimi cineasti e artisti. Titolo originale in russo: “Soljaris”.
75 / “Bolshaja peremena” – Aleksej Korenev, 1972
Questo è un’ottimo film per la tv in quattro puntate ambientato in una scuola serale per la gioventù lavoratrice. Nestor (ha il nome di una antico annalista russo delle cronache medievali), giovane insegnante appena uscito dall’istituto di pedagogia, cerca di mantenere il controllo di una classe di persone molto intelligenti ma anche molto difficili, nella quale tanti studenti sono di gran lunga più anziani e esperti della vita di lui. Il titolo si traduce come “Il lungo intervallo”.
74 / “Zdravstvujte, ja vasha tjotja” – Viktor Titov, 1975
In Unione Sovietica amavano portare sullo schermo vecchi classici della letteratura inglese, ma la versione cinematografica della popolare pièce di Brandon Thomas “La zia di Carlo” resta un successo senza pari. Commedia con travestimento, nella quale il protagonista maschio sfugge alla polizia fingendosi la brasiliana Donna Rosa, presenta la classica situazione del genere: molti uomini iniziano a perdere la testa per la falsa donna… Il titolo si traduce come “Salve, sono vostra zia”.
73 / “Primavera” – Grigorij Aleksandrov, 1947
Un’attrice di operetta viene scelta per la parte di una scienziata in un nuovo film. Ma l’orario delle prove in teatro coincide con quello delle prove per il film, e lei non può essere in due posti contemporaneamente. Ma si scopre, che tra i veri scienziati c’è una sua sosia perfetta. L’attrice convince la serissima scienziata a sostituirla sul set…
Entrambi i ruoli sono interpretati da Ljubov Orlova, attrice amatissima dal pubblico sovietico, che durante la Seconda guerra mondiale recitò spesso al fronte per i soldati dell’Armata rossa. Titolo originale in russo: “Vesnà”.
72 / “Prikljuchenija Buratino” – Leonid Nechaev, 1976
La versione russa di “Pinocchio”, scritta da Aleksej Tolstoj nel 1936, era una delle favole più amate dai bambini sovietici. Nel 1976 fu trasformata in film e ora la colonna sonora originale fa parte della lista dei capolavori della musica da cinema russa. Il titolo si traduce come “Le avventure di Buratino” (sic).
71 / “The 9th Company” – Fjodor Bondarchuk, 2005
La guerra afgana è stata a lungo un nervo scoperto in Russia e per questa ragione ci sono pochi film su questo tema. Ma il regista Fjodor Bondarchuk ha deciso di rischiare e ha realizzato un acuto blockbuster, paragonabile a certi film americani sul Vietnam. Diffuso sul mercato internazionale con il titolo inglese, quello originale in russo è “9 rota”.
70 / “Dersu Uzala” - Il piccolo uomo delle grandi pianure” – Akira Kurosawa, 1975
La pellicola del giapponese Kurosawa, premiata con l’Oscar per il Miglior film straniero nel 1976, è recitata in russo. Si trattò infatti di una coproduzione nippo-sovietica. Il film si basa sui racconti autobiografici dell’esploratore dell’Estremo Oriente Vladimir Arsenev. Nel corso della spedizione fu aiutato dal cacciatore Dersu Uzala, un abitante nativo del Territorio dell’Ussuri, grande conoscitore del territorio e capace a sbrigarsela anche di fronte all’arrivo di una tigre. Attenzione a non confonderlo con un altro film sovietico omonimo (in russo sono entrambi semplicemente “Dersu Uzala”), del 1961, del regista Agasì Babajan.
69 / “Sportloto-82” – Leonid Gajdaj, 1982
Commedia su una coppia di borsaneristi che vanno alla ricerca di un biglietto vincente della lotteria. Il film dominò al botteghino nel 1982, con 55 milioni di tagliandi venduti. Una delle coppie comiche migliori dell’Urss, quella composta dagli attori Mikhail Kokshenov e Mikhail Pugovkin, fa ridere a crepapelle chi guarda questo film, ormai da più di trent’anni.
68 / “Kurjer” – Karen Shahnazarov, 1986
Un ragazzo, che non è riuscito a entrare all’università, si trova un lavoro come corriere (da cui il titolo) per le consegne di un giornale e inizia una storia con la figlia di un professore. Il padre della ragazza non è certo entusiasta della sua scelta e il giovane decide di farlo stizzire del tutto e gli va a dire che probabilmente lei è incinta. È un altro film dell’epoca della Perestrojka, nel quale vengono mostrati con chiarezza i nuovi tempi e persino la prima scena sovietica di breakdance.
67 / “Il barbiere di Siberia” – Nikita Mikhalkov, 1998
Bella saga di un giovane cadetto nella Russia zarista. Si innamora di un’avventuriera americana ed è pronto a tutto, anche a finire in Siberia per le conseguenze della sua gelosia. Insieme all’attore Oleg Menshikov recita in questo film una stella di Hollywood, la britannica Julia Ormond. La pellicola è famosa anche per il fatto che il presidente Boris Eltsin, per agevolare le riprese, dette il permesso di spegnere le stelle del Cremlino. Titolo originale in russo: “Sibirskij tsirjulnik”.
66 / “Piter FM” – Oksana Bychkova, 2006
Questa storia romantica sul fondale di un’estate di San Pietroburgo, al momento dell’uscita divenne quasi il simbolo dell’anno, nonostante la trama semplice. Masha perde il suo cellulare, Maksim lo trova e glielo vuole restituire, ma la coppia non riesce a incontrarsi in alcun modo, mancandosi sempre per una frazione di secondo. Lunghe trattative al telefono hanno portato, come è chiaro, alla nascita di un grande amore… “Piter FM” è il nome della radio dove lavora Masha.
65 / “Kak Vitka Chesnok vjoz Ljokhu Shtirja v dom invalidov” – Aleksandr Khant, 2017
Il film d’esordio del regista Aleksandr Khant, con la sua trama non scontata, ha risvegliato il cinema russo, mostrando dei personaggi molto veri. In questo road movie ricco di avventure, il gopnik Vitka, cresciuto in un orfanotrofio, viene a sapere di avere un padre delinquente che è diventato invalido. E di poter ottenere il suo appartamento, se riesce a far entrare il suo vecchio in un istituto per invalidi… Il titolo si traduce “Come Vitka detto ‘Aglio’ portò Ljokha detto ‘Sbarra’ all’istituto degli invalidi”.
64 / “L’uomo con la macchina da presa” – Dziga Vertov, 1929
Film documentario dell’avanguardista del cinema Vertov su un giorno nella vita della giovane repubblica sovietica: scorrono per strada macchine e autobus, gli operai lavorano nelle fabbriche, i passanti si affrettano da qualche parte. C’è un matrimonio, ci sono dei parti e dei funerali; il tutto ripreso in modo del tutto innovativo da questo leggendario regista. Titolo originale in russo: “Chelovek s kinoapparatom”.
63 / “Primavera in via Zarechnaja” – Marlen Khutsiev e Feliks Mironer, 1956
Film simbolo del periodo del Disgelo di Khrushchev. Uno stacanovista di un grande impianto metallurgico, frequenta la scuola serale e si innamora della giovane insegnante, appena arrivata dall’istituto pedagogico. Entrambi sono dei sovietici orgogliosi e di saldi principi e quindi la nascita della loro relazione non è certo semplice. Titolo originale in russo: “Vesnà na Zarechnoj ulitse”.
62 / “L’uomo anfibio” – Vladimir Chebotarjov e Gennadij Kazanskij, 1962
Il pluripremiato “La forma dell’acqua - The Shape of Water” (quattro Oscar e il Leone d’oro a Venezia) di Guillermo del Toro impallidisce a confronto con l’adattamento sovietico del romanzo di fantascienza di Aleksander Beljaev “L’uomo anfibio”. A differenza del mostro verde di Hollywood, il personaggio del giovane Ikhtiandr, trasformato in anfibio dall’esperimento di un chirurgo, è bellissimo e interpretato dal grande attore Vladimir Korenev. Vive nell’acqua ed è amico dei delfini, finché non salva accidentalmente una bella ragazza che sta annegando. A quel punto, vorrebbe tornare a essere un uomo, ma, purtroppo, non può vivere a lungo fuori dall’acqua. Titolo originale in russo: “Chelovek-amfibija”.
61 / “Andrej Rublev” – Andrej Tarkovskij, 1966
Otto novelle raccontano la vita del monaco-artista medievale Andrej Rubljov, il più grande pittore di icone della storia russa. È testimone di atti cruenti contro i giullari, i pagani, gli jurodivye (stolti in Cristo) nell’Antica Rus’ e delle feroci incursioni tataro-mongole. Questo film di Tarkovskij è molto ben considerato anche all’estero e rientra in quasi tutte le liste dei “Cento migliori film di tutti i tempi e i Paesi”.
60 / “La corazzata Potemkin” – Sergej Ejzenshtejn, 1925
È poco probabile che lo spettatore moderno si metta volontariamente a guardare questo vecchio film, che però è incluso in tutti i manuali di storia del cinema e prima o poi va visto. Il leggendario regista Sergej Ejzenshtejn mostra gli avvenimenti della prima rivoluzione russa, quella del 1905: i marinai si rifiutano di mangiare carne ormai piena di vermi e entrano in rivolta. Una delle scene più belle e note è quella degli spari sui cittadini inermi sulla scalinata del porto di Odessa e della carrozzina che cade, che è diventata forse la più celebre tra quelle del cinema classico mondiale. Titolo originale in russo: “Bronenosets Potjomkin”.
59 / “Guerra e pace” – Sergej Bondarchuk, 1966
La storia di alcune famiglie russe sullo sfondo della guerra della Russia contro Napoleone del 1812 conquistò l’Oscar. I critici americani riconobbero a questo kolossal sovietico (le cui riprese durarono sei anni) di essere la migliore resa sul grande schermo dell’epopea di Lev Tolstoj. Nei ruoli di Andrej Bolkonskij e Anatolij Kuragin c’erano due sex symbol dell’Urss: Vjacheslav Tikhonov e Vasilij Lanovoj. Prendetevi un intero weekend per guardarlo (dura circa otto ore) e poi confrontatelo con la recente serie tv della Bbc. Titolo originale in russo: “Vojnà i mir”.
58 / “Afònia” – Georgij Danelija, 1975
Il solitario idraulico Afanasij (“Afònia” è il diminutivo) lavora poco e male e non perde occasione di bere. Alla riunione del personale lo criticano aspramente e lo minacciano di licenziamento, ma anche questo non lo fa cambiare atteggiamento. Solo una ragazza, Katja, crede che possa diventare una persona migliore… Questa divertente tragicommedia su un tipico uomo semplice russo conquistò gli spettatori (fu record al botteghino quell’anno) sia per i personaggi ben tratteggiati che per gli ottimi dialoghi.
57 / “Un miracolo ordinario” – Mark Zakharov, 1979
Il film, tratto dall’omonima pièce di Evgenij Shvarts, narra la storia di un orso, trasformato in un ragazzino con un incantesimo. Il bacio di una principessa lo farebbe tornare bestia, ma lui non vuole questa trasformazione… Quella che è una delle favole per adulti più amate dai sovietici, fu trasmessa per la prima volta in tv il 1º gennaio, giorno in cui in tanti sperano in una nuova vita e in un “miracolo ordinario”. Ancora oggi è molto popolare. Titolo originale in russo: “Obyknovennoe chudo”.
56 / “Parola di Dio” – Kirill Serebrennikov, 2016
Un liceale decide di immergersi a capofitto nella religione e interpreta letteralmente tutto quanto è scritto nella Bibbia, in modo sempre più maniacale. Comincia a costringere gli altri a vivere secondo i propri dogmi, ma non ne viene fuori nulla di buono. Il film del famoso regista teatrale e cinematografico Kirill Serebrennikov, “è nato” dalla sua produzione teatrale di successo al Gogol Center di Mosca. Ha ricevuto numerosi premi in festival internazionali, tra cui il premio François Chalais a Cannes. Titolo originale in russo: “Uchenik” (“L’allievo”).
55 / “Leviathan” – Andrej Zvjagintsev, 2014
Uno dei più acclamati film di Zvjagintsev, è stato girato nel minuscolo villaggio di Teriberka, nella regione di Murmansk, che da posto sconosciuto, dopo il successo della pellicola, è diventato una mecca per i turisti (specie quelli a caccia dell’aurora boreale) e per gli appassionati di cinema e i registi alle prime armi. È il dramma dell’impotenza di un uomo comune di fronte alla macchina statale. Fu nominato all’Oscar e ha vinto il Golden Globe 2015 come Miglior film Straniero. Titolo originale in russo: “Leviafan”.
54 / “I guardiani della notte” – Timur Bekmambetov, 2004
È la storia affascinante di un ragazzo semplice, Anton, che ha accidentalmente violato la secolare tregua tra le forze della Luce e delle Tenebre, ed è uno dei primi blockbuster russi. Il famoso regista Timur Bekmambetov, che ha già girato parecchio a Hollywood, in questo film ha portato sullo schermo l’omonimo romanzo di fantascienza di Sergej Lukjanenko. (C’è un sequel: “Day Watch”, del 2017). Titolo originale in russo: “Nochnoj dozor”.
53 / “Vse umrut, a ja ostanus” – Valerija Gaj Germanika, 2008
Questo dramma sulle difficoltà della crescita durante l’adolescenza fece molto rumore al Festival di Cannes, dove la giovane regista, allora ventiquattrenne, si aggiudicò la Menzione speciale per la miglior opera prima, e divenne una vera e propria stella del cinema, anche se tutti i lavori che sono seguiti non hanno replicato quel successo iniziale. Il titolo si traduce come “Tutti muoiono, ma io resterò”.
52 / “Hanno combattuto per la patria” – Sergej Bondarchuk, 1975
L’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Mikhail Sholokov (pubblicato sulla “Pravda” tra il 1943 e il 1969) venne realizzato dal vincitore del Premio Oscar (per “Guerra e pace”) Sergej Bondarchuk. Il film mostra gli atti eroici dei soldati sovietici e uscì per il trentesimo anniversario della Vittoria nella Seconda guerra mondiale. Nel frattempo, è diventato un vero classico nel suo genere. Titolo originale in russo: “Oni srazhalis za rodinu”.
51 / “Vivremo fino a lunedì” – Stanislav Rostotskij, 1968
Nel film vengono mostrati tre giorni della vita di una scuola sovietica qualsiasi con sullo sfondo la storia d’amore tra una nuova giovane insegnante e un vecchio professore. La pellicola venne nominata Miglior film dell’anno, vinse il primo premio al Festival del cinema di Mosca e persino il Premio Statale dell’Urss. Titolo originale in russo: “Dozhivjom do ponedelnika”.
Volete sapere quali film occupano le prime 50 posizioni della classifica? Cliccate qui!