Dietro l'allestimento di un cartone animato.
Georgy Boguslavsky (Archivio personale)Vasily Chirkov, giovane regista-animatore, membro del gruppo artistico “Gli amici invisibili” (“Nevidimye druzja”), era a Bari per il Grande Festival dei Cartoni Animati, dove ha tenuto una masterclass e ha presentato “Navi degli anni passati” (“Korabli proshlych let”) e “Neve, neve” (“Sneg, sneg”).
Che cosa sta avvenendo attualmente nel campo dell'animazione russa?
L’animazione russa si sta sviluppando in maniera abbastanza attiva. Da una parte la tradizione non è mai svanita, né si è mai interrotta: quella tradizione che va dalla scuola sovietica, dalla Sojuzmulfilm, continua a trasmettersi. Esiste una continuità, un circolo di persone che tutt'oggi ci lavorano, una comunità molto affiatata. Noi giovani registi dell'animazione abbiamo la possibilità di confrontarci con i maestri affermati, persone aperte e assai disponibili.
Il simbolo di questa tradizione è il libro di Jurij Norstein “Neve sull'erba” (“Sneg na trave”). Si tratta di un viaggio straordinario. Il testo è al contempo una lettura interessante e una profonda analisi dell'animazione come tipologia dell’arte.
“Navi degli anni passati” (“Korabli proshlych let”)
Questo significa che le tradizioni sovietiche si trasmettono non tanto attraverso i temi, quanto piuttosto attraverso le tecnologie?
Occuparsi di animazione d'autore è diventato più difficile adesso, quando l'industria commerciale ha conquistato più spazio. Se ciò sia positivo o negativo è difficile dirlo. Esiste un'opinione secondo la quale l'industria deve svilupparsi appieno e solo così i processi necessari potranno avvenire anche nel cinema d'autore.
Come viene finanziato il cinema d'autore?
Fondi privati che potrebbero supportare il cinema d'autore, in Russia, non ce ne sono. Ciò significa che i soldi provengono dallo Stato. Anche se adesso hanno fatto la loro comparsa progetti basati su piattaforme di crowdfunding, di finanziamento collettivo. E in Russia ci sono già stati alcuni lavori di successo che sono riusciti a raccogliere il budget necessario.
“Neve, neve” (“Sneg, sneg”)
Quantomeno però si tratta di un processo attivo e al giorno d'oggi tutto si evolve molto in fretta. Il tempo è un punto di riferimento alquanto limitato. Spuntano novità e non si comprende mai fino in fondo che cosa potrà avvenire poi.
In cosa consiste il processo di cambiamento?
A cambiare in toto è l'industria. Prima, in epoca sovietica, esisteva solo la Sojuzmultfilm più alcuni modesti studi regionali, c'era un regista che riceveva una commissione e quindi girava il cinema: tutto era più o meno definito. Ora, innanzitutto, c'è molto di commerciale. Il sistema di finanziamenti statali pure è cambiato. In che modo vengano distribuiti i sussidi, quale sia la loro consistenza, per quale tipo di cinema lo Stato sia pronto a dare dei mezzi, per quale invece non sia disponibile ad offrire supporto, tutto questo non è che un altro complesso attivo processo.
Su quali temi viene girato ora il cinema d'animazione d'autore?
Mi pare che tutto il tempo si sia occupato all'incirca della stessa cosa. E tuttavia è molto positivo il fatto che in Russia ci siano molti registi forti come Dmitrij Geller, Svetlana Filipova, Lenja Shmelkov. Questi girano un cinema davvero molto serio, un cinema che viene compreso e che viene premiato in occasione dei festival più importanti.
Vasily Сhirkov. Fonte: archivio personale
Di cosa si sta occupando Lei al momento?
Sto preparando il progetto per un nuovo film. Con Yura Boguslavskij lavoriamo tutto il tempo insieme, insieme realizziamo tanto progetti educativi, quanto cinema. Di recente, ad esempio, abbiamo concluso “Navi degli anni passati” dove io ero l'animatore, mentre lui era il regista. Nel film precedente invece, al contrario: io ero il regista, lui l'animatore. Per ora sto stendendo un nuovo scenario, mi occupo dello storyboard. Nel contempo porto avanti progetti educativi, collaboro con la BFM.
Come si relaziona con il cinema d'animazione italiano?
Per quanto riguarda l'animazione italiana classica, uno dei miei registi preferiti è Emanuele Luzzati che ha girato film straordinari servendosi della musica classica. “La gazza ladra” ne è l'esempio più brillante. Si tratta di un disegno e di un colore molto naive: la dimostrazione eccellente di come con pochi mezzi si possano raggiungere alte vette espressive.
"Altre coste" (Drugie berega), di Vasiliy Chirkov
Georgy Boguslavsky, regista di film d’animazione, diplomato all’Istituto Shar. Anche lui a Bari al Grande Festival dei Cartoni Animati. Cosa sta cambiando nel cinema d’animazione con l’arrivo di giovani registi?
Ormai si può davvero parlare di una nuova generazione di registi e autori di film d’animazione che si è venuta formando negli ultimi cinque, sei anni. Si potrebbe dire che è esistita una tradizione ininterrotta finché è sopravvissuta la Sojuzmultifilm, anche se naturalmente il cinema d’animazione evolveva autonomamente oltre la tradizione. Poi negli anni ˈ90 non si sapeva più dove lavorare, tutti si erano divisi ed esisteva una sorta di vuoto generazionale. Non si sapeva dove studiare. Prima di allora esistevano i corsi organizzati dalla Sojuzmultifilm, al Vgik (Istituto statale di cinematografia) si formavano nuovi registi, ma gli studi assumevano di rado. C’è stata una pausa che è durata dieci anni.
Georgy Boguslavsky durante la realizzazione di "Navi degli anni passati" (“Korabli proshlych let”). Fonte: archivio personale
Dall’inizio degli anni Duemila questa professione ha cominciato a diventare utile e attraente. Al Vgik si diplomano ogni anno nuovi studenti ed esistono non una, bensì due facoltà. Ci sono anche altri istituti superiori specializzati e corsi professionali per giovani artisti. I grandi studi hanno risorse per finanziare serie e lungometraggi. Quanto ai giovani autori, le tendenze sono molteplici. Si formano in istituti in cui c’è una grande varietà di stili, generi e approcci.
Cosa attrae i giovani verso il cinema d’animazione?
Il cinema d’animazione è una forma artistica molto potente che offre grandi opportunità sul piano espressivo. Se sei un artista, a un certo punto avrai l’impressione che ai tuoi disegni manchi il soffio vitale, che sarebbe bello se i tuoi personaggi fossero animati e si potesse raccontare qualche storia. Il cinema d’animazione ti dà la possibilità di materializzare ogni fantasia in una forma estremamente dettagliata.
E oggi che la tecnologia è giunta a uno stadio così avanzato, non c’è più neppure bisogno di avere mezzi finanziari. Praticamente chiunque può permettersi di acquistare l’attrezzatura necessaria.
Alcune marionette del film "Navi degli anni passati". Fonte: archivio personale
Quali sono le peculiarità del cinema d’animazione russo nel contesto mondiale?
Se si parla del cinema d’autore, non esiste nessuna distinzione tra il cinema russo e quello europeo, ma esistono piuttosto numerose scuole nazionali che s’intersecano tra loro e questo dipende dal tipo di formazione. In Israele, per esempio, esiste un mix tra metodo russo e metodo americano a cui si aggiunge la quotidianità israeliana. Mentre in Norvegia il cinema d’animazione esiste da quando uno dei nostri registi è emigrato laggiù e ha creato una sua scuola. Abbiamo altri brillanti esempi nelle scuole estone, francese e portoghese. Ciascuna di esse possiede un proprio profilo. E la scuola russa da questo punto di vista non fa eccezione.
In primo luogo abbiamo alle spalle la lunga tradizione. Questa tradizione prosegue per molti versi anche oggi nel nuovo cinema di animazione con qualche cambiamento e rivisitazione. Poi ho l’impressione che il cinema d’animazione russo si stia orientando verso le tecniche artigianali. Da noi si vedono pochissime produzioni realizzate in 3D o con altre modalità tecnologiche. Ci si basa piuttosto sulle tecniche artigianali e sul lavoro realizzato con materiali concreti.
Ci sono naturalmente anche degli aspetti negativi. Per esempio, l’eccessivo ricorso al time-lapse che viene utilizzato male da molti.
Chi influenza di più il nostro cinema d’animazione?
Il processo di realizzazione dei film d’animazione non ha confini geografici perché ora nell’era della comunicazione si può vedere qualunque cosa e comunicare con tutti. Si dovrebbe parlare di tendenze internazionali più che nazionali. Molti sono attratti dallo stile francese e vanno a studiare in Francia dove esiste una grande scuola di linguaggio del disegno animato.
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