Bagni Sanduny: la leggendaria banja di Mosca che ha visto Tolstoj e Chekhov tra i suoi frequentatori

Pavel Kuzmichev
È la più celebre sauna russa della capitale, e regala un piacere non solo fisico, ma anche estetico

“Davvero un’esperienza fantastica! L’esterno non rende giustizia all’interno. Una volta dentro fai una vera esperienza russa, immerso in un ambiente eccezionale”. Questi sono i commenti entusiasti degli stranieri che visitano oggi i Bagni di Sandunov (in russo “Sandunovskie bani”)  o semplicemente la Banja Sanduny di Mosca. Lo stesso effetto il locale lo fece anche ai suoi primi visitatori, che varcarono la sua soglia nell’ormai lontanissimo 1808.

I Bagni erano organizzati secondo gli standard più alti, la sontuosità degli interni li faceva sembrare un palazzo dell’alta aristocrazia. Qui venivano personaggi di grande rilievo tra cui funzionari del governo, lo scrittore Lev Tolstoj, i granduchi della famiglia Romanov. È significativo però che i Sanduny non furono mai privilegio dei soli aristocratici; poteva visitarli chiunque. 

La collana dell’imperatrice

I Bagni Sanduny devono il loro nome a due attori del teatro di Corte: Sila Sandunov e Elizaveta Uranova, che piacevano molto all’imperatrice Caterina II (la Grande). Quando i due si sposarono, l’imperatrice regalò alla coppia una collana di brillanti.

Trasferitosi da San Pietroburgo a Mosca, Sandunov decide di aprire una propria attività. Tuttavia i soldi che era riuscito a guadagnare come attore non bastavano. Allora vendette i brillanti regalati dall’imperatrice per comprare un’area nei pressi del Teatro Bolshoj e del Cremlino. Inizialmente voleva costruire alcuni negozi e delle case da affittare, ma alla fine scelse il progetto dei bagni pubblici.

L’inaugurazione si tenne nel 1808, attirando una gran massa di persone. “Sin dal primo giorno i bagni di Sandunov diventarono un centro della vita sociale: per i nobili erano come un club per gentiluomini, per le classi popolari una specie di ambulatorio”, scrisse lo storico Giljarovskij nel suo libro “Mosca e i moscoviti”.

I Bagni Sanduny offrivano una banja separata per ogni ceto sociale. Chi aveva i soldi, sceglieva la categoria “nobile”, pagando 5 rubli. Gli squattrinati, operai e altri, si accontentavano della banja “popolare” che costava 5 copeche. L’acqua, il calore e il vapore erano uguali per tutti, differivano soltanto gli ambienti. 

Ai nobili i Bagni Sanduny offrivano servizi senza precedenti. Se fino ad allora si usava un semplice schermo per dividere gli uomini dalle donne, adesso tutti i locali erano separati: novità introdotta proprio da Sandunov. Per le classi alte furono attrezzate delle sale con comodi divani, lenzuoli, spogliatoi tappezzati di specchi, catini d’argento e servitù pronta a esaudire ogni esigenza. Il passatempo si rivelò assai piacevole, pertanto ben presto gli spogliatoi dei Sanduny si trasformarono in una specie di club. Qui si davano appuntamento celebri scrittori e uomini politici. La banja dei “nobili” vide la presenza di Aleksandr Pushkin e Lev Tolstoj, ma anche di Anton Chekhov che abitava vicino ed era un assiduo frequentatore. 

“Lo zar dei bagni” 

Durante il XIX secolo, i Bagni Sanduny cambiarono più volte gestione, ma col tempo degradavano. Il nome era ancora prestigioso, ma il locale perdeva rapidamente la sua popolarità, perché a Mosca erano già state create delle strutture più moderne. 

Alla fine del secolo finirono nelle mani di Vera Firsanova, figlia di Ivan Firsanov, uno dei più ricchi commercianti di Mosca. Il marito della donna, Aleksej Ganetskij, riuscì a persuadere la ricca ereditiera a investire nella ristrutturazione delle “rovine” per creare un “palazzo dei bagni che Mosca non ha mai visto e che resterà unico”. Con ciò fu aperta una nuova pagina nella storia dei bagni di Sanduny.

Il piano di ricostruzione era davvero imponente. Ganetskij si recò in Turchia e in Irlanda per studiare le esperienze d’avanguardia. Invitò Boris Freidenberg, uno dei migliori architetti viennesi di allora, e procurò i migliori materiali: marmi e granito importati da Italia e Norvegia, piastrelle svizzere e inglesi. Per servire i Sanduny, fu costruita un’apposita centrale elettrica (in tutta Mosca, all’epoca, ce n’erano soltanto 3), l’acqua veniva pulita con filtri portati dall’America.

I bagni furono riaperti nel 1896. L’evento destò una grande curiosità, tanto più che cose da vedere ce n’erano davvero. Atrio arabo, sala moresca, sala gotica, bagno a vapore irlandese e bagno russo, piscina in stile romano, stucchi e scale di marmo, statue e dipinti – tutto ciò poteva far invidia alle case dell’aristocrazia.

Dopo la ricostruzione, i Sanduny ritornarono ai vertici delle preferenze. Il celebre basso russo Fjodor Shaljapin, che regolarmente veniva qui e immancabilmente ordinava l’ukhá (zuppa di pesce) di storione, disse una volta che i Sanduny erano “lo zar dei bagni”. Aveva ragione: anche i granduchi Romanov, della famiglia imperiale, onorarono questa lussuosa banja con la loro presenza.

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Chi ci va oggi

Con l’avvento dei comunisti, i moscoviti rischiarono di perdere questo pezzo di storia: lo sfarzo e il lusso non facevano parte della nuova ideologia, e anzi erano da eliminare in quanto borghesi. Alla fine si decise di non chiudere i bagni (dicono che sia “merito” dei burocrati del partito che dal Cremlino ai Sanduny dovevano fare soltanto pochi passi). Tuttavia, nel periodo sovietico nessuno si curò più della manutenzione, e gli interni persero gran parte del loro splendore. Si è proceduto al restauro soltanto negli anni Novanta, mentre molti elementi sono stati ricostruiti in base alle fotografie storiche in bianco e nero soltanto negli anni Duemila. I decori originali del XIX oggi si possono vedere soprattutto nei locali della categoria “Superior” maschile. Infatti, è qui che organizzano visite guidate.

Oggi, come nel passato, la banja è suddivisa in classi, che adesso si chiamano Prima categoria e categoria Superior. 

“Nella Prima, il vapore è più tenero e umido, da noi, nella Superior, è più caldo e pungente. In entrambe le categorie ci sono sempre molte persone. Conosco delle donne che vengono qui da vent’anni. Nella Prima sono previsti dei giorni in cui i pensionati possono accedere a prezzi agevolati. Allora vengono persone che conoscevano questo posto fin dai tempi della coabitazione, cioè da quando dividevano con altre famiglie appartamenti dove il bagno non era previsto”, dice Aleksandra Gorjaceskaja, assistente della categoria Superior femminile.

Ai Sanduny vengono regolarmente giovani donne per le quali questo posto è piuttosto un centro di bellezza (non solo sauna, ma anche luogo dove fare scrub, manicure, acconciatura, ecc.), ma anche famosi artisti, uomini d’affari, manager, atleti, ballerine del Teatro Bolshoj, al quale i Sanduny vengono spesso paragonati per la loro bellezza e importanza storica. 

Come nel passato, oggi i Sanduny hanno al loro interno un ristorante di cucina russa; e oltre alle aree pubbliche maschile e femminile, si possono affittare anche delle sale private, scegliendo fra Sovetskij, Kamchatka, Rimskij, Bajkal, Kupecheskij, ecc. Ogni sezione ha una sua stanza a vapore, una piscina, una zona relax e una camera da letto.

“Ciabatte, lenzuola e “venik” (il fascio di rami di betulla, quercia o eucalipto per il massaggio-fustigazione dentro la stanza a vapore) si possono comprare in loco. Raccomando a tutti di usare un cappello di feltro; chi ne ha bisogno,  può portare un accappatoio. L’acqua la potete portare o usare quella del minibar; non costa molto. Noi abbiamo ordinato tè, miele e bliny con caviale e salmone”, ci ha raccontato una moscovita di nome Valentina.

Per avere un buon ricordo e non danneggiare la propria salute, gli esperti mettono in guardia contro una serie di cose: “La stanza a vapore è sconsigliata a chi ha la febbre, infiammazioni, gravi lesioni cutanee o delle serie malattie croniche. L’alcol è da escludere categoricamente! È come quando guidi la macchina: non puoi bere. Quando poi torni a casa, allora puoi anche bere un po’”, dice Аleksej Novikov che lavora nella Superior maschile.

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