I popoli indigeni della Siberia, quanti sono e quali tradizioni hanno?

Copricapi e abiti tradizionali del popolo tuvano

Copricapi e abiti tradizionali del popolo tuvano

Ilya Najmushin/Sputnik
I tuvani sono famosi per il loro canto difonico (“di gola”), gli jakuti festeggiano l’arrivo del nuovo anno in piena estate, i nenci sono pastori nomadi di renne oltre il Circolo polare artico…

La Siberia è una vasta regione eurasiatica che si estende dai Monti Urali fino alla Jakuzia e alla Chukotka, cioè praticamente fino allo spartiacque tra i bacini del Mar Glaciale Artico e dell’Oceano Pacifico. Per quanto riguarda i confini geografici, si continua a dibatterne: una parte degli Urali e dell’Estremo Oriente della Russia viene a volte esclusa, mentre a volte è compresa. Comunque sia, tutti concordano sul fatto che la Siberia occupa dalla metà a due terzi del territorio della Russia. Sebbene la maggioranza degli abitanti di questa terra siano russi, ci vivono anche alcune decine di etnie, spesso dalla popolazione poco numerosa.

1 / Jakuti

In abiti tradizionali jakuti per l’inaugurazione di un nuovo teatro nella capitale Jakutsk

Geograficamente, la Jakuzia è la regione più grande della Russia, si estende su ben tre fusi orari. Dal punto di vista amministrativo, fa parte del Distretto federale dell’Estremo Oriente, ma geograficamente è compresa nella Siberia. 

Gli indigeni di questa repubblica, gli jakuti o sakhá, sono il gruppo etnico più numeroso tra tutti i popoli siberiani. Secondo i dati del 2021, sono 478 mila, di cui 466 mila vivono nella loro repubblica, dove rappresentano circa la metà della popolazione complessiva. Hanno la propria lingua, la loro tradizione epica, antiche usanze e persino una produzione cinematografica abbastanza consistente. La principale festa degli jakuti è Yhyach, che segna l’inizio del nuovo anno. 

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2 / Buriati

Una donna nel costume tradizionale buriato al Datsan (tempio buddista) di Chitá in occasione dei festeggiamenti per il Sagaalgan, il Capodanno lunare

I buriati vivono nella parte orientale della Siberia, nelle vicinanze del lago Bajkal. La loro lingua fa parte della famiglia delle lingue mongoliche, e la religione prevalente è il buddismo. Tra i siberiani è molto apprezzata la cucina buriata, specie i buuz o pozy (un tipo di ravioli cotti al vapore) e il tradizionale tè con sale e burro.

In totale, in Russia i buriati sono 461 mila, e più della metà vivono nella Repubblica di Buriazia, mentre 73-77 mila vivono nella confinante Regione di Irkutsk, e altrettanti nel Territorio della Transbajkalia.

3 / Tuvani

Donna con il tradizionale costume tuvano

Su una popolazione complessiva di 300 mila tuvani, 250 mila vivono nella Repubblica di Tuva (Tyvá), nel Sud della Siberia orientale. Il tuvano, che fa parte della famiglia di lingue turche, è la lingua ufficiale della repubblica.

I tuvani sono famosi per il loro canto difonico (detto anche “armonico”), arte che continua ad attrarre i giovani anche oggi.

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4 / Altaici

Abitanti del distretto di Kosh-Agach partecipano alle celebrazioni de Chaga Bairam, il Capodanno secondo il calendariolunare nella Repubblica dell‘Altaj

I rappresentanti della popolazione indigena dei monti Altaj oggi vivono prevalentemente nella Repubblica dell’Altaj e nel Territorio dell’Altaj. In totale sono circa 80 mila persone. Questo numero comprende anche i telengiti, i teleuti, i celcani e alcuni altri gruppi sub-etnici, i quali però, secondo alcuni studiosi, sarebbero popolazioni diverse dagli altaici. 

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5 / Khakassi 

Donne della Khakassia negli abiti tradizionali

I Khakassi sono un popolo indigeno della famiglia linguistica turca che vive nella Repubblica della Khakassia, nel sud della Siberia (a ovest del lago Bajkal). Sono circa 63 mila persone, ma anche loro si suddividono in più gruppi sub-etnici e hanno più dialetti. Come affinità culturale sono vicini agli altaici.

6 / Nenci (o Nenezi o Nenets)

Bambino in una fattoria di renne, vicino al villaaggio di Krasnoe, nel Circondario autonomo dei Nenec

Principali nomadi della Siberia e dell’Artico russo, i cenci (noti anche nenezi i nenets e in passato come samoiedi) sono circa 50 mila persone e abitano nel territorio tra la penisola di Kola e quella del Tajmyr. La maggioranza viaggia per la tundra pascolando le renne. 

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7 / Ostiachi (o Khanty)

Donna Khanty spacca la legna

Popolo ugrofinnico della Siberia occidentale che vive in prevalenza nel Circondario autonomo dei Khanty-Mansi. Poco più di 30 mila persone che, però, parlano ben 3 dialetti. La parola “khanty” significa semplicemente “persona”. 

8 / Mansi

Preparazione delle pelli per la confezione di abiti in pelliccia

I mansi sono il popolo più affine agli ostiachi dal punto di vista linguistico e anche il loro “vicino di casa”. Eppure, i mansi vantano una lingua propria che pure appartiene al gruppo delle lingue ugrofinniche. In tutto, in Russia ci sono poco più di 12 mila persone che si identificano come mansi.

9 / Shori (o Saiani)

Una donna della zona di Gornaja Shorija, regione di taiga montuosa situata all’incrocio tra i Monti Altaj, i Monti Saiani e Monti Kuznetskij Alatau

Anche in questo caso si tratta di circa 12 mila persone che vivono nel sud della Regione di Kemerovo (Siberia occidentale). È un popolo originale che parla una lingua di famiglia turca e vanta una ricca tradizione epica e di canto difonico. Una parte degli shori vive in montagna (nella zona di Gornaja Shorija, al confine tra regione di Kemerovo e Repubblica dell’Altaj), il resto nelle steppe boscose.

10 / Tatari di Siberia

Tatari siberiani cantano durante un festival etnico

Per quel che riguarda la numerosità dei tatari di Siberia, i numeri variano da 10 a 500 mila persone. Perché questa differenza così grande? È che alcuni studiosi dicono che i tatari di Siberia siano semplicemente un ramo del popolo tataro che vive in Siberia (soprattutto nelle regioni di Novosibirsk, Tomsk e Kemerovo), mentre altri sostengono che costituiscano una popolazione a parte. Nel passato, tra l’altro, in Russia tutte le etnie di origine turca venivano chiamate “tatari”. Comunque, anche i tatari di Siberia si suddividono in sottogruppi, ciascuno con un proprio dialetto e le proprie tradizioni. Fra di loro c’è, ad esempio, un piccolo gruppo di tatari krjasheny, leggera storpiatura della parola russa per “battezzati”, i quali, come fa capire il nome, non sono islamici, bensì di fede ortodossa.

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