In Khakassia per conoscere il respiro della steppa

Learning the ways of the steppe: A glimpse of life in Khakassia

Learning the ways of the steppe: A glimpse of life in Khakassia

: Mikhail Maklakov
Immergetevi nella cultura, nelle tradizioni e nell’atmosfera di questa regione meridionale della Siberia, dove l’odore dell’erba secca si confonde con quello dei fiori da miele e del timo che si nascondono tra le rocce

Momento di festa in Khakassia. Fonte: Mikhail MaklakovMomento di festa in Khakassia. Fonte: Mikhail Maklakov

Rare incisioni rupestri, il Capodanno in primavera, l'odore secco della steppa, l’ayran che punge leggermente sulla lingua: la Khakassia è una regione meridionale della Siberia pronta ad accogliere chi ama immergersi nella cultura, nelle tradizioni e nell'atmosfera del posto.

Il fascino della steppa

Una delle più belle strade della Siberia è la "Enisej" o P257, che da Krasnoyarsk arriva fino alla capitale della Khakassia, Abakan, e poi fino al confine con la Mongolia. Se si percorre in auto senza fretta, si può sentire il calmo e cullante respiro della sterminata steppa siberiana. Apri il finestrino e vieni pervaso dall’odore secco e aspro dell’erba secca, dei fiori da miele e del timo che si nasconde tra le rocce.

La steppa della Khakassia. Fonte: Aleksandr NeirozyaLa steppa della Khakassia. Fonte: Aleksandr Neirozya

Ritrovarsi in Khakassia è come ricevere una cartolina olografica da un paese misterioso, in cui da una certa visuale quello che è piano diventa convesso e quello che è semplice si riempie di mistero e di significati. Guardando in lontananza, non si vede la pianura che di solito si associa alla steppa, ma paesaggi variegati. Come felpate gobbe di cammello, le colline piegano la linea dell'orizzonte e si vedono susseguirsi l'ocra luminosa delle pietre, il verde del variegato manto erboso e il giallo dell’erba della steppa.

I guardiani di pietra

Chi viaggia qui cerca di visitare i vecchi monumenti di culture antiche. Se ne contano più di mille in questa regione: stele, pietre tombali, incisioni rupestri. Ad esempio, le incisioni rupestri “Boyarskaya pisanitsa”, immagini rare per la regione eurasiatica, raffigurano antichi borghi con edifici simili a yurte, bovini al pascolo e preparazioni di piatti.

Il luogo in cui i siberiani stessi amano andare nei fine settimana d’autunno o di primavera o in vacanza è il grande tumulo Salbykskij e il crinale “Sunduki”. Si tratta di cinque montagne, simili a fratelli giganti assopiti, che per gli antichi costituivano un osservatorio all'aperto. Pietre, fessure e fori nella roccia servivano come orologio e sulle vette dei "Sunduki" si celebravano e celebrano tutt’ora riti sciamanici.

Paesaggio della Khakassia. Fonte: Aleksandr NeirozyaPaesaggio della Khakassia. Fonte: Aleksandr Neirozya

Il fotografo Aleksandr Neirozya una volta ha avuto la fortuna di sentire i suoni di questo atto sacro per gli abitanti della Khakassia: "Un giorno abbiamo deciso di passare la notte sulla cima del primo 'Sunduk', incontrando le stelle cadenti e l'alba. La notte passò in fretta e il sorgere del sole è stato magnifico. Dalla vetta la vista si apriva su molti chilometri tutto intorno. Poi sono arrivati anche i temporali e le storie del guardiano locale al falò e il risveglio al suono di tamburelli e canti gutturali: qualcuno stava celebrando riti sciamanici su una delle vette".

In Khakassia ancora oggi si pratica lo sciamanesimo. Per strada si possono vedere pietre o alberi ai quali sono legati nastri di raso colorati. Se cercate di mettervi in tasca qualcosa come souvenir della steppa, per esempio sassi o erba, gli abitanti del luogo vi chiederanno di non farlo, perché tutto ciò che si trova nella natura per loro è sacro e ha una forza particolare.

Uno scorcio della Khakassia. Fonte: Aleksandr NeirozyaUno scorcio della Khakassia. Fonte: Aleksandr Neirozya

Il calendario etnografico

Il noto scrittore russo Lev Gumilev ha scritto che "tutto ciò che vediamo è etnico". Un viaggio in Khakassia è una missione alla ricerca dell’etnia locale conservatasi fino ad oggi. A questo scopo vale la pena dare un’occhiata al calendario nazionale della Khakassia: il giorno dell'equinozio di primavera gli abitanti del luogo celebrano ad Abakan, capitale della Repubblica, una delle loro principali festività, il Capodanno della Khakassia o “Chil Pazy”. Da diversi villaggi e città le persone giungono nella capitale, si stabiliscono nella sua piazza principale con le yurte, preparano piatti nazionali, accendono falò e cantano canzoni nella loro lingua madre. Invece, quando i nomadi cominciano a mobilitare il bestiame verso i pascoli estivi è il periodo della Tun-Payram, la festa per il primo ayran, aspra bevanda di latte. In questo giorno si organizzano gare: corse di cavalli, competizioni tra cantastorie o tessitrici di costumi nazionali, tiro con l'arco.

Momento di festa in Khakassia. Fonte: Mikhail MaklakovMomento di festa in Khakassia. Fonte: Mikhail Maklakov

Il sapore della Khakassia

La cucina tradizionale è forse uno dei fenomeni più conservatori della cultura locale. Si eliminano i costumi, si dimenticano le lingue, cambiano le credenze, ma le antiche ricette si tramandano di generazione in generazione in ogni famiglia. Provate i piatti locali a base di carne: da tempo immemorabile vivono in questa regione i pastori. Nei negozi di Abakan si può trovare la hyyma, una salsiccia di carne macinata di manzo e cavallo. Nei caffè e per le strade della capitale si può provare il Myun, pecora bollita in brodo, o il kёptirges, pane azzimo che un tempo veniva cotta sulla pietra nelle yurte.

Momento di festa in Khakassia. Fonte: Mikhail MiklakovMomento di festa in Khakassia. Fonte: Mikhail Miklakov

Tra le bevande tradizionali della Khakassia bisogna provare l’ayran, una bevanda acida a base di latte vaccino. "Tutta la salute viene dall’ayran", suona un detto della Khakassia. In questa regione il tè della steppa con il latte non si è diffuso tanto quanto a Tuva, ma in compenso qui amano molto il tè alle erbe con foglie di ribes e mirtilli o timo e rosa canina, chiamato "Irben" nella lingua locale. Nei tempi antichi, con questo tè veniva servito anche Oreme, una schiuma di latte bollito con ciliegia selvatica macinata. Era una specialità dei giorni di festa. Oggi viene preparato con la panna acida e si può provare nei caffè del posto.

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