Durante la Grande Guerra del Nord (1700-1721), Pietro il Grande riconquistò agli svedesi i territori sulle rive della Neva e del Golfo di Finlandia, dove nel 1703 fondò San Pietroburgo, la nuova capitale del suo Impero (che proclamò nel 1721). Già nel 1714 Pietro il Grande iniziò a costruire una residenza di campagna nelle vicinanze della nuova città, sulla sponda meridionale del Golfo di Finlandia: Peterhof, letteralmente, in tedesco, “corte di Pietro”.
Secondo l’idea dell’imperatore, il palazzo di Peterhof, e in particolare il parco adiacente con le sue fontane, avrebbe dovuto eclissare Versailles, la residenza dei re francesi, per la sua bellezza e il suo lusso.
La perla indiscutibile e il biglietto da visita di Peterhof sono le sue favolose fontane: un sistema di giochi d’acqua unico al mondo che nel 2021 ha festeggiato il suo 300° anniversario!
La Grande Cascata
Riserva Museo Statale di PeterhofPietro voleva che le fontane funzionassero senza pompe e l’ingegnere idraulico russo Vasilij Tuvolkov ebbe l’idea di garantire un’alimentazione ininterrotta di acqua. A questo scopo furono costruiti una diga speciale, un sistema di chiuse e stagni e un canale di 24 chilometri che portava l’acqua alla Grande Cascata.
La terrazza superiore della Grande Cascata
Riserva Museo Statale di PeterhofLa Grande Cascata è la struttura più grandiosa di questa fontana, che comprende anche due scalinate, una grotta e molte sculture. Da lì parte il viale delle fontane, che arriva direttamente al mare.
La cascata “Montagna degli scacchi”
Riserva Museo Statale di PeterhofAnche la “Cascata del Leone” e quella “Montagna degli Scacchi”, e le fontane del “Sansone” e del “Tritone” sono veri capolavori. In totale, nel complesso del palazzo e del parco ci sono più di 150 diverse fontane.
La fontana del Tritone
Riserva Museo Statale di PeterhofA Peterhof ci sono fontane divertenti e “scherzose”, come quella “dei Divanetti”, il cui progetto ha visto lo zampino di Pietro il Grande in persona. Quando qualcuno si avvicina al divano e calpesta le pietre, la fontana si accende. Oggi è un’attrazione per bambini, ma all’inizio del XVIII secolo Pietro si divertiva molto quando la fontana schizzava improvvisamente acqua sui nobili signori e sulle loro dame.
La “Fontana dei divanetti”
Legion MediaIl Gran Palazzo, la parte centrale e cerimoniale di Peterhof, si estende per quasi 300 metri parallelamente alla costa, ergendosi sopra il Parco Inferiore e le sue fontane. Sul retro del palazzo si trova il Giardino Superiore.
Vista del Giardino Superiore
Andrew Shiva (CC BY-SA 4.0)Inizialmente, il palazzo aveva un aspetto piuttosto modesto, ma a metà del XVIII secolo la figlia di Pietro il Grande, l’imperatrice Elisabetta di Russia (Elizaveta Petrovna), lo ricostruì nello stile barocco allora in voga. A dirigere i lavori fu l’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli (che progettò anche il Palazzo d’Inverno e il Palazzo di Tsarskoe Selo). Nel XIX secolo gli imperatori modificarono anche l’esterno del palazzo, aggiungendo strutture e nuove sale.
Il dipinto di Ivan Aivazovskij “Vista della Grande Cascata e del Gran Palazzo di Peterhof”, 1837
Dominio pubblicoIl palazzo si distingue per l’abbondanza di elementi decorativi: sculture, bassorilievi e vari fronzoli. La decorazione interna è ancora più pomposa e ricca di dorature.
Lo scalone d’onore
Riserva Museo Statale di PeterhofIl palazzo non era una residenza permanente dei monarchi: gli imperatori venivano qui occasionalmente in estate, e per lo più vi ospitavano eventi di intrattenimento. Durante le grandi celebrazioni del XIX secolo, persino la gente comune poteva entrare nel parco per ammirare la grandezza dell’Impero e dell’imperatore.
“Immaginate un palazzo costruito su una terrazza naturale, che in altezza potrebbe essere paragonata a una montagna in un Paese dalle pianure sconfinate, un Paese così piatto che quando si sale su una collina alta sessanta piedi [18 metri; ndr] l’orizzonte si espande quasi all’infinito. Ai piedi di questa imponente terrazza inizia un bel parco, che arriva fino al mare, dove le navi militari sono allineate e illuminate la sera della festa”, scrisse il marchese Adolphe de Custine, descrivendo il palazzo e le sue fontane, quando lo visitò nel 1839 in occasione della pomposa festa annuale organizzata da Nicola I.
La sala da ballo
Riserva Museo Statale di PeterhofSotto Caterina la Grande, la Sala di Cesme divenne un luogo importante del palazzo. Essa commemora l’importante vittoria della flotta russa nella Battaglia di Cesme (1770) durante la Guerra russo-turca. La sala è decorata con una serie di dipinti a tema bellico.
La Sala di Cesme
Riserva Museo Statale di PeterhofLa superficie totale occupata da tutti i palazzi, i parchi e i giardini di questo impressionante ensemble architettonico è di 414,2 ettari. Peterhof non si limita infatti al Gran Palazzo. A ovest di esso, negli anni Venti del Settecento, fu costruito, per accogliere gli ospiti, il Palazzo Marly, che è stato progettato per riflettersi sulla superficie dell’acqua dello stagno e sembra galleggiare nell’aria.
Il Palazzo Marly. Il nome viene da Marly-le-Roi, sede di un castello del re di Francia, che aveva ispirato Pietro
Il Palazzo Monplaisir
Riserva Museo Statale di PeterhofA est del Gran Palazzo, proprio sulla riva del Golfo di Finlandia, si trova una “casetta olandese” a un piano, il Palazzo Monplaisir. Il suo nome si traduce dal francese come “mio piacere” ed era il palazzo di campagna preferito da Pietro il Grande.
Il Monplaisir è affiancato da un edificio più tardo: il Padiglione di Caterina, a un solo piano, costruito per la futura Caterina la Grande, allora solo moglie dell’erede al trono Pietro III. Dopo essere diventata imperatrice (avendo detronizzato il marito), Caterina si trasferì in un’altra residenza di campagna, non meno lussuosa, Tsarskoe Selo.
Il Padiglione di Caterina
Riserva Museo Statale di PeterhofOltre a questi edifici, Peterhof oggi comprende anche i palazzi e i parchi vicini (Aleksandria, Oranienbaum, Strelna e altri), costruiti per sé e per le proprie famiglie dai sovrani succeduti a Pietro il Grande.
Il modesto palazzo detto “Cottage” fu costruito per la moglie di Nicola I, l’imperatrice Aleksandra Fjodorovna, e, in suo onore, questa parte di Peterhof, con il parco adiacente, fu chiamata Aleksandria.
Il palazzo “Cottage” ad Aleksandria
Riserva Museo Statale di PeterhofNella vicina Oranienbaum si trova invece il palazzo del più stretto collaboratore di Pietro, Aleksandr Menshikov.
Il Palazzo Menshikov a Oranienbaum
Riserva Museo Statale di PeterhofQui a Oranienbaum l’imperatore Pietro III a metà del XVIII secolo costruì per sé la fortezza “buffa” di Peterstadt e un piccolo palazzo.
Il palazzo di Pietro III a Oranienbaum
Riserva Museo Statale di PeterhofNelle vicinanze si trovava anche la “dacia personale” di Caterina la Grande, una vera e propria meraviglia architettonica: il “Palazzo cinese”.
Il Palazzo cinese a Oranienbaum
Riserva Museo Statale di PeterhofInoltre, come la strada da Parigi a Versailles, anche il percorso da Pietroburgo a Peterhof divenne una via dove costruire splendidi palazzi in vista per i nobili più importanti.
Dopo la Rivoluzione del 1917, i bolscevichi decisero di istituire un museo a Peterhof. Il complesso fu occupato dai tedeschi nel settembre 1941 e Peterhof fu sottoposto a continui bombardamenti, fino alla fine dell’assedio di Leningrado, nel gennaio del 1944. A quel punto, il Gran Palazzo era ormai ridotto in rovina. Il parco e le fontane erano gravissimamente danneggiati.
Peterhof com’era dopo l’occupazione tedesca e com’è adesso
Legion MediaAlcune sculture della fontana principale erano state nascoste o rimosse in precedenza, ma molte di quelle rimaste furono distrutte o sparirono senza lasciare traccia. Un gran numero di alberi fu bruciato e i nazisti in ritirata minarono il parco. I tedeschi razziarono anche molti dei tesori di Peterhof, tra cui l’imponente Fontana di Nettuno. Tuttavia, nel 1948 la composizione fu ritrovata e riportata nella sua sede storica.
La fontana di Nettuno
GAlexandrova (CC BY-SA 4.0)Peterhof iniziò a essere restaurato subito dopo la fine dell’assedio e nell’estate del 1945 fu aperto ai visitatori. Il riallestimento e il funzionamento completo delle fontane non fu possibile fino alla fine degli anni Cinquanta. Il restauro dei singoli oggetti dell’ensemble del palazzo e del parco va avanti ancora oggi.
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