Le voragini in Siberia
Nel 2013 è stato scoperto per la prima volta un enorme buco nella tundra siberiana. Le persone del posto attribuivano il misterioso fenomeno al risultato di test militari, alla caduta di un meteorite o persino allo sbarco degli alieni. Ben presto, tali voragini hanno iniziato a essere trovate in tutta la Siberia. Gli scienziati hanno dissipato tutte le teorie balzane di cui sopra: i crateri si formano a causa di esplosioni di metano, che si accumula nelle cavità naturali sotto la superficie terrestre a causa dello scioglimento del permafrost. Una scintilla accidentale dovuta all’attrito delle rocce porta alle esplosioni.
Il problema è che gli scienziati non hanno ancora imparato a prevedere dove si formerà la prossima voragine. Il territorio dove si sono verificati questi disastri è per lo più disabitato, ma in teoria neppure i villaggi sono immuni da una simile e potenzialmente distruttiva “sorpresa”.
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Lo “zen del Bajkal”
Una piccola meraviglia naturale si verifica sul Lago Bajkàl, il lago più profondo del pianeta. In inverno, è ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio e le pietre vengono portate sul ghiaccio dalla riva quando c’è vento forte. Durante il giorno, sotto i raggi del sole, le pietre si riscaldano e sciolgono il ghiaccio sotto di sé. L’acqua sciolta ai bordi viene portata via dal vento, e lo stesso vento e la proprietà dell’acqua durante la cristallizzazione di espandersi di volume aiutano a costruire un piedistallo sotto la pietra. È così che si verifica il fenomeno delle pietre sospese che è stato soprannominato “Zen del Bajkal”.
Gli anelli di ghiaccio del Bajkal
Ma le meraviglie del Bajkal non finiscono qui. Ad esempio, scienziati di diversi Paesi si sono interrogati su come si formino enormi anelli di ghiaccio sul lago Bajkal in inverno, e hanno inviato persino una spedizione di ricerca sul posto. I risultati sono stati annunciati nel 2020. Si è scoperto che la questione non sta nelle emissioni di metano, come si pensava in precedenza, ma nei vortici di acqua calda sott’acqua (sono 1-2 gradi più caldi dell’ambiente circostante).
Gli anelli furono notati per la prima volta nel 1969. Il più grande mai registrato sul Bajkal (e, ovviamente nel mondo) aveva un diametro di 4 chilometri!
Le strisce verticali di luce nel cielo notturno
Queste strisce verticali di luce nel cielo notturno sembrano una scena di un film sugli ufo, ma sono reali. La ragione di questo fenomeno piuttosto raro è un rapido calo della temperatura. L’umidità nell’aria si cristallizza quando si verifica una brusca caduta della temperatura (di 10-20 ºC): e inizia a scendere verso il suolo. I cristalli di ghiaccio in discesa riflettono la luce di lampioni, fanali e altre sorgenti luminose luminose sul terreno, creando queste bellissime colonne di luce.
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Il “lardo di ghiaccio”
Uno spesso strato di piccoli cristalli di ghiaccio sulla superficie dell’acqua è chiamato “ledjanóe salo”. Chi ha assaggiato lo squisito salo, il lardo russo, capirà perché. In realtà, assomiglia ancor di più all’atmosfera vorticosa di un dipinto di Van Gogh.
Una tale sottilissima striscia di ghiaccio compare quando un corpo d’acqua inizia a congelarsi in modo non uniforme. È una delle fasi del congelamento dell’acqua. Quindi tutta questa bellezza, il più delle volte, si trasforma velocemente in una normale lastra di ghiaccio.
Le sfere di ghiaccio
Ma ci sono momenti in cui il “lardo di ghiaccio” si trasforma in palline, e se ci sono onde abbastanza forti sull’acqua, in vere sfere di dimensioni considerevoli. A volte questo fenomeno può essere visto nel Golfo di Finlandia, e viene chiamato “zuppa del Baltico con polpette”.
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Le nubi madreperlacee
Questo è il nome (in russo: “perlamùtrovye oblakà”) delle nuvole stratosferiche polari, per via del loro bagliore luminoso, che ricorda la madreperla. In effetti, queste nuvole sono composte da ghiaccio e questo fenomeno è più raro dell’aurora boreale. Si formano a temperature fortemente inferiori allo zero, di solito intorno ai -85 °C, nella stratosfera.
I “capelli di ghiaccio”
Un’altra insolita forma di ghiaccio ricorda un ciuffo di capelli. Si forma esclusivamente sugli alberi, ovvero su piccoli resti di rami in decomposizione di latifoglie. Quindi il fenomeno può essere osservato mentre si cammina attraverso una foresta russa.
I “capelli” crescono di notte e scompaiono con il sole. I cristalli di ghiaccio si formano a temperature ovviamente inferiori allo zero e il fungo Exidiopsis effusa li trasforma in fibre argentee. Come esattamente accada è ancora un mistero, ma a quanto pare la questione sta in una sostanza speciale, che è un “inibitore della ricristallizzazione”. Questi capelli possono crescere fino a 20 cm di lunghezza e non sono più spessi dei capelli umani.
I rotoli di neve
Questo non è altro che il risultato del lavoro congiunto di vento e gravità, e non è opera di un gioco da bambini. Il forte vento “fa rotolare” un tappeto di neve su un pendio, e rotolando giù comincia ad “avvolgersi” in un modo così bizzarro.
Questo fenomeno meteorologico è raro, poiché richiede la coincidenza di tutte le condizioni necessarie: neve bagnata e sciolta, terreno in pendenza, forza del vento che può spostare i rulli senza romperli e una temperatura dell’aria leggermente superiore allo zero. A volte i rotoli possono arrivare fino a un metro! Questi, ad esempio, si sono formati nel parco di Mosca “Neskuchnyj Sad”.
I “torósy”
“Torós” è probabilmente un termine che andrebbe aggiunto a uno dei nostri elenchi sulle parole russe “impossibili da tradurre”, perlomeno con un vocabolo solo. Si tratta di “lastroni di ghiaccio che emergono, più o meno verticalmente, da una grande superficie ghiacciata”. I frammenti di ghiaccio a volte possono raggiungere un’altezza di 20 metri! Si verificano quando la calotta di ghiaccio si restringe sotto pressione e si spezza, quasi esplodendo, e poi risolidificandosi. Questo fenomeno è tipico del Mar Glaciale Artico, ma può essere riscontrato sia sul Lago Bajkal che sul fiume Neva a San Pietroburgo.
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