Il fotografo naturalista Anton Agarkov per sei anni ha scalato montagne, ha vagato nel deserto e ha trascorso addirittura una notte su un vulcano in eruzione. Ecco un resoconto dei suoi viaggi.
Fonte: Anton Agarkov
La montagna Bolshoe Bogdo è considerata sacra dalla popolazione locale dei calmucchi e sulla sua cima stava un Obo buddista. I pellegrini vengono qui per meditare. Secondo la leggenda, la montagna si trovava sulla riva del fiume Ural, ma due santi calmucchi decisero di spostarla sulle rive del Volga. Dopo lunghe preghiere, caricarono la montagna in spalla e patirono. Sulla strada, uno dei monaci cominciò a dubitare e le forze lo abbandonarono, così la montagna schiacciò entrambi e si tinse di rosso. Gli scienziati spiegano il colore rosso della montagna con la presenza di argilla rossa risalente al periodo Permiano. Le argille sono fragili, perciò è vietato camminarci sopra.
Fonte: Anton Agarkov
Il Lago Curili è un posto importante per la deposizione delle uova di salmone rosso. E dove c’è salmone rosso, ci sono gli orsi. Sul Lago Curili gli orsi vagano a frotte. Il lavoro di biologi ed ecologisti ha fatto sì che su questo lago si può tranquillamente avvicinare un orso fino a dieci metri di distanza senza pericolo.
Fonte: Anton Agarkov
La baia di Agrakhan è il luogo per la nidificazione di una grande quantità di uccelli come aironi, pellicani e cormorani. Gli addetti della riserva hanno sequestrato questa giovane femmina di aquila ai bracconieri e l’hanno portata ad Agrakhan per la riabilitazione.
Fonte: Anton Agarkov
La Montagna Vazakhokh domina la gola di Digoria. Questo spuntone montuoso con pareti a picco si profila sempre da qualche parte all'orizzonte. Per avvicinarsi a questa montagna bisogna organizzare una piccola spedizione: due giorni di viaggio a piedi attraverso sentieri in salita, da un lato il dirupo e dall'altro la parete.
Fonte: Anton Agarkov
Il Bajkal in inverno è ghiaccio spesso un metro, crepe, enormi ghiaccioli sulle scogliere rocciose e grotte di ghiaccio. Cercate le più belle e ancora le meno visitate dai turisti sulla punta settentrionale dell'isola Olkhon, nel villaggio di Uzury. Proprio lì ho realizzato un’opera per me significativa, chiamata “L’esploratore”.
Fonte: Anton Agarkov
In Kamchatka c’è sempre qualcosa che erutta, ma l'eruzione del Ploskij Tolbachik del 2012-2013 è stata una vera e propria bomba. Si vedeva da lontano; elicotteri volavano proprio sopra il cratere e atterravano a un chilometro da esso. Sono andato ancora oltre e ho trascorso la notte sul vulcano in eruzione, tra l’altro nel mese di gennaio, quando l'eruzione era al suo apice e tutto intorno si contavano trenta gradi sotto zero.
Fonte: Anton Agarkov
La foresta di liane sul fiume Samur è considerata l’unica nel suo genere così a Nord del mondo. Senza lasciare la Russia, qui è possibile trovare il calore subtropicale e fruste spinose di liane che vi bloccheranno la via. In alcuni punti, queste liane si sono completamente avvinghiate intorno agli alberi, trasformandoli in mostri verdi. Per questa immagine ho dovuto posare io stesso, mettendomi in piedi su una traballante ragnatela di liane. Sotto il mio peso ha ceduto, ma alla terra non sono comunque arrivato.
Fonte: Anton Agarkov
Il Sulak si snoda in una gola di montagna. Per immortalare questa immagine ho dovuto noleggiare una barca, trovare sulla mappa un’ansa, fermarmi lì, scalare duecento metri di scogliera e da lì avvisare la barca di tornare al largo delle acque e creare vita nella veduta fotografica.
Fonte: Anton Agarkov
La Roccia Shamanka è il simbolo del Lago Bajkal. In inverno ai suoi piedi si crea un mucchio di ammassi di ghiaccio, le banchise.
Fonte: Anton Agarkov
La baia Sosnovka è il cordone meridionale della riserva naturale Barguzin, la più antica riserva naturale della Russia, quella da cui ha avuto inizio il sistema di riserve protette del Paese. In questo cordone, insieme a degli eremiti, vive la famiglia del sovrintendente, che vede più spesso orsi e zibellini delle persone e non si dispiace affatto per questo. Da un lato della loro casa si apre la taiga impenetrabile e dall’altro il Bajkal e le montagne. La costa è tagliata da profondi fiumiciattoli che formano tranquille insenature.
Fonte: Anton Agarkov
Il fiume Urukh è uno dei più folli e tumultuosi dell’Ossezia settentrionale. Cadendo da un ghiacciaio, il fiume entra in un'ampia valle di montagna e si dirama in decine di rivoli. Ho fotografato qui la palude di relitti di Chifandzar, risalente a cinquemila anni fa. In estate, questa pianura colma di umidità si trasforma in un paradiso fiorito con decine di varietà di fiori. Ma a vedere questa luminosa varietà sono solo le guardie di frontiera, i pastori e i turisti occasionali che non temono il sentiero impervio che conduce a Chifandzar.
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email