Navigando lungo il fiume Enisej fino a Igarka

Foto: Peggy Lohse

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Viaggio nella piccola cittadina situata oltre il Circolo polare artico. Per scoprire il fascino del vero Estremo Nord

Il primo battello per Igarka, situata a 2.800 km da Mosca, salpa alla metà di giugno. Si risale per 1.800 chilometri il fiume Enisej su fino al Nord. Il viaggio dura tre giorni e al ritorno, facendo rotta verso Sud, cinque. Nella cabina di terza classe sul primo ponte si trovano quattro ripiani di legno, due armadi e un tavolo sotto l’oblò che guarda il fiume. Vi è un sentore di legno e di umido. Sul secondo e terzo ponte sono ubicate la seconda e la prima classe e quella “di lusso”. Gli interni sono in legno e tutti i locali risultano ben riscaldati e illuminati. Prima della partenza i passeggeri escono sul ponte. Mentre alcuni trasportano gli ultimi bagagli a bordo, gli altri salutano con la mano i parenti sulla riva. Il sole risplende. Per la popolazione del Nord il primo battello estivo segna l’inizio dell’estate, delle vacanze, degli incontri e dei viaggi. L’umore sul battello è raggiante.

Escursione nella regione di Krasnoyarsk

Foto: Peggy Lohse

La prima attrattiva del viaggio verso Igarka è costituita dalla cosiddetta “Soglia kazaka” sullo Enisej. Su questo tratto di fiume per i battelli resta solo un’angusta rotta, delimitata da acque poco profonde e dal suolo roccioso. Il secondo giorno il battello attraversa l’arcipelago di Vorogovo. Le coste non sono visibili dal fiume e da tutti i lati si è circondati da isole rocciose. Nel mezzo dell’arcipelago si trova un’isola dove su una delle rocce campeggia la scritta a grandi lettere bianche “Pace al mondo”. Un auspicio oggi molto attuale che vede concordi tutti i passeggeri che si trovano sul ponte superiore.

Yartsevo, Bakhta, Vorogovo, Bor e Turukhansk si profilano in lontananza. Il giorno dopo incontriamo lungo il tragitto un paio di centri abitati. E là dove spariscono anche i villaggi vi sono solo le acque nere dello Enisej e il cielo azzurro mentre si allontana sempre più da noi la verde costa. Man mano che navighiamo verso Nord e si fanno più rare le foreste, la neve aumenta sulla costa e più ampio diventa il fiume Enisej. Oltre il Circolo polare artico è esteso come il mare.

Il 67° parallelo Nord

Foto: Peggy Lohse

Igarka è una città unica. Fondata nel 1929, nel 1931 è diventata la prima città industriale a Nord della regione di Krasnoyarsk (lo stabilimento di Dudinka fu inaugurato nel 1951 e  quello di Norilsk nel 1953).

Igarka fu costruita a partire dal 1947 grazie soprattutto al lavoro dei prigionieri del “Cantiere N° 503"; mentre tra Salekhard e Igarka veniva posata la linea ferroviaria transpolare che dopo la morte di Stalin non fu mai completata. Gli artefatti e i documenti relativi alla costruzione della cosiddetta “linea morta” sono oggi conservati nel locale “Museo del Permafrost” (www.igarka-permafrostmuseum.ru in lingua russa). In un piccolo edificio annesso al museo le guide spiegano come si viveva nei lager. Si può scoprire com’erano strutturate le baracche, com’era organizzato il lavoro nei campi ed esaminare la mappa dei lager. Fotografie, materiali d’archivio e oggetti documentano quell’epoca insieme alle preziose testimonianze degli ex detenuti. Una sorpresa attende i visitatori del museo nell’ultima sala: la maggior parte dei detenuti erano esponenti dell’intellighenzia pietroburghese e a Igarka organizzavano concerti e allestivano spettacoli nei lager. Quadri, disegni, spartiti e libri che raccontano di un altro, inedito aspetto della vita quotidiana ad Igarka, sono conservati nel museo cittadino.

Ma i materiali più importanti esposti nel “Museo del permafrost” sono quelli che riguardano il suolo. Igarka è situata oltre il Circolo polare artico in un territorio dove è diffuso il permafrost e caratterizzato da rigide condizioni climatiche. Un ricercatore del laboratorio locale dell’Istituto di ricerca sul permafrost P.I. Melnikov, Nikita Tananaev, organizza periodicamente delle visite e coordina con il museo anche dei progetti per gli scienziati che vengono quaggiù dalla lontana Europa a studiare lo stato del permafrost e per gli studenti della Scuola N°1 di Igarka.

Nelle sale ai piani superiori del museo – dove la temperatura è ancora alta – si può scoprire tutto sul permafrost: che cos’è, la sua origine, come si edifica sulla sua superficie e il suo impatto sul clima, la natura circostante e le persone. Nelle gallerie sotterranee del museo i visitatori devono indossare indumenti più pesanti. Persino d’estate la temperatura qui è di -5°. Lungo i corridoi ghiacciati sono allineati vari materiali: diversi tipi di ghiaccio, neve, permagelo e legno. Sono anche esposti i lavori degli studenti della scuola locale. Una galleria di quadri fatti di ghiaccio, fiori e bacche consente ai bambini di prendere confidenza con l’ambiente nel quale vivono.

A Igarka incontriamo Svetlana e Anatoly Kazakov. Sono entrambi nati a Igarka e hanno vissuto qui tutta la vita. Conoscono bene la storia della città, e malgrado tutte le difficoltà del rigido clima nordico cui devono far fronte gli abitanti di Igarka, amano la loro città e collezionano libri, documentari e fotografie che ne raccontano la storia. “Le nostre famiglie all’inizio non erano contente che ci sposassimo” dice Anatoly, sorridendo alla moglie. In un ramo famigliare vi sono dei guardiani dei lager sovietici e nell’altro dei detenuti. “Ma alla fine tutti ci hanno dato la loro benedizione. Sa, da noi a Igarka ormai tutti hanno fraternizzato: gli ufficiali con i detenuti, i lettoni con i lituani. Siamo consapevoli che la nostra città è stata costruita durante una delle pagine più terribili della nostra storia”. 

Davanti alla sede del museo della “Linea morta” (il “Cantiere N° 503”) è stato eretto un monumento alle vittime delle repressioni. E un altro monumento è dedicato ai bambini lituani.  

Un ragazzo di nome Vitya

Foto: Peggy Lohse

Una delle leggende di Igarka è lo scrittore siberiano Viktor Astafev, autore di Zar-pesceL’ultimo inchinoDannati e uccisi e di molti altri romanzi e racconti, noti non soltanto in Siberia, ma in tutta la Russia. In suo onore, nella Scuola N° 1 V.P. Astafev di Igarka, è stato inaugurato un museo e sul muro di una casa d’abitazione di fronte all’edificio scolastico risplende un enorme mosaico con il ritratto dello scrittore.  

Astafev si trasferì a Igarka fin dall’infanzia, nel 1935, con il padre, Petr, e la matrigna. Quando il padre dello scrittore fu ricoverato all’improvviso all’ospedale, la nuova famiglia lo ripudiò. Il futuro scrittore vagabondò per qualche tempo finché non finì in un orfanotrofio. Questi anni difficili trascorsi a Igarka segnarono il destino dello scrittore. Nei racconti Il furtoL’ultimo inchino Lo zar-pesce viene ricordata la città. I temi della campagna e della Seconda guerra mondiale saranno fondamentali nella sua produzione.

Lo scrittore visitò ripetutamente Igarka e così lo rammentano gli insegnanti: “Era legato alla nostra città. Mentre passeggiava per le sue vie, qualche volta gli occhi gli si riempivano di lacrime. E ogni volta si stupiva di quanto fosse diventata moderna. L’ultima volta che venne a Igarka fu nel 1999 con un gruppo di documentaristi di San Pietroburgo che girarono il film A ciascuno la sua ora. Sull’Enisey con Viktor Astafev.

Con grande rammarico di tutti, lo scrittore non riuscì a vedere questo film.

Il Nord vivo

Astafev ha scritto nel racconto Il furto: “Come può attrarre a sé la vita questa terra quasi morta? Forse, ciò che è vivo come questa remota cittadina, è sorto per una primordiale saggia legge della vita, e non per un capricco, bensì proprio per una legge. Una città simile quaggiù era necessaria”. Malgrado l’esiguo numero di abitanti, qui accadono molte cose. Finché la gente continuerà a vivere così attivamente e ad alimentare e a preservare la vita cittadina culturale, Igarka resterà viva. Tra 15 anni questa città del Nord festeggerà il suo centesimo compleanno. 

Come raggiungere Igarka

Da giugno ai primi di ottobre Igarka si può raggiungere in battello, gli orari si possono trovare nel sito “PassazhirRechTrans: www.prt24.ru. D’inverno per Igarka esistono dei voli aerei, le informazioni si possono controllare all’aeroporto di Krasnoyarsk.

Dove alloggiare: si può soggiornare all’hotel Zapolyare all’indirizzo: Igarka, I mkr., d. 7, str. a, tel:  +7 (39112) 21-611, oppure all’hotel Layner, situato nell’isola Poliarnyi, a poca distanza dalla città, a 100 metri dall’aeroporto di Igarka. Indirizzo: Igarka, Aeroporto, tel: 7 (39112) 2-11-78, +7 (905) 975-12-21.

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