Sin dai tempi antichissimi, le persone hanno cercato di comprendere la natura del movimento dei corpi celesti. Già nell’antica Babilonia fu deciso che la sfera celeste era divisa in 12 segmenti, ciascuno con un proprio segno zodiacale. Nell’arco dell’anno, il Sole attraversava questi segmenti uno dopo l’altro. A ciascuno di questi periodi fu attribuito un significato simbolico.
Nell’antica Rus’ l’astrologia arrivò attraverso l’Impero bizantino. Furono i bizantini a parlare ai russi dell’esistenza di certi giorni “favorevoli” e di altri giorni “avversi”: ciò riguardava soprattutto i lavori domestici e la vita quotidiana delle persone. Il primo documento antico, arrivato ai nostri giorni, che contiene informazioni sui segni zodiacali e le immagini degli stessi, è l’“Izbornik di Svjatoslav dell’anno 1073”, una raccolta di testi stilata per il principe Svjatoslav II di Kiev. Questo manoscritto è in sostanza un’enciclopedia dell’XI secolo che parla di cristianesimo, moralità, matematica e scienze naturali. La raccolta contiene in particolare la traduzione di un testo sul tema della cronologia del teologo arabo Giovanni Damasceno, illustrata con immagini dei segni zodiacali.
Izbornik di Svjatoslav del 1073
Yaroslav Chingayev/Moskva AgencyLa Chiesa cristiana si oppose ufficialmente alle pratiche astrologiche, perché il principio secondo cui il destino dell’uomo può essere previsto era contrario agli insegnamenti della Bibbia: il destino è noto soltanto a Dio. Il cristianesimo non favoriva neanche altre superstizioni né i tentativi di predire il carattere della persona.
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Tuttavia, man mano che la Rus’ si avvicinava all’Europa, dove l’astrologia e lo Zodiaco già erano popolari, l’interesse per queste cose cresceva. Lo confermano i libri di quel periodo. Nel 1494 fu pubblicata la versione russa di “Topografia cristiana” del greco Cosma Indicopleuste (pseudonimo di Costantino di Antiochia), uno dei primi testi in cui il mondo viene descritto dal punto di vista della dottrina cristiana. Il libro conteneva anche un brano in cui si spiegava la meccanica dei corpi celesti e del cerchio zodiacale.
La versione russa del 1494 della “Topografia cristiana”, trattato di cosmologia del VI secolo di Cosma Indicopleuste (pseudonimo di Costantino di Antiochia)
Museo Statale di storiaNella seconda metà del XVII secolo, sotto l’influenza dell’Europa, nel Paese cominciò a formarsi la cultura della corte del sovrano. L’astrologia e gli oroscopi si diffondevano sempre di più. Se ne interessò persino lo zar Alessio Mikhajlovich. Il soffitto del suo palazzo di Kolomenskoe, a Mosca, era decorato con immagini del Sole e dei segni zodiacali. Il palazzo non è arrivato ai nostri giorni, ma un dipinto che riprende il soffitto “astrologico” può essere trovato nell’“Atlante della pittura popolare”, edito nel 1881 da Dmitrij Rovinskij.
Il Sole e i segni zodiacali nell’atlante ‘Immagini popolari russe”
Museo Statale di storiaEsiste anche una descrizione accurata, sulla cui base, nel 2011, è stato dipinto il soffitto della replica del palazzo di Kolomenskoe, costruita nel 2010.
Il palazzo dello zar Aleksej Mikhailovich
Museo KolomenskoyeSebbene l’astrologia e lo Zodiaco fossero in contrasto con la dottrina della Chiesa ortodossa, con il tempo lasciarono la loro traccia anche nel Menologio, il calendario ecclesiastico con le vite dei santi, le festività e le tradizioni riguardanti la natura e la vita dell’uomo. Ecco, ad esempio, la pagina del Menologio del XVII secolo dedicata al segno della Bilancia.
Il “Mesjatseslov” (Menologio) del XVII secolo
Museo Statale di storiaCon Pietro il Grande, l’interesse per l’astrologia non fece altro che crescere ulteriormente. Il conte Jacob Bruce, stretto collaboratore del primo imperatore russo, elaborò un calendario, noto, appunto, come “calendario di Bruce”, che copriva un periodo di 200 anni. Il libro conteneva informazioni sulle feste religiose e civili e tutta una serie di dati attinenti a varie sfere della vita, comprendenti anche l’astrologia e l’agricoltura. Per i sacerdoti delle campagne, i piccoli proprietari terrieri, gli artigiani e i mercanti, il “Calendario” era una specie di vademecum che in funzione delle fasi lunari li istruiva su quando andare dal barbiere o concludere le transazioni commerciali. Il libro consentiva al lettore anche di “leggere” il proprio destino e spiegava i temperamenti umani associati ai segni dello Zodiaco.
Una pagina del celebre “Calendario di Bruce”
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Al fine di “soddisfare la curiosità umana e di divertire”, nel XVIII secolo furono pubblicati dei libri intitolati “Planetnik” (Libro dei pianeti) e “Zodiachnik” (Libro dello Zodiaco). Questi libri non erano illustrati, ma spiegavano in dettaglio il carattere delle persone nate sotto gli auspici dei vari pianeti, nonché i tratti caratteriali dei segni zodiacali, comprese persino le caratteristiche fisiologiche delle persone. Ecco, per esempio, che cosa si scriveva del Sagittario: “Chi nascerà sotto questo segno, sarà loquace, avrà una faccia larga e occhi neri; di spalle sarà largo, i suoi capelli saranno dritti; sul petto o sulla fronte avrà un nevo, di carattere sarà giusto e allegro”. Gli Arieti erano “buoni e amichevoli”, i Leoni “coraggiosi e indomabili”, mentre il Capricorno “promette tanto, ma dà poco”. Tutto sommato, è come i segni vengono descritti anche oggi…
L’influenza dei segni zodiacali è visibile anche nei manufatti degli artigiani russi. Guardate il lato interno del coperchio del baule “Le stagioni”, creato nel Nord della Russia tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Oltre ai dipinti che raffigurano le stagioni, ci sono anche dei segni zodiacali che rappresentano i quattro elementi: Sagittario (fuoco), Capricorno (terra), Gemelli (aria) e Scorpione (acqua). A quanto pare, l’artigiano non aveva mai visto uno scorpione vero, pertanto disegnò un animale assai strano con una lunghissima coda biforcuta.
Lo Scrigno delle stagioni
Museo Statale di storiaI segni zodiacali decoravano anche le case di persone che appartenevano a vari ceti sociali. Molto diffusi erano i fermacarte a forma di cancro, i vasi con pesci, mentre le statuette con leoni venivano prodotti dai ceramisti di Gzhel già nel XVIII secolo. I simboli li troviamo anche sulle piastrelle di ceramica, con le quali si rivestivano le stufe. Ecco, per esempio, due piastrelle del XVIII secolo con immagini dell’Aquario. Su una delle piastrelle è scritto “Faccio divertire”.
Piastrelle da forno con la rappresentazione del segno dell’Acquario
Aleksandra GuzevaI segni zodiacali erano particolarmente popolari tra i Vecchi credenti che non riconoscevano le regole della Chiesa ufficiale. I Vecchi credenti pubblicavano dei calendari illustrati con il calcolo della Pasqua. Qui sotto vedete una pagina del Menologio dei credenti di rito antico, uscito nel 1836, con il segno dei Pesci, simbolo della fine dell’inverno.
Calendario astronomico del 1836
Museo Statale di storiaNel 1884, l’editore Ivan Sytin cominciò a pubblicare i suoi calendari per il popolo, che uscivano con tirature enormi. Secondo l’editore, per il popolo il calendario era “fonte di consigli per ogni esigenza”. Il calendario aveva una copertina a colori, sulla quale si pubblicavano ritratti della famiglia imperiale, varie scene della vita russa, immagini che rievocavano il passato. Sulla copertina del calendario del 1915, era raffigurato un astrologo con il suo telescopio e i simboli di tutti i segni zodiacali.
Calendario astronomico del 1915
Dominio pubblicoAnche i bolscevichi erano piuttosto condiscendenti verso l’astrologia: sul calendario del 1919 si vede il cerchio zodiacale.
Calendario astronomico del 1919
Dominio pubblicoLo Zodiaco spicca anche sul Calendario universale per l’anno 1924, pubblicato da una casa editrice statale della Russia dei Soviet.
Calendario astronomico del 1924
Dominio pubblicoLa mostra “Под знаком зодиака” (“Sotto il segno dello Zodiaco) può essere visitata fino all’11 marzo 2024 al Museo Statale di storia, a Mosca (Piazza Rossa 1). Per info
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