Ivanovo. Un uomo gioca con il suo bambino nel cortile di un condominio in via Marshal Vasilevskij; vicino a loro, un tappeto appeso
Vladimir Smirnov / TASSL'ossessione sovietica per i tappeti (di cui vi abbiamo parlato qui) ha costretto la gente a fare molta attenzione alla cura di questi arazzi. Che fossero messi per terra o appesi a una parete, raccoglievano ovviamente molta polvere, quindi dovevano essere puliti con una certa frequenza. Nei cortili venivano realizzate delle apposite strutture dove appendere i tappeti (costruzioni presenti ancora oggi in alcuni cortili): venivano usate anche in inverno, quando il tappeto poteva essere strofinato con la neve.
Ancora oggi si utilizza questo metodo per scuotere i tappeti dalla polvere!
Questa abitudine si impose per questioni di semplice risparmio: le pareti venivano dipinte solo ad altezza d’uomo, o poco sotto, per non usare troppa vernice e proteggere al contempo i muri dallo sporco.
Questo valeva soprattutto per i luoghi pubblici: scuole, ospedali, centri culturali, mense e bagni venivano verniciati il più delle volte di azzurro o verde. Questa tinta era sempre disponibile perché veniva prodotta in grosse quantità per le esigenze dell'industria automobilistica, dell'industria della difesa e per i vagoni ferroviari. Inoltre, si ritiene che questi colori nascondano bene le scritte dei vandali, i difetti di costruzione e altre imperfezioni.
Oggi in Russia non ci sono restrizioni per quanto riguarda i colori e le vernici da utilizzare, ma spesso gli ingressi condominiali e altri luoghi continuano a essere dipinti in questo modo. I residenti possono decidere il colore delle pareti e comunicarlo alla società di gestione, ma se non prendono l'iniziativa, nel 90% dei casi l'ingresso sarà ridipinto di verde o di azzurro… e solo per metà, secondo questa tacita tradizione.
Servizio da tè "Peonia". K. N. Pankova. Fabbrica di porcellana Dmitrov, villaggio di Verbilki
Vladimir Vdovin / SputnikIn ogni casa sovietica c’era un servizio di cristallo o porcellana che non veniva mai utilizzato. All’epoca dell’URSS questo tipo di stoviglie, oltre a essere oggetti rari, simboleggiavano benessere: proprio per questo venivano custodite in una credenza e tirate fuori solo in giorni molto speciali, davanti agli ospiti. Il più delle volte si usavano i piatti e i bicchieri più economici: portare in tavola il servizio “bello” era una cosa impensabile!
Questa abitudine è viva ancora oggi: i servizi da tavola “per le feste” possono restare per anni dentro una scatola… in attesa di un’occasione speciale.
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La “Casa della cultura della vita esemplare” era un concorso che si teneva in URSS per eleggere il cortile meglio tenuto e più pulito. I vincitori venivano premiati con un cartello che recitava “Casa mantenuta in modo esemplare”. Questa ricompensa arrivava dopo un lungo lavoro di pulizia e una buona dose di creatività.
I residenti ce la mettevano tutta per decorare i propri cortili in modo fantasioso e divertente, utilizzando gli oggetti e il materiale a loro disposizione.
Con taniche e vecchi pneumatici, tavole di legno e bottiglie vuote si creavano “cicogne”, “coccodrilli” e “cigni” davvero originali. Nemmeno le multe imposte per gli oggetti d’arte realizzati con pneumatici contenenti sostanze pericolose di classe 4 sono oggi in grado di fermare la situazione.
Lo stesso vale per gli ingressi: tradizionalmente si cerca di renderli accoglienti arredandoli con fiori sui davanzali, sedie e poltroncine sulle scale e talvolta persino tappeti.
Basta osservare i moderni ingressi della Jakutia per capire che questa usanza è viva ancora oggi!
Le comuni abitazioni sovietiche non erano molto spaziose, perciò si “lottava” per ogni metro di spazio disponibile. Ovviamente la gente aveva bisogno di un posto dove custodire gli articoli stagionali come sci, slittini, pneumatici invernali e altre cianfrusaglie. Come risultato, il balcone si trasformava spesso in un ripostiglio ingombrato tutto l’anno.
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Una giornata di lavoro volontario e non retribuito per il “bene comune”, che di solito veniva organizzata all’inizio dell’estate, era uno dei cavalli di battaglia di uno “Stato veramente socialista”. Esisteva sia a livello aziendale (nel giorno del compleanno di Lenin, in aprile, tutti gli operai lavoravano gratis), sia a livello individuale: la gente veniva incoraggiata a ripulire una zona della città. All'inizio il subbotnik era una manifestazione di entusiasmo rivoluzionario, ma col tempo è diventato obbligatorio.
Oggi l'Unione Sovietica non esiste più, ma l'abitudine alla pulizia collettiva rimane... anche se sta vivendo i suoi ultimi giorni: non è più legata all'ideologia socialista e sempre più persone ritengono che debba essere svolta da società di gestione o da servizi comunali.
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