Così i russi riconoscevano lo status sociale di un uomo in base alla sua barba

Kira Lisitskaya (Foto: Legion Media)
La barba, fino a prima usata da tutti, venne sorprendentemente vietata all’epoca di Pietro. Ecco come i peli sul volto definivano lo status di una persona

Da quando Pietro il Grande impose una tassa sulla barba, i peli del viso divennero un segno di distinzione per i russi. Ma cosa significava avere barba e baffi, nei vari periodi storici della Russia?

XVI-XVII secolo: "Come va di moda tra gli stranieri"

La barba la portavano tutti;

I baffi senza barba li portavano solo i lituani e i polacchi;

Niente barba né baffi: questa moda era adottata solo dai "tedeschi" (ovvero da qualsiasi europeo, cattolico o straniero; come abbiamo raccontato qui, con il termine “tedeschi” ci si riferiva agli stranieri in generale).

Un bel giorno, la società moscovita fu scossa da uno scandalo inaspettato: il principe Vasilij Ioannovich si tagliò la barba e iniziò a uscire "alla lituana", ovvero solo "con i baffi". Secondo le indiscrezioni, questa scelta fu dettata dalla sua volontà di conquistare il cuore della principessa Elena, della famiglia Glinskij, che aveva 29 anni in meno di lui. Divenuta moglie del principe, Glinskaja diede presto alla luce un erede, il futuro Ivan il Terribile. In quell'epoca, i cristiani ortodossi avevano il divieto di tagliarsi la barba. 

Nella Russia antica e medievale barba e baffi erano una cosa naturale per tutti gli uomini. Anche la ​​"Russkaja Pravda" (il codice legislativo della Rus' di Kiev e dei principati della Rus' nati in seguito alla sua dissoluzione) riconosceva uno status speciale alla barba: se qualcuno danneggiava deliberatamente la barba di un’altra persona, era costretto a pagare una multa.

Con il tempo però gli uomini iniziarono a radersi anche in Russia: in Europa, all’inizio dell’era moderna, avere il volto rasato era segno di un elevato status sociale. Questa nuova moda, però, fu ampiamente contrastata: durante lo ​​Stoglavyj Sobor del 1551 (conosciuto anche come il Concilio dei cento capitoli), fu fatto divieto di radersi, di tagliare barba e baffi, pena la scomunica dalla Chiesa e dai suoi sacramenti. In condizioni di costante confronto tra ortodossia e cattolicesimo e di continui tentativi da parte della Chiesa cattolica di predicare tra la popolazione ortodossa, radersi o portare la barba divenne quindi anche una questione politica.

La barba, nella Russia pre-petrina, era un grande motivo di orgoglio: il viaggiatore Adam Olearius osservò che tra i boiardi di Mosca i più rispettati erano quelli con la pancia grossa e la barba lunga. "Sua Maestà lo zar esibisce questi uomini nelle udienze solenni, pensando di infondere negli stranieri un maggiore rispetto nei confronti della sua persona".

XVIII secolo: "Ehi! E la barba?"

La barba veniva portata dai contadini, dai ricchi mercanti, dagli ecclesiastici e dai vecchi credenti;

Tutti gli altri non avevano né barba né baffi.

Un uomo con la "faccia nuda" in una strada russa attirava immancabilmente l’attenzione. La prima cosa che veniva in mente era che si trattasse di uno straniero, di un tedesco o di un lituano! Ma alla fine del XVII secolo c'erano così tanti stranieri che questa moda si impose anche tra i giovani russi che, se proprio non si radevano, iniziarono comunque ad accorciare la barba.

Nel 1675 con un editto speciale si dovette ricordare alla nobiltà moscovita "di non adottare costumi stranieri, di non tagliarsi i capelli, di non indossare abiti, caftani e cappelli, e di non farli indossare nemmeno alla propria gente".

Ebbene, nel 1698 Pietro, appena tornato dalla Grande Ambasciata, riunì i boiardi nel suo palazzo e, mentre raccontava del suo viaggio e interloquiva con gli ospiti, iniziò a tagliare loro la barba. Quel gesto scioccante fu ripetuto al banchetto successivo, e poi ancora…

Così come in Russia un uomo senza barba veniva scambiato per uno straniero, allo stesso modo in Europa gli uomini barbuti che frequentavano le ambasciate russe apparivano ai locali come dei selvaggi. Pietro si rese conto che, per intavolare dei buoni scambi commerciali e culturali con l’Europa, era necessario rimuovere questa barriera psicologica. Nel 1700 fu ordinato a tutti, tranne che al clero, ai carrettieri e ai contadini, di indossare abiti "tedeschi" (cioè all’europea), e dal 1705 fu introdotta la famosa "tassa sulla barba" nelle città. Questa tassa non veniva applicata nelle campagne: i contadini che lavoravano la terra continuavano a tenere la barba, ma dovevano pagare una tassa di un copeco se volevano presentarsi così barbuti nelle città.

Se i comuni cittadini volevano portare la barba, la tassa era enorme: i commercianti pagavano 60 rubli all'anno, i cittadini più poveri 30 rubli e i ricchi mercanti 100 rubli all'anno. Solo per fare un confronto, un soldato dell'esercito riceveva 10 rubli all'anno: riuscite a immaginare quanto fosse costoso avere la barba?

I “controllori della barba” erano presenti vicino a tutte le porte d’ingresso della città, e le pattuglie andavano su e giù per le strade. Lo storico Grigorij Esipov descrisse così quei tempi: "Un povero industriale della classe mercantile o contadina porta in città merce, tronchi, legna, carbone o qualsiasi altra cosa; alla porta della città sente urlare: fermo! E la barba? Ma lui si rifiuta di pagare e viene mandato nell'ufficio del governatore, da dove viene spedito in prigione. Trascorrerà molto tempo in carcere, d’altronde dove potrebbe prendere 50 rubli, questo povero contadino?”.

XIX secolo: "Baffi altamente approvati"

La barba: i contadini, i ricchi mercanti, gli ecclesiastici, i vecchi credenti;

La barba abbinata a vestiti alla moda: i dandy, i liberi pensatori;

Baffi senza barba: i militari;

Senza barba né baffi: i comuni cittadini.

Nel 1762 Caterina abolì la tassa sulla barba per i civili e l'esercito continuò a radersi secondo le regole dell'esercito. Tuttavia, nella società russa non era più consuetudine portare la barba. Ai Vecchi Credenti, invece, fu concesso il diritto di tenere la barba senza incappare in nessuna multa.

Con l'inizio del XIX secolo e l'epoca del dandismo, la barba divenne il simbolo degli eremiti. Lo stesso imperatore Alessandro I disse che si sarebbe fatto crescere la barba e si sarebbe esiliato in Siberia se avesse perso la guerra con Napoleone.

A partire dagli anni Trenta del XIX secolo, la barba divenne il simbolo dei dandy. Come scrisse il "Damskij zhurnal" (Il giornale delle signore), "molti giovani immaginano di attirare l'attenzione se si fanno crescere la barba come facevano i cittadini delle antiche repubbliche greche e romane". Tuttavia, questi dandy non erano molto popolari nella società russa: venivano paragonati a dei "sporchi cosacchi" e persino a delle capre.

Che sorpresa fu quando, nel 1832, i gradi militari furono autorizzati a portare baffi e basette. Perché questa inversione di rotta? Molto semplicemente: l’imperatore Nicola I amava portare i baffi, ma per poterli indossare doveva permettere a tutto l’esercito di fare lo stesso (Nicolaj Pavlovich aveva il grado militare di ingegnere generale). Tuttavia, l'imperatore notò ben presto che i funzionari civili, soprattutto nelle province, cominciarono a usare anche la barba, oltre ai baffi. Nel 1837 dovette quindi emanare un editto che recitava: "I capi dei dipartimenti civili devono vigilare rigorosamente che i loro subordinati non portino né barba né baffi, perché questi ultimi appartengono alla stessa uniforme militare".

I vecchi credenti di Nizhnij Novgorod

All’epoca di Nicola, l'unico civile "ufficiale" con i baffi era il pittore di corte Bogdan Villewalde: l'imperatore posava per lui così spesso che il pittore aveva fatto pressioni per ottenere il diritto di mantenere i suoi baffi eleganti.

Nel 1874, l'imperatore Alessandro II permise a tutto il personale militare (ad eccezione della Guardia, del seguito e dei gradi superiori) di portare baffi e barba, mentre suo figlio, il barbuto imperatore Alessandro III, subito dopo la sua ascesa al trono, nel 1881, permise a tutti, indipendentemente dal grado, di avere la barba. E i ranghi inferiori della guardia e dei granatieri ricevettero persino l'istruzione separata di "non farsi la barba"! Da quel momento la peluria sul viso dei russi non fu più oggetto di legislazione, ma di semplice moda, ed era ormai impossibile capire così facilmente dalla forma dei baffi e della barba che tipo di persona si avesse davanti. 

 

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