Ivan Vasilievich, il primo sovrano russo a proclamarsi “zar”, già nel XVI secolo divenne noto come “Ivan il Terribile”. Questo appellativo, “Groznyj” (“Грозный”), nella lingua russa dell’epoca aveva un significato vicino alle parole “potente”, “forte” e “grande”, (e non “terribile”, “spaventoso”, come oggi), e per i contemporanei era ovvio il motivo per cui lo zar ricevette tale epiteto: fu sotto il suo regno che vennero conquistati i khanati di Kazan e di Astrakhan; i resti dell’Orda d’Oro ormai disintegrata.
Lo zar desiderava che tutto il mondo civilizzato ne fosse a conoscenza, ma come si poteva fare quando ancora non esisteva la stampa internazionale? All’epoca a far girare le notizie erano i dispacci e le note degli ambasciatori stranieri. Ma come fare colpo su di loro? Certo, con banchetti sontuosi! È in questi luoghi che i rituali e i costumi orientali, adottati dai russi, erano particolarmente evidenti.
1 / Prendevano al loro servizio i sovrani dei Paesi conquistati
Ecco cosa scrisse un anonimo mercante inglese che visitò Ivan il Terribile nel 1557: “Quando arrivò la cena, fummo condotti nella sala da pranzo dello zar. […] All’estremità più alta di un [tavolo] sedevano Sua Maestà, suo fratello e lo zar-prigioniero di Kazan. Un po’ più in basso sedeva il figlio dello zar di Kazan, un bambino di circa cinque anni. Al terzo tavolo sedevano i cosiddetti circassi, che servono lo zar nelle sue guerre contro il nemico.”
Per Ivan il Terribile era importante mostrare agli stranieri che il Khanato di Kazan era stato conquistato e il suo ultimo khan era ora al servizio dello zar russo. Con l’espressione “zar-prigioniero” l’inglese indica il khan Yädegär Möxämmäd, che, dopo la presa di Kazan nel 1552, entrò al servizio di Ivan il Terribile e fu poi battezzato all’ortodossia con il nome di Simeon Kasaevich. Al banchetto dello zar gli fu concesso il massimo onore: in quanto khan, era considerato alla pari dello zar e sedeva al suo tavolo. Gli ambasciatori stranieri assistettero a questa usanza più di una volta: ad esempio, nel 1586, Fjodor Ivanovich, l’ultimo zar della dinastia Rurik, ricevette gli ambasciatori insieme agli zarevic di Crimea, di Qasim e della Siberia.
L’inglese cita come presenti al banchetto di Ivan il Terribile anche “i circassi”. Sono gli antenati di popoli che vivono tuttora sul territorio della Federazione Russa: gli adighè e i cabardi. Alla metà del XVI secolo i circassi vivevano sulle rive del Mar Caspio e riconoscevano l’autorità dello zar russo su di loro. A quel punto, anche i rapporti tra le famiglie nobili russe e tatare erano diventati molto stretti e furono stipulati molti matrimoni che rafforzarono i legami tra la Russia e i territori dell’ex Orda d’Oro. Lo stesso zar Ivan il Terribile si imparentò con i circassi.
2 / Combinavano matrimoni con le famiglie nobili dei territori conquistati
La seconda moglie dello zar Ivan, con cui visse per otto anni, era infatti Maria Temrjukovna (prima del battesimo all’Ortodossia si chiamava Kuchenej), una principessa circassa. Il nipote di lei era lo zarevic Sain-Bulat, già khan di Qasim, battezzato all’Ortodossia come Simeon Bekbulatovich (Ivan il Terribile nel 1575 lo nominò per alcuni mesi sovrano della Moscovia in sua sostituzione), mentre suo fratello era Saltankul, che divenne poi Mikhail Cherkasskij e fu un leader militare di Mosca.
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La consuetudine di stabilire legami familiari con la nobiltà delle terre conquistate è una tradizione orientale che fu portata in Russia dai khan dell’Orda. Già nel XIV secolo il sovrano dell’Orda d’Oro Özbeg Khan aveva dato in sposa sua sorella, Konchaka (dopo il battesimo all’Ortodossia Agafija), al principe Jurij di Mosca (Jurij Danilovich). Il padre di Ivan il Terribile, il principe moscovita Basilio III di Russia, sposò Solomonija Saburova (la famiglia Saburov discendeva dalla nobiltà tatara trasferitasi in Russia). E Basilio fece anche sposare sua sorella Evdokija con il principe tataro Xodayqol, figlio del khan di Kazan.
La seconda moglie di Basilio III fu Elena Glinskaja, e la casata dei principi Glinskij affermava di discendere da Mansur, il figlio del temnik dell’Orda, Mamaj. Fu proprio Elena Glinskaja la madre di Ivan il Terribile.
3 / Utilizzavano le corone dei sovrani spodestati
La Corona di Monomaco, la principale corona dei principi di Mosca dalla fine del XV secolo, era utilizzata come simbolo della continuità del potere dei governanti di Mosca dai principi di Kiev e a ritroso da Bisanzio. In realtà ha un aspetto orientale. In ogni caso, durante i ricevimenti degli ambasciatori, le corone di altri regni conquistati, come i khanati di Astrakan, di Kazan e di Siberia venivano collocate su cavalletti e tavoli vicino al trono, per sottolineare il potere dello zar russo su queste terre. La presenza di tali “copricapi” era obbligatoria anche in occasione delle cerimonie di incoronazione degli zar russi.
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4 / Imponevano la consegna delle armi a chi voleva entrare alla corte dello zar
I russi adottarono la regola della tradizione diplomatica dell’Orda d’Oro: nessuno doveva essere ammesso alla corte dello zar armato. Queste erano le regole a Saraj, la capitale dei principi dell’Orda. I diplomatici europei, il cui onore imponeva di portare sempre con sé delle armi, dovevano consegnare le loro spade quando entravano al Cremlino.
5 / Combinavano ricevimento diplomatico e banchetto
Nei palazzi mongoli veniva portata una ciotola di kumis (una bevanda a base di latte fermentato di cavalla) prima di un ricevimento diplomatico: il khan stesso ne beveva e poi tutti gli altri, compreso l’ambasciatore in arrivo. Nei ricevimenti russi, la bevuta di vino “dalle mani dello zar”, cioè da una coppa alzata in suo nome, chiudeva il ricevimento. Gli ambasciatori particolarmente rispettati erano poi attesi da un banchetto con lo zar.
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6 / Usavano dettagli orientali nell’abbigliamento e nel cerimoniale
A partire da Ivan il Terribile, i sovrani russi indossavano una tafjà (тафья), un berretto di stoffa rotondo che copriva strettamente la nuca. Lo zar Ivan, come era consuetudine dei comandanti del suo tempo, compresi quelli dell’Orda d’Oro, si rasava spesso la testa per motivi igienici durante le lunghe campagne militari. Ma era considerato sconveniente andare in giro con la testa calva, perciò lo zar e i boiardi indossavano la tafjà, che potevano portare come secondo copricapo se necessario, oppure potevano indossare da sola. Le tafjà domestiche erano semplici, mentre quelle da cerimonia erano riccamente decorate con ricami d’oro e pietre preziose.
Alcune caratteristiche dell’Orda vennero mantenute anche nell’aspetto cerimoniale degli zar russi. Le loro guardie, i cosiddetti “ryndy“, reggevano i “saadak”, i porta archi dell’Orda, ed erano vestiti con abiti cerimoniali chiamati “terlik” (parola di origine mongola). Includendo tratti e oggetti orientali nel loro cerimoniale, gli zar russi mostravano ai loro nuovi sudditi, la popolazione degli ex khanati, che il loro nuovo zar aveva tutti gli attributi orientali del potere.
7 / Usavano la “tughra”, una speciale firma araba, nella loro corrispondenza
Gli zar russi avevano una “firma” speciale per la corrispondenza con il mondo musulmano: i khan dei resti dell’Orda d’Oro e i sultani dell’Impero Ottomano. Si chiamava “tughra” ed era un segno speciale che un sovrano apponeva su tutti i documenti in uscita. Nella loro corrispondenza diplomatica con l’Oriente, gli zar russi volevano utilizzare simboli del potere comprensibili nel mondo musulmano.
La prima tughra degli zar russi risale al 1620 e l’ultimo a utilizzarla nella corrispondenza fu Pietro il Grande. “Pietro Primo, figlio di Alessio, Padiscià di Russia” è il modo in cui la tughra dell’imperatore russo si traduce dall’antico ottomano.
Fu sotto Pietro il Grande che si pose fine alla dipendenza simbolica dello Stato russo dalle mode dei khan. L’ultima personalità a cui vennero tributati onori vecchio stile fu il khan di Crimea. Per quanto riguarda le cerimonie di corte e l’abbigliamento reale, Pietro decise di abbandonare definitivamente le vecchie tradizioni moscovite, vestendo i suoi sudditi con abiti europei e introducendo nuove regole di corte: ad esempio, nelle cerimonie si cominciarono a usare le corone dell’Impero russo, da lui proclamato nel 1721, al posto di quelle dei khan.
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