Rjurik (?-879) fu il primo knjaz (principe) delle terre del popolo russo. E sebbene fosse, molto probabilmente, un re scandinavo, fondò la dinastia dei Rjurikidi, che governò poi la Russia fino alla morte di Fëdor I, avvenuta il 7 gennaio 1598.
I principi, tuttavia, non erano capi di Stato, semplicemente perché lo Stato non esisteva ancora. Ogni knjaz controllava un piccolo territorio chiamato udél; “principato”. Il principe raccoglieva tributi dai sudditi e in cambio forniva protezione, usando il suo piccolo esercito personale, chiamato druzhìna.
Con il tempo, il numero dei principi rjurikidi crebbe e iniziarono a combattere l’uno contro l’altro. Sebbene fossero spesso parenti stretti, il desiderio di controllo sulle terre russe più fertili e ricche prevaleva sui legami familiari. Il Velikij Knjaz (Gran Principe) era un principe che controllava altri principi, che era riuscito a soggiogare con le sue forze e a porli sotto il suo controllo.
I Gran Principi apparvero per la prima volta durante l’invasione tataro-mongola. Era un sistema comodo per i tatari, perché i Gran Principi riscuotevano le imposte dai principi locali meno potenti e risparmiavano tempo prezioso ai loro funzionari. Nel XIV secolo, dei Gran Principi governavano Nizhnij Novgorod, il principato di Suzdal, principato di Tver e principato di Rjazan. Alla fine del XV secolo, c’era già un solo Gran Principe che era più potente di tutti gli altri: il Gran Principe di Mosca.
Ivan IV “il Terribile” (1530-1584) fu il primo Gran Principe di Mosca ad adottare ufficialmente il titolo di “Zar”. Probabilmente deriva dal titolo latino di “Cesare”, anche se era ampiamente usato nella cultura politica tatara. Non è chiaro, quindi, da dove i russi abbiano preso il nome, ma quello che si sa è che il 16 gennaio 1547 Ivan il Terribile si proclamò zar.
Il titolo ufficiale completo di Ivan IV era Государь, Царь и Великий Князь всея Руси (“Gosudar, Tsar i Velikij Knjaz vseja Rusi”), ovvero “Signore, Zar e Gran Principe di tutta la Rus’”). Qui la parola chiave è “Gosudar” (“Sovrano”), usata come titolo per lo zar, perché da essa deriva il termine russo per “Stato”: “Gosudarstvo”.
Ma il titolo ufficiale completo del sovrano russo era, tuttavia, molto più lungo. Conteneva i nomi di tutte le terre, i ducati, gli ex khanati, le principali città e province controllate dallo zar, o come si diceva “possedute”. Ecco il titolo completo di Alessio Mikhajlovich (1629-1676):
“Per grazia di Dio, noi, il grande Gosudar, Zar e Gran Principe Alessio Mikhajlovich, autocrate di tutta la Grande Russia, la Piccola Russia e la Russia Bianca, di Mosca, Kiev, Vladimir e Novgorod, zar di Kazan, zar di Astrakhan, zar della Siberia, Gosudar di Pskov e Gran Principe di Tver, Ugra, Perm, Vjatka, Bolgar e altri, Gosudar e Gran Principe di Novgorod e delle sue terre, Chernigov, Rjazan, Rostov, Jaroslavl, Beloozero, Udorskij, Obdorsk, Kondia, Signore di tutti i Paesi del Nord e Gosudar dell’Iberia, della Cartalia e degli altri zar georgiani, dei principi circassi e delle montagne e di molti altri Stati e terre dell’Est e dell’Ovest e del Nord, Padre e Nonno, Erede, e Gosudar Possessore.”
Il titolo fu abolito sotto Pietro il Grande e sostituito dal titolo di “Imperatore di tutte le Russie”.
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Il “Senato governante” russo, in qualità di potere legislativo ed esecutivo, e il Santo Sinodo, in rappresentanza della Chiesa ortodossa russa, nel 1721 conferirono il titolo di Imperatore di tutte le Russie allo zar Pietro I dopo la sua gloriosa vittoria sulla Svezia nella Guerra del Nord. Inoltre, il titolo onorifico “Velikij” (“Il Grande”) venne aggiunto al suo nome prima della morte. Il titolo di imperatore fu conferito a Pietro “poiché il Senato romano di solito conferiva questo titolo agli imperatori romani in onore delle loro eccezionali conquiste”.
La parte “di tutte le Russie” fu ereditata dal titolo precedente. Anche dopo che fu introdotto il titolo di Imperatore, la parola “zar” continuò a essere usata.
Il titolo completo di Nicola II mostra quanto la Russia fosse diventata molto più grande rispetto al XVII secolo:
“Per grazia di Dio, noi, Nicola II, imperatore e autocrate di tutte le Russie, Mosca, Kiev, Vladimir, Novgorod; Zar di Kazan, Zar di Astrachan, Zar di Polonia, Zar di Siberia, Zar di Cherson e della Tauride, Zar di Georgia; Gosudar di Pskov e Gran Principe di Smolensk, Lituania, Volinia, Podolia, Finlandia; Principe di Estonia, Livonia, Curlandia, Semgallia, Samogizia, Białystok, Carelia, Tver, Jugorskij, Perm, Vjatka, Bolgar e altri; Gosudar e Grand Principe di Nizhnij Novgorod, Chernigov, Rjazan, Polotsk, Rostov, Jaroslavl, Belozersk, Udorskij, Obdorsk, Kondia, Vitebsk, Mstislav e Signore in tutti i Paesi del Nord; e Signore dell’Iberia, della Cartelia e della Kabardia e delle terre e province armene; sovrano ereditario e sovrano dei principi circassi e delle montagne e di altri; Signore del Turkestan; Erede della Norvegia; Duca di Schleswig-Holstein, Stormarn, Dithmarschen e Oldenburg, e altri, e altri, e altri.”
Il titolo di “Imperatore di tutte le Russie” è esistito fino all’abdicazione di Nicola II il 2 marzo 1917. Successivamente, c’è stato un breve periodo di incertezza su chi fosse effettivamente a capo del potere esecutivo in Russia.
Presto la carica venne ricoperta dal “Ministro-presidente del Governo provvisorio” della Repubblica russa, che sostituì l’Impero russo e fu istituita formalmente il 1° settembre 1917.
Solo due persone ricoprirono questo incarico durante il breve periodo tra l’abdicazione di Nicola e la Rivoluzione d’Ottobre: il principe Georgij Lvov (1861-1925), che era di sangue rjurikide, e dopo di lui, Aleksandr Kerenskij (1881-1970).
Il 7 novembre del 1917 con la Rivoluzione di Ottobre (era d’Ottobre per via del vecchio Calendario), la Repubblica socialista federativa sovietica russa (RSFSR) prese il posto della Repubblica russa, concludendo la sua breve esperienza. A capo della nuova realtà c’era Lenin, con la carica di “Presidente del Consiglio dei commissari del popolo della RSFSR). I soviet (dal russo: sovét; “consiglio”) erano i “Consigli dei lavoratori e dei soldati” e divennero le principali organizzazioni politiche della società russa. C’erano consigli del villaggio e della fabbrica, consigli distrettuali, provinciali e regionali, e ognuno di essi aveva il suo soviet esecutivo. Sopra di loro si ergeva il Congresso dei Soviet di tutta la Russia che nominava il Comitato esecutivo centrale di tutta la Russia, composto da non più di 200 membri, che a sua volta sceglieva il Consiglio dei Commissari del popolo, ovvero il governo (i “commissari del popolo” erano di fatto i ministri).
Il primo presidente del consiglio fu Vladìmir Ilìch Uljànov, più noto come Lenin (1870-1924). Successivamente, ricoprirono questa carica Aleksej Rykov (1881-1938; dal 1924 al 1929) e altri sei politici, prima che Stalin ribattezzasse la carica Presidente del Consiglio dei Ministri della RSFSR nel marzo del 1946.
Ma, dal 1923, in realtà, più in alto del Consiglio dei Commissari del popolo della RSFSR c’era il Consiglio dei Commissari del popolo dell’Urss, che fu guidato, dopo Lenin (1923-1924) da Aleksej Rykov (1924-1930), Vjacheslav Molotov (1930-1941) e poi da Stalin dal 1941 al 1946, e quindi trasformato in Consiglio dei Ministri dell’Urss (che Stalin guidò fino alla morte, avvenuta il 5 marzo del 1953). E comunque, dal 1923 il posto più alto nella gerarchia nazionale era quello di chi controllava il Partito Comunista dell’Unione Sovietica (ovvero lo stesso Stalin).
La carica di Segretario generale del Comitato centrale del Pcus (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) venne istituita nell’aprile 1922. Inizialmente, in realtà, il nome del partito era diverso (l’Unione Sovietica venne ufficialmente fondata solo il 30 dicembre 1922). Dal 1922 al 1925 si trattò del Segretario generale del Comitato centrale dell’RKP(b): Partito comunista russo (bolscevico) e dal 1925 al 1952 del VKP(b); Partito comunista di tutta l’Unione (bolscevico). Solo nel 1952 nacque il KPSS (più noto in Italia come Pcus).
Dall’aprile del 1922 fino alla morte (il 5 marzo del 1953), il gensek (come veniva popolarmente abbreviata la carica di “segretario generale”) fu Stalin. Se nei primi anni aveva dei contrappesi, dopo la morte di Lenin (21 gennaio 1924) e una spietata lotta per il potere, fatta di intrighi politici e repressioni, Stalin riuscì a controllare saldamente la situazione politica in Urss, eliminare o rimuovere i suoi avversari e instaurare un rigido regime totalitario.
Dal momento che formalmente e ideologicamente, tutte le decisioni nello Stato erano prese dal popolo, rappresentato dal partito unico, il Segretario Generale era la persona principale che dava vita alle decisioni del popolo.
Alla fine della sua vita, nel 1953, il Segretario Generale era diventato una sorta di onnipotente sovrano dell’Urss. La carica fu abolita nel 1991 dopo il putsch di agosto e il 6 novembre di quello stesso anno anche il Pcus si sarebbe sciolto, mentre il 25 dicembre avrebbe cessato di esistere l’Urss.
Il 15 marzo 1990, la Costituzione dell’Urss venne modificata per includere la carica di Presidente dell’Urss. Mikhail Gorbachev (1931-), che era Segretario generale del Comitato centrale del Pcus dal marzo 1985 (e lo sarebbe rimasto fino al 24 agosto 1991) fu il primo e l’ultimo a ricoprire questo incarico. La carica venne abolita il 25 dicembre 1991 con le dimissioni di Gorbachev e lo scioglimento dell’Unione Sovietica in 15 Stati indipendenti.
Il 26 dicembre 1991 fu istituita la Federazione Russa, con Boris Eltsin (1931-2007) come primo Presidente della Federazione Russa.
Il presidente della Federazione Russa è il capo di Stato e di governo della Federazione Russa, e il comandante in capo delle forze armate russe. Ricopre contemporaneamente la più alta carica civile e militare in Russia e, a questo proposito, può essere paragonato agli zar russi, che erano le uniche persone nel Paese ad essere ufficiali sia militari che civili. Questa è l’unica posizione dell’esecutivo che viene scelta con le elezioni nazionali.
Ma, secondo l’attuale Costituzione russa del 1993 (in corso di emendamento), il presidente della Russia non fa parte del governo russo, e quindi giuridicamente parlando, non fa parte del potere esecutivo, sebbene ne sia a capo. Gli ordini del presidente sono esecutivi e obbligatori. Il presidente può annullare qualsiasi atto del governo. Il presidente possiede anche un’immunità presidenziale speciale e la persona che ricopre la carica (così come la sua famiglia) è obbligata a vivere sotto costante sorveglianza e sicurezza 24 ore su 24. Vladimir Putin (1952) è l’attuale presidente della Federazione Russa.
Come il presidente Boris Eltsin si dimise vent’anni fa, chiedendo scusa ai russi
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