“La storia del principe Vladimir” afferma che l’imperatore di Bisanzio Costantino IX Monomaco (1000-1055) inviò questo prezioso copricapo, “la corona reale”, come regalo a suo nipote, il principe russo Vladimir II di Kiev (1053-1125), quando salì sul trono della Russia. Con questo gesto avrebbe sottolineato la grandezza del parente e il suo diritto a tutte le terre della Russia. “Da allora, e fino a oggi, la corona dello zar viene posta sulla testa dei sovrani… quando i grandi principi di Vladimir prendono il comando del grande regno russo”, si diceva in quelle pagine.
In realtà, però, la leggenda è stata inventata molto più tardi e, per quanto riguarda la corona, non c’è una sola parola di verità. Costantino IX Monomaco morì quando suo nipote aveva due anni, e non a ebbe dunque il tempo di spedire alcuna regalia al futuro sovrano. Gli storici moderni ritengono che la leggenda dell’eredità bizantina sia stata inventata da Vasilij III (Granduca nel 1505-1533). Nel XVI secolo, i principi di Mosca unirono le terre russe con il fuoco e la spada, e avevano bisogno di simboli di antichi diritti sulla sovranità. La corona inviata dall’imperatore della grande potenza, Bisanzio, era una buona argomentazione per legittimarsi.
Ma da dove viene la Corona di Monomaco (in russo: shapka monomàkha)? Oltre alla versione dell’origine “bizantina”, ce n’è una che si riferisce all’Orda d’oro, secondo la quale i sovrani dell’Orda d’oro avrebbero inviato la preziosa regalia ai principi di Mosca come ricompensa per la loro fedeltà. Così si giustificherebbe l’aspetto un po’ orientale, tataro, di questo prezioso copricapo. Ma anche qui c’è una discrepanza: la corona, come osserva il ricercatore Sergej Bogatyrjov, assomiglia più a un copricapo femminile tataro, e “i principi della Moscovia erano solitamente uomini”.
Lo stesso Bogatyrjov crede a un’altra versione: “La Corona di Monomaco venne realizzata a Mosca ai tempi di Basilio III di Russia (1479-1533) unendo varie parti d’oro custodite nel tesoro del granduca”. Questo spiega le imprecisioni nella struttura della corona: sulle placche d’oro alcuni elementi dell’ornamento sono disposti al contrario.
Il primo sovrano incoronato con la Corona di Monomaco fu Ivan IV di Russia; ossia Ivan il Terribile (1530-1584), figlio di Basilio III. Fu anche il primo ad assumere il titolo di “zar”, cioè di “Cesare”; Zar di tutte le Russie, il 16 gennaio 1547. La storica dell’arte Viktorija Gerashchenko paragona i paramenti del trono dello zar russo, il cui elemento principale era la Corona di Monomaco, a un tempio: era l’incarnazione del potere conferito al Signore dall’alto. Non c’è da stupirsi che il copricapo sia coronato da una croce.
Dopo Ivan il Terribile, fu incoronato con la Corona di Monomaco suo figlio, Fjodor I di Russia, l’ultimo sovrano dell’antica dinastia dei Rjurikidi. Poi la indossarono Boris Godunov e gli zar del Periodo dei Torbidi, gli anni di crisi dinastica con gravissime tensioni politiche e sociali: il Falso Dimitri I di Russia e Basilio IV di Moscovia (Vassilij Shujskij). Infine i primi Romanov: Michele di Russia e Alessio Mikhajlovich. L’ultimo dei Romanov ad essere incoronato con questo prezioso copricapo, fu, nel 1682, Ivan V, che regnò per qualche anno congiuntamente con il futuro Pietro il Grande.
Pietro, invece, proprio perché furono incoronati in contemporanea (governarono insieme fino a quando Ivan V morì nel 1696), dovette accontentarsi di un duplicato. Successivamente, Pietro, che proclamò la Russia Impero nel 1721, cambiò il rituale dell’incoronazione seguendo i modelli occidentali. La Corona di Monomaco, che era stata posta sulle teste dei monarchi per 178 anni, fu trasferita nella Cattedrale dell’Assunzione del Cremlino ed esposta durante le incoronazioni come “memorabile dignità reale”.
“Su immagine della Corona di Monomaco, in seguito vennero realizzati altri preziosi copricapi solenni: la Corona di Kazan, quella siberiana, quella di diamanti e altre”, scrive Viktorija Gerashchenko. Le corone successive, di regola, venivano realizzate in occasioni speciali: per esempio, quella di Kazan era dedicata all’annessione del Khanato di Kazan alla Moscovia del 1552, e quella di Diamanti, tempestata di pietre preziose, fu preparata dai maestri dell’Armeria appositamente per Ivan V.
Peraltro, anche la Corona di Monomaco originale è stata rappresentata in modi sempre diversi, e nei dipinti dei pittori russi che raffiguravano gli zar russi appare con gli aspetti più differenti: come se la immaginavano gli artisti, perché non potevano vederla dal vivo. La cosa principale in questo caso era il valore sacro, e non la precisione realistica dei dettagli.
“Oh, quanto sei pesante Corona di Monomaco!”, dice Boris Godunov, reale personaggio storico (zar dal 1598 al 1605) nel dramma teatrale omonimo di Aleksandr Pushkin. Lo zar Boris che salì sul trono a seguito della morte del legittimo erede (di cui era accusato), si trova di fronte al malcontento popolare e a disordini crescenti, quando si lascia andare a quella constatazione, che si è trasformata poi in un aforisma, che sottolinea quanto il potere non sia solo un’opportunità, ma anche un enorme fardello di responsabilità. Godunov morì, ma il Falso Dimitri I, che gli tolse la Corona di Monomaco, ben presto (meno di dieci mesi dopo) perse sia il regno che la testa. Il suo corpo venne fatto a pezzi ed esposto al pubblico ludibrio per giorni, poi cremato e le ceneri mischiate a polvere da sparo e sparate da un cannone.
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