Negli anni ‘60 e ‘70 i cosmonauti e gli astronauti erano accolti come delle vere rock-star. Precursori della corsa allo spazio, eroi delle masse, godevano di un’attenzione e di un rispetto colossali da parte del pubblico. E il 24 maggio 1970 uno degli eroi di quel tempo, l'astronauta americano Neil Armstrong, il primo uomo ad aver messo piede sulla Luna, fece visita all'Unione Sovietica.
Prima di Armstrong, l’unico astronauta americano ad aver visitato il “paese del socialismo vittorioso” fu Frank Borman, il capitano della missione Apollo 8, nonché il primo uomo ad aver circumnavigato la Luna.
Curiosamente lo storico viaggio di Armstrong non iniziò da Mosca. Quel giorno atterrò infatti a Leningrado (oggi San Pietroburgo), dove fu invitato alla 13° sessione del Comitato per la ricerca spaziale (COSPAR) per una relazione sull'esplorazione della superficie lunare. All’incontro erano presenti i delegati di 30 paesi.
Armstrong trascorse diversi giorni nella “capitale culturale” dell'Unione Sovietica, visitando l'Ermitage, il Museo della Marina e il Grande Palazzo di Peterhof.
Colse l’occasione per vedere anche l'incrociatore Aurora, che il 7 novembre 1917 segnò l'inizio della Rivoluzione russa.
Alla fine della conferenza, il 29 maggio, Armstrong volò nella “capitale della Siberia”, Novosibirsk, dove visitò la casa di Yurij Kondratyuk, l’ingegnere sovietico i cui calcoli sulla traiettoria ottimale del viaggio verso la Luna furono usati dalla NASA per la rivoluzionaria missione Apollo. Kondratyuk aveva vissuto e lavoratò a Novosibirsk all'inizio del XX secolo. Come ricordo, Armstrong raccolse una manciata di terreno e la portò con sé.
L’astronauta americano si concesse poi un’escursione nella natura siberiana e un giro in barca sul fiume Ob.
In occasione di un pic-nic organizzato tra i boschi della Siberia, Armstrong diede prova delle proprie abilità culinarie impressionando tutti con la sua versione della tradizionale zuppa russa ukha!
Nella capitale sovietica arrivò solo alla fine del suo viaggio. Sul volo decollato da Novosibirsk il 31 maggio e diretto a Mosca nessuno sapeva che, per una parte del viaggio, l’aereo era stato pilotato da Neil Armstrong in persona, insieme al cosmonauta russo Georgij Beregovoj.
Una volta giunto a Mosca, l'astronauta americano visitò la Piazza Rossa, il Mausoleo di Lenin e depose fiori sulla tomba del primo uomo ad aver volato nello spazio, Yurij Gagarin, sepolto vicino alle mura del Cremlino.
Durante l'incontro con Aleksej Kosygin, il presidente del Consiglio dei Ministri dell'URSS, Armstrong si presentò con dei cofanetti contenenti campioni di suolo lunare e una piccola bandiera sovietica, che, insieme alle bandiere di oltre 130 paesi, fu portata sulla superficie della Luna. Kosygin gli disse che “nessuno come il popolo sovietico ha una considerazione così alta del suo coraggio e della sua abilità”.
Su invito personale dell’ingegnere aeronautico sovietico Andrej Tupolev, Armstrong visitò l'hangar dove era parcheggiato l'aereo supersonico sovietico Tu-144: fu il primo straniero a dare una sbirciatina all'interno del cosiddetto “Concordski”, così come la stampa occidentale aveva soprannominato il velivolo per via della sua forte somiglianza con il Concorde anglo-francese.
Ciò che entusiasmò più di ogni altra cosa Armstrong fu la visita al Centro di addestramento cosmonauti "Jurij Gagarin", vicino a Mosca. Valentina Tereshkova, la prima donna ad aver volato nello spazio, fu la sua guida d’eccezione.
I momenti più emozionanti del viaggio di Armstrong in URSS furono durante l’incontro con le vedove dei defunti cosmonauti, Valentina Gagarina e Valentina Komarova; Vladimir Komarov fu il primo uomo ad aver perso la vita durante una missione spaziale. Armstrong avrebbe poi ammesso di essersi “molto commosso”.
Alla partenza, Armstrong ricevette in regalo i modellini delle navicelle Soyuz-4 e 5, oltre a un fucile da caccia, regalatogli dai cosmonauti sovietici con cui aveva fatto amicizia durante il viaggio.
La visita di Neil Armstrong in URSS nel 1970 si rivelò un momento importante per la distensione delle relazioni tra USA e URSS durante la guerra fredda, e gettò le basi per la prima missione spaziale a pilotaggio congiunto, la Soyuz-Apollo, che fu condotta nel 1975.