Personalità e leader stranieri che hanno avuto l’onore di salire sul Mausoleo di Lenin: le foto

Fidel Castro e Nikita Khrushchev

Fidel Castro e Nikita Khrushchev

Anatolij Garanin/Sputnik
Durante il periodo sovietico, quella tribuna che dà sulla Piazza Rossa era una sorta di Monte Olimpo comunista; un luogo sacro ad accesso strettamente riservato

Il mausoleo del primo leader sovietico, Lenin, è sicuramente l’elemento più famoso di epoca comunista sulla Piazza Rossa. La struttura fungeva anche da tribuna per i pezzi grossi del Partito Comunista e fu calcata da vari eroi. Proprio come gli dei che scalavano l’Olimpo, in occasione delle principali festività e manifestazioni, l’élite sovietica saliva quelle scale e salutava la folla in tripudio. In alcune circostanze a prendere posto sul parapetto del mausoleo furono anche persone non direttamente legate all’élite del partito o strettamente connesse alla politica: eroi nazionali, cosmonauti e persino scrittori di fama. Pochissimi ospiti stranieri sono stati invitati a salire lì sopra. Ecco un elenco di alcuni di essi.

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Dwight Eisenhower, Stati Uniti d’America

Dwight Eisenhower (a sinistra) con con Stalin (il terzo da destra)

Il futuro presidente degli Stati Uniti (dal 1953) fu invitato a visitare Mosca per la parata della Vittoria nel giugno 1945, mentre era ancora un generale dell’esercito Usa (ha anche ricevuto l’Ordine della Vittoria sovietico per il suo ruolo decisivo nella Seconda guerra mondiale). Non poté partecipare, ma poco più tardi, nel luglio del 1945, si unì a Stalin per accogliere la parata degli atleti e dei ginnasti, e divenne il primo ufficiale americano a salire sul Mausoleo. Poco dopo, le relazioni sovietico-americane precipitarono nella Guerra Fredda e i leader occidentali non furono più accolti in Urss, o quantomeno non certo su questo podio della fede comunista.

Georgi Dimitrov, Repubblica Popolare di Bulgaria

Georgi Dimitrov con sua madre

Presidente del Comintern dal 1934, Dimitrov era stato messo sotto processo, a Berlino, nel 1933 con l’accusa, fabbricata a tavolino, di aver incendiato il Reichstag. Durante il processo, in tribunale pronunciò un accorato discorso a sostegno del comunismo contro il nazionalsocialismo e ogni forma di fascismo, e in seguito fu invitato in Urss (grazie a uno scambio con degli aviatori tedeschi arrestati in Russia) e gli fu concessa la cittadinanza sovietica. Fu persino chiamato “il Lenin bulgaro” e passò in rivista dal mausoleo la parata del Primo Maggio sulla Piazza Rossa. Nella foto è con sua madre. È interessante notare che, dopo la sua morte, fu costruito per lui in Bulgaria un mausoleo sul modello di quello di Lenin, e vi rimase imbalsamato dal 1949 al 1990, quando fu seppellito. Il mausoleo è poi stato poi minato e demolito nel 1999 (al quarto tentativo. I primi tre erano falliti, perché era molto resistente).

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Romain Rolland, Francia

Romain Rolland (il secondo da sinistra, con il cappello) con Maksim Gorkij

Romain Rolland, Premio Nobel per la Letteratura nel 1915, è stato uno dei migliori amici dell’Ursss. Nel 1935 arrivò a Mosca su invito di Maksim Gorkij. Lo scrittore francese rimase ospite per un mese nella sua casa di Mosca, ed ebbe persino un incontro con Stalin, rimanendone assolutamente incantato. In quanto più amato autore proletario sovietico, Gorkij era un ospite frequente nella tribuna del Mausoleo, e con Rolland salirono lì ad accogliere la parata degli atleti e dei ginnasti. Rolland (ritratto con il cappello) rimase colpito dalla spettacolare processione di atleti semisvestiti.

André Gide, Francia

André Gide (a sinistra) e Joseph Stalin (il secondo da destra)

Un altro Premio Nobel per la letteratura (nel 1947) fu grande amico dell’Unione Sovietica, e si recò a Mosca nel 1936. Partecipò al funerale di Maksim Gorkij e tenne un discorso dal Mausoleo. Attraversando l’Urss, Gide perse però la sua percezione romantica del nuovo regime del Paese e di Stalin, e al suo rientro in Francia ne scrisse in termini molto negativi nel suo libro di saggistica “Ritorno dall’Urss”. Alla fine tutte le sue opere furono bandite dalla pubblicazione in Unione Sovietica.

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Mao Zedong, Repubblica popolare cinese

Mao Zedong (il secondo da sinistra)

Il più famoso comunista cinese, Mao Zedong, andò all’estero solo due volte in vita sua, ed entrambe in Urss. La prima volta fu nel 1949 quando partecipò al settantunesimo compleanno di Stalin. Tornò poi nel 1957 e si unì a Khrushchev per le celebrazioni del quarantesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre sulla tribuna del Mausoleo. Anche lui, dopo la morte, nel 1976, ha avuto il suo Mausoleo, e persino più grande di quello di Lenin!

Fidel Castro, Cuba

Nikita Khrushchev e Fidel Castro

Il rivoluzionario cubano era una leggenda vivente e un ospite d’onore in Urss. Visitò l’Unione Sovietica e apparve diverse volte sulla tribuna del Mausoleo. Nel 1963 Castro trascorse un mese in Urss e assistette alla sfilata del Primo Maggio dal mausoleo spalla a spalla con Nikita Khrushchev. Quindi, il 23 maggio, tenne un discorso di due ore dalla tribuna. Nel 1987, Fidel salì di nuovo sul Mausoleo per assistere alla parata per il 70º anniversario della Rivoluzione d’Ottobre con Mikhail Gorbachev.

Walter Ulbricht, Repubblica Democratica Tedesca

Walter Ulbricht (a sinistra)

Walter Ulbricht è stato tra i fondatori del Partito Comunista di Germania nel 1917 e il leader della Germania dell’Est dal 1950 al 1971. Nel 1967, in quanto Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica Democratica Tedesca (carica che detenne dal 1960 fino alla morte, nel 1973), si recò in Urss per celebrare il 50 ° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.

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Zhou Enlai, Repubblica popolare cinese

Zhou Enlai (a destra)

Il comunista cinese Zhou Enlai aveva una lunga storia di relazioni con la Russia sovietica. Negli anni Trenta, reclutava studenti cinesi per la Kutv, l’Università Comunista dei lavoratori d’Oriente di Mosca (attiva dal 1921 al 1938). Nel 1964, ormai Primo ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese (lo fu dal 1949 alla morte, nel 1976), Zhou Enlai salì sul Mausoleo per le celebrazioni dell’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.

Alois Indra e Vasiľ Biľak, Repubblica Socialista Cecoslovacca

Questi due politici comunisti slovacchi erano molto filo-sovietici e agirono contro le liberalizzazioni della politica cecoslovacca (la cosiddetta “Primavera di Praga”) e furono persino tra chi invocò l’“aiuto fraterno” dell’Unione Sovietica, sostenendo poi l’invasione dei carri armati sovietici in Cecoslovacchia. La loro lealtà fu apprezzata dai sovietici e questi due politici furono invitati a celebrare l’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre nel 1968 a Mosca.

Ja’far al-Nimeyri, Repubblica Democratica del Sudan e Nguyễn Hữu Thọ, Vietnam

Nguyễn Hữu Thọ (sinistra), Jaafar Nimeiry (il secondo da sinistra)

Nel 1969, un’altra celebrazione della Rivoluzione d’Ottobre a Mosca riunì due leader alleati dell’Unione Sovietica. Il primo era il sudanese Ja’far al-Nimeyri, che proprio quell’anno aveva organizzato un colpo di Stato in Sudan, portando il Paese sulla via del marxismo e orientandolo verso l’Urss (mantenne la carica fino al 1985). il secondo ospite d’onore era Nguyễn Hữu Thọ, presidente del governo rivoluzionario provvisorio del Vietnam del Sud, che era in quel momento un governo in esilio socialista che si opponeva al governo filo occidentale al potere. Alla fine del conflitto, nel 1976 il Sud sarebbe stato riunificato al Nord con il nome di Repubblica Socialista del Vietnam.

Lê Duẩn, Repubblica Socialista del Vietnam

Lê Duẩn (a sinistra)

I leader vietnamiti erano ospiti frequenti nell’Unione Sovietica. Nel 1978, il Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam (dal 1960 alla morte, nel 1986), Lê Duẩn, fu invitato a celebrare il 61° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre e ad assistere alla parata in una fredda giornata di novembre.


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