I disordini psicologici degli zar russi

Viktor Vasnetsov, dominio pubblico
Ivan il Terribile era un pazzo completo? Pietro il Grande aveva comportamenti psicotici? Paolo I era un ritardato? Mettiamo alla prova queste ricorrenti e poco lusinghiere voci storiografiche

Davvero alcuni zar russi avevano problemi di testa? È sempre difficile emettere una diagnosi postuma sui disturbi mentali o psicologici di una persona, e quindi, possiamo solo fare ipotesi plausibili, basate su fonti storiche. Inoltre, non dimentichiamo che nel corso della storia ci sono state forze antagoniste che avevano interesse a far passare i governanti russi da matti e debilitati.

Ivan il Terribile (1530-1584)

Certo, Ivan aveva un carattere esplosivo, un cinico senso dell’umorismo ed era molto crudele con i suoi nemici. Molto probabilmente ha ucciso anche suo figlio, Ivan Ivanovich (teoria sposata in uno dei quadri più famosi dell’arte russa, “Ivan il Terribile e suo figlio Ivan il 16 novembre 1581” di Ilya Repin). Secondo alcune fonti storiche, non era però nelle sue intenzioni ucciderlo. All’epoca era consuetudine per i padri russi picchiare i figli con durezza per educarli, e la morte sarebbe stata solo conseguenza di qualche percossa eccessiva. Altre fonti suggeriscono che l’intera storia dell’omicidio sia fittizia, creata solo per screditare Ivan il Terribile, e che il figlio sia morto di malattia.

Molti storici affermano che Ivan aveva una sete insaziabile di sangue, citando l’alto numero di persone giustiziate, represse e uccise in vario modo durante il suo regno. Ma allo stesso tempo, la maggior parte degli zar e dei re hanno dovuto usare una certa ferocia per far fronte alle aspre lotte per il potere. E Ivan, in particolar modo, visto che fece del Granducato di Mosca uno zarato, espandendo il suo territorio, e dando vita alle istituzioni legali e statali della Russia medievale; dovendo schiacciare la potente opposizione dei boiardi, scatenando la sua oprichnina. Ma sì, era certamente un tipo cruento.

Ci sono leggende secondo le quali Ivan avrebbe ucciso violentemente o avvelenato molte delle sue spose, ma questa è una totale assurdità. Ivan ebbe quattro mogli e solo l’ultima gli sopravvisse. Le prime tre sono state avvelenate, come dimostrano le esumazioni successive. Ma è importante capire il contesto storico: i parenti della moglie dello zar di solito assumevano posizioni importanti presso la corte reale, così le famiglie aristocratiche facevano a gara per portare le loro donne vicino allo zar, ma bisognava liberare il campo dalla precedente moglie. Tenendo conto della crisi politica alla corte, queste morti sono solo tristi segni del tempo, e non sono state inflitte dalla mano dello zar “pazzo”

D’altra parte, Ivan era una delle persone più istruite della sua epoca. Aveva una memoria incredibile ed era un grande conoscitore dei testi cristiani ortodossi. Scrisse molte lettere e discorsi, fondò una scuola di musica e di grammatica a Mosca. La stampa dei libri è iniziata in Russia sotto il suo regno. Ivan era certamente vendicativo, e ricordava come a corte lo prendevano a calci e lo schiaffeggiavano da piccolo, come odiavano e molestavano sua madre. La sua infanzia è stata molto travagliata ed è in parte la ragione del suo comportamento successivo.

Il significato del suo soprannome italiano “il Terribile” non è lo stesso del russo; “Groznij” significa infatti, “minaccioso, potente”, e non necessariamente in accezione negativa. Il nome gli venne dato dopo la conquista del temuto Khanato di Kazan. Quindi gli è stato conferito per l’abilità militare e la grandezza politica, non per il carattere terribile.

Pietro il Grande (1672 -1725)

All’età di 10 anni, Pietro ebbe un crollo nervoso quando gli streltsy, la guardia reale, uccise i suoi zii e parenti durante una rivolta. Da allora in poi, soffrì di convulsioni per tutta la vita. Just Juel, l’ambasciatore danese in Russia, descrisse queste crisi: “La sua faccia si è fatta estremamente pallida, distorta e imbruttita. Ha fatto delle smorfie e dei movimenti… girando la testa, roteando gli occhi, muovendo le braccia e le spalle… Succede spesso, quando è arrabbiato, riceve cattive notizie, è turbato o assorto nei suoi pensieri.”

L’epilessia provoca convulsioni, ma questa malattia comporta anche il peggioramento della memoria e dell’intelletto, ma Pietro rimase sano di mente e intelligente fino alla fine della sua vita. Ma era così minaccioso che persino suo figlio Aleksej morì per causa sua. D’altra parte, la crudeltà di Pietro era oltre ogni limite: suo figlio fu terribilmente torturato perché ingiustamente sospettato di tradire lo Stato. Pietro lo sanzionò personalmente torturandolo a morte, e fu eccezionalmente crudele con la sua prima moglie, così come imprigionò le sue sorelle in un monastero, mandò a morte diverse persone tra cui Federico Guglielmo, Duca di Curlandia, marito di sua nipote, e la sua stessa ex amante, Lady Hamilton

Alcuni medici sostengono che la causa degli attacchi epilettici fosse la commozione cerebrale che Pietro ebbe durante la sua gioventù mentre si allenava con il suo “esercito giocattolo”, quando una vera granata gli esplose a distanza molto ravvicinata. Comunque, le sue famose capacità intellettuali e il suo ritmo di lavoro (scriveva lettere anche a cavallo), così come le sue numerose invenzioni e le importanti riforme statali, dimostrano che era un uomo eccezionalmente intelligente, che, purtroppo, aveva un temperamento furioso e sfrenato.

Paolo I (1754-1801)

Per Paolo, figlio di Pietro III e Caterina II, l’episodio traumatico avvenne durante l’infanzia, quando seppe che sua madre era coinvolta nell’assassinio di suo padre. Più tardi Paolo raccontò una storia su se stesso in cui diceva di aver visto il fantasma di Pietro il Grande che gli prediceva una morte violenta. Uno dei suoi istitutori, Franz Ulrich Theodor Aepinus, ha scritto: “La sua testa è intelligente, ma sembra che ci sia qualche oggetto all’interno, legato a una corda. Se la corda si rompe, l’oggetto cadrà, e questa sarà la fine della sua intelligenza e della sua sanità mentale.”

I contemporanei erano soliti prendere in giro gli ordini di Paolo sull’abbigliamento e le feste: vietava i frac, stabiliva rigide regole per i colori e la lunghezza degli abiti, e bandì pure il valzer. Cose come queste sono state usate per raffigurarlo come un pazzo, ma Pietro il Grande aveva fatto lo stesso un secolo prima, imponendo, per esempio, gli abiti occidentali e il taglio della barba ai nobili. 

Anche Paolo aveva violenti accessi d’ira, ma, come ha ricordato la sua amante, Ekaterina Nelidova, “duravano poco… e si è sempre scusato”.

Ma perché qualcuno aveva bisogno di denigrare Paolo e diffondere pettegolezzi dispregiativi su di lui? Era tutto radicato, credono gli storici, nel modo in cui trattava la nobiltà; a differenza di sua madre, che aveva liberato i nobili dal servizio statale obbligatorio, Paolo voleva farli servire di nuovo, e avviò le riforme del Senato e di molte altre istituzioni, introducendo l’idea dei ministeri in Russia. Era molto severo con gli aristocratici che non volevano servire lo Stato. Allo stesso tempo, era davvero molto nervoso, ansioso e arrabbiato, e apparentemente spesso non riusciva a controllarsi.

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