Lady Hamilton, l’amante a cui Pietro il Grande fece tagliare la testa

Omsk Oblast Museum of Fine Arts/Wikipedia
Per due anni la concubina di corte, erede di un casato aristocratico scozzese, aveva nascosto un terribile segreto, tanto grave che la legge avrebbe consentito di seppellirla viva. L’imperatore fu più clemente, limitandosi a mandarla al boia, dopo averla baciata con passione per l’ultima volta

Pietro il Grande (sul trono dal 1682 al 1725), il fondatore dell’Impero russo, rimase scioccato dopo essersi imbattuto in uno spettacolo orribile vicino a uno dei suoi palazzi: il cadavere di un neonato, strangolato, avvolto in un fazzoletto, annegato in un gabinetto esterno. Questo accadde intorno al 1716 e al momento nessuno aveva idea di chi fosse il bambino sfortunato.

Un paio di anni dopo, tuttavia, la verità venne a galla. Il bambino era di Mary Hamilton, o, come la chiamavano i russi, Maria Danilovna Gamontova. Era la dama d’onore dell’imperatrice Caterina, la moglie di Pietro e futura imperatrice della Russia dopo la morte di lui.

Mary aveva partorito fuori dal matrimonio. Ma chi era il padre? Mikhail Kubeev, giornalista e autore  russo di libri di divulgazione storica, ha scritto nel suo “Cento grandi crimini”, che il bambino poteva essere proprio di Pietro. “Secondo le leggi di quel tempo, per aver ucciso un bambino di sangue reale, Maria avrebbe dovuto essere soggetta ad anatema e seppellita viva”. Ma andiamo per ordine: come era finita in Russia la scozzese Lady Hamilton? 

Bellezza e lussuria

Gli antenati di Mary, membri della famiglia scozzese Hamilton, si erano trasferiti in Russia durante il regno di Ivan il Terribile (1547-1584) e per decenni erano rimasti al servizio degli zar russi. Si ritiene di solito che Mary fosse la figlia di William (Daniil) Hamilton, e che si fosse unita alla corte di Caterina nel 1713.

Come notarono i cronisti di quel tempo, Pietro non poté fare a meno di notare la giovane e bella Mary e “vide alcuni tratti in lei che provocarono in lui lussuria”. In altre parole, Mary divenne l’amante di Pietro, anche perché dire “no” a uno zar non era certo un’opzione possibile.

Tale pratica era comune. Pietro aveva molte relazioni. Sua moglie Caterina non era gelosa e,  dopotutto, anche lei, straniera di umili origini, era salita alla sua posizione scalando la società come concubina di Pietro (e, prima, di suoi vari ufficiali). Così, di solito, si mostrava gentile nei confronti delle amanti di Pietro, inclusa Mary; e l’Imperatore tornava sempre da sua moglie dopo le sue sbandate per qualche nuova ragazza. Questo è esattamente quello che successe anche con Mary, e l’interesse di Pietro nei suoi confronti segnò il suo destino. 

Spirale verso il basso

Dopo che le cose erano quasi finite con Pietro, Mary si innamorò del suo aiutante di campo, Ivan Orlov, ma la loro relazione fu complicata fin dall’inizio. Forte bevitore, lui la picchiava spesso. Come avrebbe poi confessato, Mary iniziò a “rubare a sua Maestà l’Imperatrice diverse cose e monete d’oro” da dare a Orlov in regalo.

Mary ebbe ben altri problemi. I contraccettivi erano praticamente fantascienza nella Russia del XVIII secolo, e rimase quindi incinta, almeno tre volte. Abortì i primi due bambini ottenendo “le medicine dai medici di palazzo, facendo finta di averne bisogno per altri motivi”. Ma non poté impedire la nascita del suo terzo bambino. Per mesi nascose i segni della gravidanza sotto ampie vesti di crinolina, e, non appena nato, lo uccise.

Nessuno sa per certo chi fosse il padre. Alcuni storici, tra cui Kubeev, affermano che potrebbe essere proprio Pietro, dato che lo zar continuò a far visita a Mary anche dopo che era caduta in disgrazia, ma altri sostengono che il padre più probabile del bambino fosse Orlov. In ogni caso, dare alla luce un figlio illegittimo avrebbe distrutto la vita di Maria nel circolo imperiale. 

La confessione e lultimo bacio

Fu Orlov a rivelare la verità su Mary, ma per codardia, non per onestà. Secondo il Dizionario biografico russo “un giorno l’imperatore si era arrabbiato con Orlov per la perdita di un documento.” Orlov credeva di esser vittima dell’ira dell’Imperatore a causa del suo rapporto con Mary, quindi decise di confessare a Pietro il suo rapporto con la Lady scozzese e chieder perdono dei suoi errori. Pietro si ricordò del bambino morto trovato alcuni anni prima e si insospettì.

Interrogata e torturata alla presenza dello zar, Mary confessò le sue colpe: aver ucciso il bambino e rubato all’imperatrice (ma non tradì Orlov, sostenendo che lui non aveva colpa ed era all’oscuro di tutto. Lui, da parte sua, addossò invece su di lei tutte le colpe).

Pietro non seppellì la donna viva, come avrebbe potuto, ma la mandò al boia, nonostante sua moglie Caterina gli chiedesse di perdonarla. Si dice che l’Imperatore l’abbia baciata prima dell’esecuzione e le abbia detto: “Non posso salvarti dalla morte, senza infrangere le leggi di Dio e dello Stato. Quindi, accetta la tua esecuzione e credi nel fatto che Dio ti perdonerà”. Qualche istante dopo, la testa di Mary Hamilton fu mozzata.

 

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