Oggi, l’automobilismo è uno sport popolare in tutto il mondo, ma non tutti conoscono la sua storia gloriosa e sanno che, alle suo origini, la Russia è stata ai primi posti in questa disciplina competitiva, pericolosa ma esaltante. Del resto, come diceva Gogol, “E quale russo non ama la velocità?”.
Gli albori dell’automobilismo in Russia si ebbero nel 1898, quando le prime gare si svolsero appena fuori San Pietroburgo. Nel 1902, venne fondata la prima e più influente associazione automobilistica del Paese, l’Automobile Club di San Pietroburgo (nota con l’acronimo di “Spak”). Lo Spak iniziò a promuovere la cultura dell’auto, organizzando corse, mostre e cooperando con i giornali che si occupavano dell’industria automobilistica.
Un Paese all’avanguardia
Andrej Nagel (1877-1956), il più famoso giornalista specializzato in automobili e il più famoso pilota d’auto della Russia imperiale, fu uno dei fondatori dello Spak. C’era chi disse di lui che “mangiava le distanze e faceva spuntini con gli pneumatici”. Nel 1902, fondò la prima rivista interamente dedicata al settore automobilistico in Russia, e le diede un nome semplice, “Avtomobil” (“Automobile”).
“L’idea di pubblicare una rivista specializzata in Russia, dove le auto possono essere contate in decine potrebbe sembrare strana e non destinata al successo”, ammise Nagel. Ma la rivista, distribuita gratuitamente, rapidamente acquisì un suo pubblico non solo in Russia, ma anche in Francia e Germania.
A quel tempo, le automobili erano ancora una rarità in Russia, e l’industria automobilistica stava lottando per emergere. Nel 1902, solo una quarantina di auto erano state importate dall’estero, e il pubblico le trattava ancora con molto sospetto.
“Il 23 giugno 1912, stavo viaggiando in auto da Mosca a Kharkov (800 chilometri, ndr), attraverso il villaggio di Afanasjevka, nel distretto Obojanskij della regione di Kursk. Qui, alcune persone erano vicino a una forgia e uno di loro mi ha lanciato un’ascia… Ha colpito con tanta forza la carrozzeria che ha piegato il metallo dell’auto. Se avesse colpito me o qualcuno dei passeggeri avrebbe potuto ucciderci”, scrisse Nagel in uno dei suoi articoli su “Avtomobil”, cercando di mostrare quanto le macchine, una rarità, fossero malviste, perché spaventavano le persone!
Nagel non solo organizzava e prendeva parte a gare automobilistiche e mostre, ma partecipò anche a competizioni internazionali in Europa. Ad esempio, nel 1911, batté 87 concorrenti e finì primo a bordo della sua Russo-Balt (un marchio allora molto famoso, e ora in cerca di rinascita) nel rally San Pietroburgo–Monaco, percorrendo 3.257 chilometri in 195 ore e 23 minuti. Per la sua vittoria, Nagel ricevette un premio statale dall’Imperatore Nicola II.
Con il suo equipaggio, fece altri rally a lunga distanza sulla sua auto Russo-Balt. Uno dei più memorabili fu un viaggio del 1913 attraverso l’Europa all’Africa, percorrendo quasi 20.000 chilometri.
I primi Gran Premi
Lo Spak aveva i suoi uffici sul viale principale di San Pietroburgo, la celeberrima Prospettiva Nevskij, e lì aveva sede anche il suo centro servizi, in cui chiunque poteva acquistare pezzi di ricambio di automobili e trovare un agente per la compravendita di auto e moto. Al culmine della sua popolarità nel 1914, il club contava circa 200 membri, il che non è poi così poco per l’epoca.
Il compito principale del club era organizzare gare automobilistiche, che spesso avevano luogo sulla Strada Volkhonskoje, a sud ovest di San Pietroburgo, tra Tsarskoye Selò e Peterhof. La distanza di gara era solo un chilometro, ma ogni gara era un evento importante, spesso frequentato dai membri della famiglia imperiale.
Le velocità a quel tempo non erano grandiose. Nel 1904, il pilota russo Aleksandr Korovin raggiunse la velocità di 100 km/h, e solo nel 1913 il pilota tedesco Franz Herner fu il primo a superare i 200 km/h.
Oltre alle gare sulla Strada Volkhonskoje c’erano rally a lunga distanza. Per esempio, nel 1910 una corsa percorse un circuito di 3.200 chilometri da Tsarskoje Selò a Pskov, Vitebsk, Mogilev, Kiev, Gomel, Roslavl, Mosca, Tver, Novgorod, con ritorno a Tsarskoje Selò. Potevano partecipare solo conducenti e veicoli in grado di dimostrare di poter sopportare un viaggio così lungo!
Nel 1913, il Paese vide la prima seria gara su circuito a San Pietroburgo: sette giri, ognuno di 30 chilometri. Questo è stato probabilmente il primo Gran premio di Russia (il primo Gran Premio d’Italia si disputò invece il 4 settembre 1921 a Montichiari, in provincia di Brescia, i primo Gran Premio della storia era stato quello di Francia, nel 1906). Al via si presentarono 21 squadre, e solo otto tagliarono il traguardo. Il vincitore fu Grigorij Suvorin, alla guida della sua Benz 29/60 CV con il tempo finale di 2 ore e 23 minuti.
Il Gran Premio successivo si svolse un anno dopo nello stesso luogo, ma la data scelta non fu felice. Coincideva con un Gran Premio in Francia e così il numero dei partecipanti fu inferiore al previsto. Parteciparono in 15 e solo sette auto tagliarono il traguardo. Il primo premio andò al pilota tedesco Willie Scholl, mentre il bronzo fu italiano; sul gradino più basso del podio salì il pilota Beria D’Argentine (che guidava una Aquila italiana).
“La sua Benz, una grande auto puramente da corsa, ha tenuto bene la strada e ha impressionato passando sotto le tribune”, scrisse la rivista “Avtomobil” sul vincitore.
Il Gran premio e altre numerose corse che erano molto popolari nella Russia imperiale, attirarono l’attenzione internazionale. Ma più tardi, con l’inizio della Prima guerra mondiale, nel 1914, le corse praticamente cessarono. Lo Spak si focalizzò sulla fornitura di veicoli all’esercito russo. Poi venne la Rivoluzione d’Ottobre, e fu solo negli anni Trenta che lo sport ebbe una nuova prospettiva di vita. Ma questa è ormai un’altra storia.
Dal 2014 la Russia ha di nuovo il suo Gran Premio, quello di Formula 1, che si tiene sul circuito di Sochi. Nel 2018 la corsa è in calendario per il 30 settembre.
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