Dieci citazioni geniali per capire davvero i russi

Dostoevskij, Tolstoj, Turgenev, Chekhov, Berdjaev… Ecco come i grandi scrittori e pensatori hanno sezionato l’anima russa e l’hanno descritta in poche ma profonde parole

1. I russi e la velocità

“E quale russo non ama la velocità? Se è la sua stessa anima che adora infilarsi nel turbine, inebriarsi, e gridare di tanto in tanto: “Ma andate tutti al diavolo!”. Come può a quest’anima non piacere quando attorno a lei rimbomba qualcosa di strano e esaltante? Quando pare che una forza invisibile ti abbia sollevato con sé sulle ali. E tu voli, e tutto, attorno a te, vola…”
Nikolaj Gogol (1809-1852), “Le anime morte” (1842)

2. I russi e l’umorismo

“Il senso dell’umorismo è l’orgoglio della nazione. Negli anni più tremendi e disperati non è morta tra le genti di Russia la battuta caustica e amara, ingenua e bizzarra. Ed è bello pensare che finché saremo capaci di scherzare, resteremo un grande popolo!”
Sergej Dovlatov (1941-1990), “La marcia dei solitari” (1983)

3. I russi e l’educazione

“Noi russi non abbiamo dei sistemi educativi molto stringenti. Non ci chiamano a raccolta, non fanno di noi fin da bambini i futuri paladini e propugnatori di questi o talaltri capisaldi sociali, ma semplicemente ci lasciano crescere, come cresce l’ortica vicino alla staccionata. Per questo, tra di noi ci sono pochi ipocriti, e tanti bugiardi, millantatori e parolai. Noi non abbiamo bisogno di essere ipocriti difensori di determinati principi sociali, giacché quei principi non li conosciamo nemmeno, e non sono la nostra copertura di facciata. Conduciamo un’esistenza assolutamente libera, cioè viviamo senza uno scopo preciso, mentiamo e ci atteggiamo, ma solo per noi stessi, non per un alto principio”.
Mikhail Saltykov-Shchedrin (1826-1889), “I signori Golovlev” (1880)

4. I russi e la libertà

“Fa spavento il punto fino al quale può spingersi la libertà di spirito del russo, fino a che livello può arrivare la sua forza di volontà! Nessuno mai si è così allontanato dalla sua terra natale, come a volte ha dovuto fare lui, e nessuno ha tanto decisamente voltato lo sguardo da un’altra parte, pur di seguire i suoi convincimenti!”
Fedor Dostoeskij (1821-1881), “Diario di uno scrittore” (1876)

5. I russi e i soldi

“In quel tunnel si rivelò in tutta evidenza l’inclinazione dei russi a sperperare gli ultimi soldi in cose superflue e bizzarre di ogni tipo, anche quando non sono soddisfatti nemmeno i più basilari bisogni”
Anton Chekhov (1860-1904), “L’isola di Sachalin” (1891)

6. I russi e il destino

“È triste e allegro, in una silenziosa notte d’estate, nel bel mezzo di un cheto bosco, ascoltare una lunga canzone russa. Ci sarà e infinita angoscia, e disperazione, e una forza invincibile, e la fatale impronta del destino; quella predestinazione ferrea che è uno dei principi fondamentali del nostro carattere nazionale, per mezzo del quale si può spiegare molto di quello che appare incomprensibile nella vita russa. E quanto ancora non si sente in una lunga canzone nel bel mezzo di una notte estiva e di un bosco cheto!”
Aleksej Kostantinovich Tolstoj (1817-1875), “Il principe Serebrjanyj” (1863)

7. I russi e i confini

“L’immensità del territorio russo, la mancanza di confini e limiti hanno avuto un forte riflesso nella costituzione dell’anima russa. Il paesaggio dell’animo russo corrisponde al paesaggio della terra russa: anche quello è senza confini, amorfo, teso all’infinito e alla grandezza. In Occidente, invece, tutto è stretto, ha i suoi limiti, è organizzato e diviso per categorie…”
Nikolaj Berdjaev (1874-1948), “Principi spirituali della rivoluzione russa (raccolta di articoli)” (1917-18)

8. I russi e la patria

“Io non sono certo entusiasta di tutte le cose che vedo in giro qui. Come letterato, mi irritano. Come uomo con i suoi punti di vista, mi offendono. Ma giuro sul mio onore, che per niente al mondo vorrei cambiare patria o avere un’altra storia, al posto di quella dei nostri antenati, che ci ha dato Dio.”
Aleksandr Pushkin (1799-1837), Lettera a Petr Chaadaev del 19 ottobre 1836

9. I russi e la lingua

“Nei giorni dei dubbi, nei giorni delle penose riflessioni sul destino della mia patria, tu sei il mio solo aiuto e sostegno, o grande, possente, veritiera e libera lingua russa!
Non fosse per te, come non abbandonarsi alla disperazione per tutto quello che avviene qui. Ma non si può credere che una tale lingua non sia stata data a un grande popolo!”
Ivan Turgenev (1818-1883), “Poesie in prosa” (1882)

10. I russi e il menefreghismo

“È il nostro menefreghismo russo – disse Vronskij […] – Non essere consapevoli dei doveri che derivano dai nostri diritti, e per questo negare che tali doveri esistano”.
Lev Tolstoj (1828-1910), “Anna Karenina” (1877)

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