Putin: la sicurezza prima di tutto

Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin si è rivolto con il tradizionale discorso annuale all'Assemblea Federale.

Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin si è rivolto con il tradizionale discorso annuale all'Assemblea Federale.

EPA
Nel suo intervento davanti all'Assemblea Federale, il Presidente russo ha sottolineato ancora una volta l'importanza di creare una grande coalizione unita nella lotta contro il terrorismo. Spazio poi ai rapporti con la Turchia e alle questioni economiche. I commenti degli esperti intervistati da Rbth

La sicurezza in primo piano. Alla luce dell’operazione militare in Siria, degli attentati terroristici di Parigi, dell’aereo di linea russo colpito in Sinai e del Su-24 abbattuto dai turchi in territorio siriano, dal discorso del Presidente Putin davanti all’Assemblea Federale ci si aspettava ovviamente una particolare attenzione al tema della sicurezza internazionale. Un’attesa in buona parte rispettata: parlando delle azioni della Turchia, il capo del Cremino ha promesso che non verrà dimenticata “questa complicità con il terrorismo”, aggiungendo che ad Ankara “si pentiranno più di una volta di quanto accaduto”.

A parte questo, dal discorso di Putin non è emersa alcuna retorica militare, mentre la politica interna è risultata quasi liberale. Tuttavia, non la si può definire “di svolta”. 

Le conseguenze non si limitano ai pomodori

“Le parole, ‘la questione non si limita ai pomodori” (Putin con ciò faceva riferimento al divieto approvato di importare frutta e verdura provenienti dalla Turchia) sono di fatto il concetto chiave del discorso del Presidente”, commenta il direttore dell'Istituto di Strategia Nazionale, Mikhail Remizov.

Secondo la sua opinione, ciò sta a significare che Mosca è orientata a dare una risposta quanto più seria e a intraprendere misure a lungo termine contro la Turchia. Secondo l’esperto, le precedenti prese di posizione di Putin hanno assunto nel discorso di ieri un carattere ancora più intransigente.

A differenza degli attacchi all’indirizzo della Turchia, tutte le altre tesi riguardanti la politica estera non sono risultate aggressive. “Si è parlato del desiderio di creare un’amplia coalizione per lottare contro il terrorismo. Una coalizione che parta innanzitutto dai Paesi occidentali. Inoltre, nel corso dell’intervento, sono state fatte alcune dichiarazioni relative al fatto che la Russia è disposta a collaborare e a partecipare nei mercati mondiali”, mette in evidenza Ekaterina Schulmann, politologo, docente presso l'Istituto di scienze sociali RANKhiGS, che ha definito il tono del Presidente sufficientemente conciliatorio dato il contesto attuale.

L'assenza di qualsivoglia riferimento alla retorica anti-occidentale è stata notata anche dal direttore dell'Istituto Internazionale di analisi politica, Evgenij Minchenko: tutte “le frecciatine critiche” sono state indirizzate ai terroristi e alla Turchia.

Il Paese delle opportunità

Le parti del discorso riguardanti la politica interna e l'economia, Putin le ha rivolte a diversi gruppi di cittadini. E il tono era piuttosto positivo. “La cosa principale che ha detto è stata che ‘la Russia è il Paese delle opportunità, dove è possibile lavorare liberamente su tutta una serie di settori. E noi non creeremo alcun ostacolo”, questa l'interpretazione di Dmitrij Orlov, direttore generale dell'Agenzia di comunicazioni politiche ed economiche vicina al Cremlino.

Si è parlato anche di misure anti-corruzione, in particolare relative al trasferimento dei conti riguardanti il budget alla tesoreria federale, al fine di ottenere una maggiore trasparenza sulle spese del bilancio.

Putin ha annunciato quindi l'introduzione di un chiaro criterio per misurare l'efficacia dei processi di sostituzione delle importazioni, facile da misurare in termini di esportazione di prodotti altamente tecnologici anziché di beni primari. “Il Pesidente tradizionalmente dimostra la capacità di reagire alle sfide in modo tutt’altro che banale”, riassume Orlov.

Vero è però che Mikhail Remizov non ha individuato alcun punto di grande novità nelle idee economiche esposte dal Presidente. Secondo il suo punto di vista, l'intervento ha riguardato per lo più una serie di misure “cosmetiche”, che difficilmente consentirebbero una crescita economica, benché meritevoli di attenzione.

In conclusione, la parte del discorso riguardante la politica interna è risultata essere piuttosto liberale, s'intende, per quanto possibile nelle attuali condizioni, evidenzia Schulmann. “Anche se tutti i discorsi sulla cessazione della pressione da parte degli organi di controllo sul business e sullo sviluppo delle esportazioni altamente tecnologiche sono terminati con la proposta di rafforzare i poteri di quegli stessi organi di controllo e di creare nuove strutture. Cui andrebbero, di nuovo, destinati i mezzi dello Stato”, dice Schulmann.

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