Nuove misure economiche con la Turchia

Prodotti turchi sui mercati della Federazione Russa.

Prodotti turchi sui mercati della Federazione Russa.

Mikhail Mordasov / TASS
Secondo il ministro russo dell’Agricoltura, una parte dei prodotti agricoli importati non rispetterebbe le normative. Si preannunciano quindi limitazioni nell’import e ulteriori controlli alla frontiera. Provvedimenti che rischiano però di compromettere il business con la Turchia, che occupa il quinto posto a livello di interscambio, dopo l'Italia

44 mld $

l'interscambio tra la Russia e la Turchia nel 2014

500 mln $

il ricavato delle vendite di frutta e verdura dalla Turchia in Russia nei primi 9 mesi del 2015 

Più controlli sui prodotti e ulteriori verifiche alle frontiere. Il governo russo ha deciso di intensificare i controlli sui generi alimentari provenienti dalla Turchia. Lo ha annunciato il ministro russo dell’Agricoltura Aleksandr Tkachev, così come scrive Interfax. Secondo Tkachev, infatti, il 15% dei prodotti agricoli della Turchia non rispetterebbe le normative russe. Secondo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, tali misure rappresenterebbero la naturale reazione all’imprevedibile atteggiamento delle autorità turche. Innanzitutto, le limitazioni coinvolgeranno l’import di prodotti provenienti dalla Turchia: secondo dati ufficiali, nei primi dieci mesi del 2015 è stato pari a un miliardo di dollari.

“Nel 2014 l’interscambio fra Russia e Turchia ha raggiunto i 44 miliardi di dollari - ha dichiarato a Rbth Aleksej Portanskij, docente presso la facoltà di economia e politica mondiali NIU VshE -. La Turchia si trova al quinto posto per l'interscambio con la Russia, superata solo da Cina, Germania, Paesi Bassi e Italia”. Secondo Portanskij, si tratta del 5% del totale del commercio estero russo.

Cibo e turismo

Secondo i dati del Ministero russo dell'Agricoltura, il volume complessivo dell'importazione di prodotti turchi in Russia è stata pari, nel 2014, al 4%. Da questo stesso Paese proviene il 44% dei pomodori importati.

Secondo le parole del direttore per lo sviluppo delle reti dei mercati alimentari “Petrovskij”, Andrej Averjanov, in 9 mesi dall'inizio del 2015, la Turchia ha importato in Russia frutta e verdura per un ricavo superiore a 500 milioni di dollari, di cui l'80% era l'incasso proveniente da pomodori, cipolle e cetrioli. Secondo le sue parole, rinunciare all’import turco per i russi comporterà un aumento dei prezzi dei generi alimentari. “Per la Turchia, invece, il passo indietro della Russia potrebbe causare conseguenze economiche assai più serie, visto che la Federazione rappresenta il primo importatore di prodotti agricoli”, aggiunge Petrovskij.

Il ministro russo degli Affari Esteri, Sergei Lavrov, ha inoltre raccomandato ai russi di non visitare la Turchia a scopo turistico. Anche Rosturizm, l'organo responsabile del turismo in Russia, si è già rivolto ai tour operator chiedendo di bloccare le vendite dei pacchetti viaggio verso questa destinazione, che è sempre stata una delle mete più popolari per i russi: solo nel 2014, sono stati 3,3 milioni i turisti russi che hanno trascorso le proprie vacanze lì.

Relazioni importanti

Così come ha dichiarato il primo ministro Dmitri Medvedev, le autorità russe stanno pianificando di sospendere i programmi di collaborazione economica e di introdurre limitazioni alle operazioni finanziarie, cambiando inoltre le imposte commerciali.

“I provvedimenti russi sono comprensibili e fondati - ha commentato il direttore generale di Forex-broker eToro, Pavel Salas -. Un’altra questione è pensare alle perdite che ne conseguiranno per entrambe le economie, tenuto conto della grossa cooperazione che c’è sempre stata”. Stando alle sue parole, per esempio, la Turchia potrebbe rifiutare il sostegno russo nella costruzione della nuova centrale nucleare Akku. Un progetto, fa notare Salas, che potrebbe valere decine di miliardi di dollari.

Tuttavia, secondo alcuni esperti, i provvedimenti più radicali non sarebbero ancora stati presi. “Potrebbero seriamente danneggiare entrambi i Paesi”, fa notare Aleksej Portanskij, convinto che l’eventuale rottura dei legami con la Turchia potrebbe essere avvertita in maniera sensibile da tutti.

“La Turchia potrebbe trovare senza troppe difficoltà un sostituto che possa acquistare la propria frutta e la propria verdura. Diverso invece sarebbe per la Russia - conclude l’esperto -. È quindi indispensabile agire tenendo i nervi saldi e ragionare prima di interrompere la cooperazione economica con la Turchia”.

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