Crisi Turchia, le reazioni della gente

Manifestazione in Turchia vicino all’ambasciata russa.

Manifestazione in Turchia vicino all’ambasciata russa.

Aleksandr Vilf/RIA Novosti
Sui social network si rincorrono i commenti sulla delicata situazione creatasi dopo l’abbattimento dell’aereo russo sul confine turco-siriano. E oltre a chi si dice arrabbiato e indignato, c’è anche chi è pronto a fare le valigie e a non rinunciare alla propria vacanza in Turchia

Indignazione, sgomento, tristezza. Le reazioni dei russi a poche ore dall’incidente sul confine turco-siriano, dove un aereo militare russo è stato abbattuto dall’aviazione turca, sono le più svariate. Già poche ore dopo la notizia, singoli picchetti sono comparsi di fronte all’ambasciata turca a Mosca. Sui social network è rimbalzata la foto del deputato della Duma di Stato, Marija Kasatonova, con in mano un cartello con scritto “I piloti abbattuti combattevano i terroristi, affinché non muoiano i vostri e i nostri civili”. 

Nelle ore successive simili manifestazioni hanno avuto luogo non solo a Mosca, ma anche a Kazan, Stavropol e San Pietroburgo. Alcuni picchetti sono stati voluti da organizzazioni pubbliche, in altri casi da partiti politici e da semplici cittadini.

Irek Murtazin, giornalista di Novaya Gazeta, studiando la piantina del luogo dove sono avvenuti i fatti, fa notare che, anche se il Su-24 russo avesse valicato la frontiera dalla Turchia anche solo per sei secondi, questo tempo non sarebbe stato sufficiente per ricevere dieci avvertimenti da parte delle forze armate turche.

Sui social network russi sono apparsi diversi commenti critici nei confronti della Turchia e hanno iniziato a rincorrersi hashtag come “PunizioneInevitabile e #PugnalataAllaSchiena, citando i discorsi di Putin a poche ore dalla catastrofe

La dichiarazione del Presidente russo Vladimir Putin sul fatto che la Russia da tempo blocca le forniture di gas in Turchia dalle regioni della Siria in mano ai terroristi ha suscitato un’esplosione di emozioni tra gli utenti russi di internet. “Erdogan: La Turchia non compra il gas dall’Is, lo giuro su mia madre”, ironizza l’utente @mraqoborue.


È stato inoltre lanciato l’hashtag #NonVadoInTurchia, in segno di ribellione nei confronti di un Paese che per anni è stato tra le mete turistiche preferite dai russi. Alcuni utenti hanno espresso il timore di non poter più visitare le principali attrazioni turistiche. “Fino a due o tre anni fa pensavo: L’Egitto... cosa ci sarà mai da vedere in Egitto? Beh, prima o poi ci andrò. E cosa è successo? Che ora non ci si può più andare. Adesso tocca alla Turchia. Chi non è stato in Turchia? Tutti, tranne me”, scrive una giovane con il nickname di Milia N.

Tuttavia c’è chi non condivide questi pensieri e sostiene di voler ugualmente andare in vacanza in Turchia. “Avevo intenzione di andarci e ci vado - scrive Larisa K. -. Se l’aereo non si fosse infilato nello spazio aereo di un altro Paese non lo avrebbero colpito. Si sono forse dimenticati che qui in Russia era stato colpito un aereo passeggeri coreano, scambiato per un aereo militare?”.

Le reazioni in Turchia

Passeggiando per le strade di Istanbul, ad ogni angolo si sente parlare di questo argomento. Tra la gente si sentono ripetere spesso parole come “Russia”, “russi”, “Putin”, “Siria”. A Sisli, un quartiere di Istanbul, un lavoratore della pasticceria Sehri Simit, Mustafa Kaja, dice: “La colpa è delle autorità russe. Erano stati avvertiti dieci volte. Ora ci sono grossi problemi in vista per i nostri due Paesi. La gente però non c’entra nulla. Io ho sempre avuto stima e affetto per i russi e continuerò ad averne”.

Nella discussione interviene anche il pensionato Murat Koch. “Perché la Russia mette il naso negli affari della Siria? Chi è andata a bombardare? L'Is? Io ho i miei dubbi... Migliaia di fuggitivi corrono da noi, mica da voi! Abbiamo chiuso gli occhi sulla Crimea, non ci siamo uniti al coro delle sanzioni contro la Russia. Avete sentito che cosa ha detto ieri Putin? Come è possibile accusarci di terrorismo?!” 

Gli fa eco un altro abitante di Istanbul: “Io non sono affatto tra i sostenitori del regime di Erdogan e della sua politica in Siria. Lui faceva conto sull'uscita di Assad, ma tutto si è rivelato essere assai più complesso. La Siria per noi è una questione molto delicata. La Russia sostiene che i suoi colpi siano diretti solo contro l’Is, ma noi non sappiamo con certezza che cosa stia bombardando. È tutto molto complesso. Io però spero che si riescano a normalizzare i rapporti e a evitare un conflitto aperto”.

A Istanbul vivono alcune decine di migliaia di russi, che si dicono molto amareggiati per la situazione attuale. Alina, nata in Russia e sposata con un turco, racconta: “Io e mio marito guardiamo le notizie. Ci siamo sintonizzati sul canale russo dove stavano discutendo dell'aereo abbattuto. Io traducevo per mio marito e commentavo su chi e che cosa stesse affermando. E lui in risposta è scoppiato: “È tutta una menzogna! La Turchia ha agito nel modo giusto! Noi abbiamo protetto i nostri confini territoriali”. Abbiamo discusso aspramente sull'accaduto. È già il secondo giorno che non ci parliamo. E questo anche se mio marito non è per nulla sostenitore di Erdogan. I tempi sono davvero tesi. Che cosa avverrà poi, non è noto. È terribile e sconvolgente quello che è successo”.

L’articolo è stato aggiornato in data 27 novembre 2015 

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Leggi di più

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie