Il Presidente russo Vladimir Putin durante il suo discorso all'Assemblea Federale.
Ramil Sitdikov/RIA NovostiIl terrorismo
Da tempo la Russia lotta contro il terrorismo. Sappiamo cosa sono le aggressioni da parte del terrorismo internazionale (...). Ci sono voluti quasi dieci anni per cacciare i terroristi dal nostro Paese. E ora stiamo lottando con quelli che ci sono rimasti. Ma questo male sta continuano fino a farsi sentire.
Due anni fa, gli attentati a Volgograd. Poco tempo fa, l’aereo russo colpito in Sinai. La minaccia del terrorismo sta crescendo. E non è ancora stato risolto il problema dell’Afghanistan. La situazione in questo Paese è allarmante e tutt’altro che incoraggiante. Il caos e l’anarchia ora hanno coinvolto anche altri Paesi del Medio Oriente.
Dobbiamo eliminarli dalle lontane vie d’accesso: ecco perché è stata presa la decisione di condurre un’operazione militare in Siria.
Nella lotta contro il terrorismo la Russia ha dimostrato la massima responsabilità. Dobbiamo difendere i nostri valori.
Ogni Stato ha il dovere di contribuire alla sconfitta dei terroristi. E non attraverso dichiarazioni, ma con azioni concrete. Non possiamo permettere che ci sia alcun business criminale e sanguinoso con il terrorismo.
La Turchia
Sappiamo che la Turchia riempie le proprie tasche a spese del petrolio rubato dai terroristi in Siria. Con questi soldi vengono finanziate le azioni dei combattenti che realizzano attentati.
Ricordiamo che proprio in Turchia avevano trovato riparo e sostegno quei combattenti che avevano operato nel Caucaso del Nord negli anni Novanta. Ad ogni modo il popolo turco è un popolo buono e lavoratore. In Turchia abbiamo molti amici. Devono capire che non li stiamo mettendo sullo stesso piano di chi sostiene i terroristi.
Non dimenticheremo questa complicità con il terrorismo. Abbiamo sempre considerato il tradimento la cosa più vergognosa. Coloro che hanno colpito alle spalle i nostri piloti lo devono sapere. I problemi potevano essere risolti in altro modo. Eravamo pronti a collaborare sulle questioni più sensibili. Non so perché lo hanno fatto. Forse solo Allah lo sa.
A quanto pare Allah ha deciso di punire la classe dirigente della Turchia privandola di intelletto e ragione. Ma dobbiamo evitare una pericolosa reazione isterica. E non ci sarà. Al centro delle nostre azioni ci sarà come prima cosa la responsabilità. Non faremo risuonare le armi.
L’economia
L’anno scorso abbiamo dovuto affrontare serie sfide economiche. La situazione si è rivelata difficile, ma non critica. Stiamo già osservando delle tendenze positive. L’inflazione sta diminuendo, la valuta nazionale si sta stabilizzando, il comparto industriale si sta sviluppando. Ma ciò non significa che possiamo stare tranquilli.
Dobbiamo essere pronti al fatto che le limitazioni esterne e il periodo di prezzi bassi delle materie prime possono prolungarsi a lungo. Non dobbiamo lasciarsi sfuggire le tendenze principali dello sviluppo globale. Si stanno formando nuovi blocchi commerciali, stanno nascendo nuove tecnologie.
Proprio adesso si stanno delineando le posizioni dei Paesi nella ripartizione globale del lavoro. E noi dobbiamo occupare un posto tra i leader. Dobbiamo essere leader a livello economico, tecnologico e anche in altri campi.
Il governo, insieme all’Agenzia per le iniziative strategiche, deve continuare a lavorare per migliorare le condizioni per il business. Ampliando la libertà imprenditoriale, dobbiamo rispondere a qualsiasi limitazione che si sta venendo a creare.
La cooperazione
Siamo interessati a portare avanti un’amplia collaborazione con i partner stranieri. Accogliamo gli investitori, nonostante le non facili circostanze. Stiamo intensificando i processi di integrazione al fine di aprire nuove possibilità per l’accrescimento dei legami economici.
Abbiamo già raggiunto un nuovo livello qualitativo nell’ambito dell’Unione economica eurasiatica. È stato raggiunto un accordo principale in merito al consolidamento delle iniziative di integrazione eurasiatica con il progetto cinese della Via della Seta. Sono poi stati raggiunti degli accordi con il Vietnam. Bisogna collaborare in maniera più attiva con i Paesi dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) e dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO), così come con coloro che vogliono integrarsi nel SCO (...). Insieme al nostro Stato formano quasi un terzo dell’economia mondiale. La partnership deve essere basata su principi di uguaglianza e reciproco interesse.
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