Perché alle Olimpiadi di Tokyo non suona l'inno nazionale russo ma un brano di Chajkovskij?

Da sinistra, le ginnaste russe Lilia Akhaimova, Viktoria Listunova, Angelina Melnikova e Vladislava Urazova, membri della squadra ROC, hanno vinto l'oro ai XXXII Giochi Olimpici di Tokyo

Da sinistra, le ginnaste russe Lilia Akhaimova, Viktoria Listunova, Angelina Melnikova e Vladislava Urazova, membri della squadra ROC, hanno vinto l'oro ai XXXII Giochi Olimpici di Tokyo

Aleksej Filippov/Sputnik
Gli atleti russi festeggiano le premiazioni sulle note di una melodia diversa dal solito. Ecco spiegato perché

La Russia continua a pagare lo scandalo doping scoppiato nel 2015 e la sua partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo è stata ufficialmente vietata dal CIO (Comitato olimpico internazionale). Gli atleti russi possono partecipare alle gare, ma non sventolando la bandiera della propria nazionale, bensì sotto la sigla “neutra” del Comitato olimpico russo (ROC). Allo stesso modo non potrà suonare l’inno nazionale russo, come abbiamo raccontato qui

Gli atleti della squadra ROC si sono aggiudicati la medaglia d'argento nella staffetta 4x200 metri stile libero maschile

Tuttavia, gli spettatori dei Giochi Olimpici di Tokyo avranno notato che le premiazioni degli atleti russi sono ugualmente accompagnate da una musica: si tratta del Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in Si bemolle, composto nel 1874-1875 da Pjotr Chajkovskij, probabilmente il compositore russo più famoso e riconosciuto a livello mondiale. Il concerto fu originariamente eseguito a Boston nel 1875 dal solista Hans von Bülow, con un'orchestra diretta da Benjamin Johnson Lang.

Il frammento e l'adattamento della melodia usato oggi alle Olimpiadi è stato eseguito dal più famoso pianista moderno russo, Denis Matsuev

La musica è stata ufficialmente approvata dal CIO; in un primo momento, però, il Comitato olimpico russo aveva suggerito un'altra melodia: la proposta iniziale era caduta sulla canzone sovietica "Katjusha", un brano patriottico diventato famoso durante la Seconda guerra mondiale, considerato oggi l'inno non ufficiale della Grande guerra patriottica. 

Ma il CIO non ha autorizzato "Katjusha", giustificando la scelta con la forte associazione di questo brano con la Russia. E così il ROS ha suggerito il ben più neutrale Chajkovskij, di cui nel 2020 si è celebrato il 180° anniversario della nascita.

Gli atleti russi si esibiscono sotto una bandiera neutrale per il secondo anno consecutivo; il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 era già stato eseguito nelle cerimonie di premiazione dei campionati mondiali di pattinaggio di velocità, pattinaggio di figura e hockey.

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