Cosa cercano gli italiani che sognano un viaggio in Russia? Ce lo racconta Marco Ragozzi, piemontese di origine, pietroburghese di adozione, arrivato nella Terra dei cremlini ormai 20 anni fa. Marco vive nella città sulla Neva e lavora come agente turistico, punto di riferimento per molti suoi connazionali che si preparano a volare nella Federazione per la prima volta.
“Mi occupo prevalentemente di turismo incoming, dalle pratiche per il visto alla ricerca degli alloggi e della guida - racconta -. I viaggiatori che sognano di visitare la Venezia del nord si dividono, a mio avviso, in varie ‘categorie’: ci sono gli entusiasti che pensano: ‘Finalmente la Russia è aperta agli stranieri: bisogna assolutamente vedere San Pietroburgo, una delle grandi capitali della cultura’; altri, invece, sono attratti dalla storia dei Romanov, fatta di regge e splendidi palazzi, o dal teatro e dal balletto; poi c’è chi si mette sulle orme di ‘Delitto e Castigo’, di Blok e Anna Akhmatova, o chi si spinge alla scoperta della vecchia Leningrado e dei luoghi della Rivoluzione. Ma c’è una cosa che accomuna questi viaggiatori: tutti si stupiscono della grandezza e della bellezza della città”.
Molti pensano di poter ridurre il viaggio a una gita di un week end: “Purtroppo in due giorni non si vede quasi niente - avverte Marco -, io consiglio sempre di calcolare una settimana per San Pietroburgo, e almeno 10 giorni se si vuole visitare anche Mosca. Purtroppo il fattore tempo è molto limitativo per chi desidera conoscere il paese più grande del mondo”.
Molte richieste arrivano anche da parte di chi si appresta a coronare il viaggio della vita: la Transiberiana. “È una delle richieste più frequenti”, racconta Marco, che su Facebook gestisce anche un gruppo omonimo. Giovani, adulti, pensionati: il target di avventurieri che vogliono fare questo giro è davvero ampio. Il più delle volte chiedono solo il visto e preparano da soli l’intero viaggio, perché fare la Transiberiana significa mettersi alla prova; altre volte, invece, vogliono il pacchetto completo. “L’ultimo viaggio l’ho organizzato a febbraio per due travel blogger piuttosto famosi, che sono stati sul Bajkal. La cosa più importante, per quanto banale possa sembrare, è il tempo a disposizione: tra Mosca e Vladivostok ci sono più di 9.000 km di distanza, quindi bisogna prendersi almeno 3 settimane di ferie. Chi invece ha solo 2 settimane, può fare una prima tratta, ad esempio fino al Bajkal, e tornare indietro. In caso contrario, si rischia di vedere solo la taiga dal finestrino del treno e nient’altro. Io sono sempre molto onesto, magari anche a mie spese: cerco di avere uno sguardo critico, realistico e bilanciato. Per esempio, invito i turisti a non credere a tutte le storie orribili che spesso si sentono sulla Russia, ma a non illudersi nemmeno che sia il paradiso in terra; allo stesso modo faccio loro presente che un viaggio in platskart, il treno di terza classe, sarà sicuramente indimenticabile, ma offrirà meno comfort”.
Al di là di Mosca e San Pietroburgo, si registra un timido interesse anche verso le città di provincia. “Ovviamente, se si tratta del primo viaggio in Russia, la gente desidera visitare le città principali - spiega Marco -. Ma c’è anche chi sogna di vedere la Carelia, Velikij Novgorod, Pskov, e ovviamente l’Anello d’Oro. Nel 2009 sono stato sulle Isole Solovki: un paesaggio affascinante, illuminato dalle notti bianche. Ovviamente un viaggio come questo deve essere ben organizzato, anche per limitare i costi, perché nella provincia russa gli alberghi possono costare paradossalmente molto rispetto al servizio offerto”.
Con lo scoppio della pandemia, però, il settore del turismo ha subito una pesante frenata anche in Russia. “Ci aspettavamo un 2020 diverso - confessa -. Non dimentichiamo che c’erano 4 partite di calcio degli Europei programmate a San Pietroburgo… Speriamo che questi appuntamenti siano solo rimandati al 2021: mi riferisco agli Europei, all’introduzione dei visti elettronici e dei voli low cost”.
E a proposito dei visti elettronici, che dovrebbero essere estesi a tutta la Russia dal 1° gennaio 2021, come abbiamo scritto qui, Marco non ha dubbi: “Si sta andando nella giusta direzione… ma io sono come San Tommaso: finché non vedo… D’altronde lo avevo fatto presente anche al Forum del Turismo che si era tenuto nel 2018 a San Pietroburgo, al quale avevo partecipato in qualità di relatore: è inutile parlare di sviluppo del turismo finché è così difficile e costoso ottenere il permesso d’ingresso. Di recente sono stati introdotti i visti elettronici per visitare San Pietroburgo, ma purtroppo con l’arrivo del coronavirus non abbiamo fatto in tempo a vederne gli effetti. Infine, un altro elemento importante per lo sviluppo del turismo sarebbero i voli low cost”.
In attesa di un ritorno alla normalità, Marco continua a dare lezioni di italiano, attività che svolge ormai da tempo, e si dedica allo sviluppo del suo sito internet, dove raccoglie informazioni utili per visitare San Pietroburgo, e risponde alle tantissime domande e curiosità che ogni giorno incontra sui social network. “Su Facebook leggo di tantissime persone che vorrebbero trasferirsi in Russia per amore o per lavoro. In molti casi si tratta di coppie miste che, dopo un’esperienza all’estero, decidono di tornare nella Federazione; spesso però vedo anche gente senza arte né parte che sogna una vita nuova a Mosca o a San Pietroburgo, ma non ha contatti, non conosce il russo e non ha un lavoro qualificato… in questi casi consiglio di starsene a casa. Non dimentichiamo che l’economia russa non sta vivendo un periodo particolarmente florido. Dipende quindi da cosa si lascia in Italia: se uno ha un lavoro fisso e una casa di proprietà, non so quanto convenga il cambio”.
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