Quando si pensa alla vodka, una delle prime marche che viene in mente è la Stolichnaya (o Stoli). Ormai da decenni questa vodka è popolare sia in Russia che all'estero. Ma cosa sappiamo in realtà della sua lunga storia?
La Stolichnaya non è solo una delle marche di vodka più famose, ma è anche una delle più antiche. Esistono diverse versioni sulle sue origini (risalenti agli anni 1938-1953), ma l’azienda di proprietà statale Sojuzplodoimport sostiene che tutto ebbe inizio nel 1938, anno in cui gli specialisti sovietici inventarono la ricetta originale di questa vodka di prima qualità a base di grano e grano di segale.
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Secondo la Sojuzplodoimport (principale proprietario del marchio), le prime bottiglie di Stolichnaya furono prodotte nel 1941, nella Leningrado sotto assedio, e due anni più tardi sarebbe iniziata la produzione di massa.
Ma il Magazzino statale di vino di Mosca N°1 sostiene che la ricetta originale sia stata inventata proprio lì nel 1940, grazie al distillatore e ingegnere Viktor Grigoryevich Svirida. In effetti, il suo nome viene indicato in diverse fonti come il principale inventore della Stolichnaya.
In passato, i prezzi della Stolichnaya erano piuttosto elevati rispetto alle altre bottiglie di vodka: dopo la riforma finanziaria del 1961 il suo prezzo raggiunse i 3 rubli e 12 copeche, circa 2,13 dollari (all’epoca 90 copeche avevano il valore di un 1 dollaro attuale). Per questo motivo la Stolichnaya era considerata una vodka di prima categoria, destinata a quei pochi che potevano permettersela.
Nel corso degli anni la Stolichnaya ha superato la Smirnoff in una prova “alla cieca” nel 1954, ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui una medaglia d'oro nel 1958 all'Esposizione Universale e Internazionale di Bruxelles, e un altro oro alla fiera di Lipsia nel 1963.
Nel 1972, la Stolichnaya divenne la prima vodka premium importata sul mercato americano. La U.S. PepsiCo ottenne il monopolio delle vendite oltreoceano grazie a un accordo di baratto con i sovietici in cambio del concentrato per la Pepsi, come vi abbiamo raccontato qui.
Quel momento segnò una vera e propria ascesa della Stolichnaya negli Stati Uniti, dove veniva pubblicizzata con lo slogan: "Solo la vodka russa è vera vodka russa!”. Da allora la "Stoli" divenne uno dei principali simboli della Russia, assicurando milioni di dollari di profitti all'URSS. Nel 1990, la vodka Stolichnaya veniva esportata in 90 paesi.
Con il crollo dell'Unione Sovietica e il caos che ne derivò, il marchio Stolichnaya cessò di esistere. Nel 1991, il Gospatent dell'URSS, responsabile della proprietà intellettuale, lasciò la Stolichnaya fondamentalmente senza alcuna protezione, trasformando il brand in un semplice nome per una serie di prodotti che potevano essere realizzati da chiunque, indipendentemente dagli standard di qualità.
Nella metà degli anni Novanta, le autorità cercarono di controllare la situazione e il marchio tornò successivamente sotto la Sojuzplodoimport (successore legale dell'ex ente statale). Probabilmente tutto sarebbe andato per il verso giusto, se uno dei suoi principali azionisti, Yurij Shefler, non avesse avuto altri piani in testa: nel 1997 creò una società praticamente con lo stesso nome - Sojuzplodimport -, acquistò la Stolichnaya e altri marchi al di sotto del prezzo di mercato, e li vendette a un altro ente di sua proprietà (la Spirits International, con sede nei Paesi Bassi), trasformando così la produzione di Stolichnaya in un'attività privata internazionale, che in seguito ottenne un nuovo nome: S.P.I. Group.
Con il passare degli anni, la società di Shefler si ritrovò a dover affrontare delle accuse legali in Russia, e nel 2001 lasciò dal paese, continuando però a guadagnare milioni sulle vendite derivanti dalla Stoli e da altri alcolici precedentemente russi. Negli ultimi 20 anni, la Sojuzplodoimport e il suo proprietario hanno dovuto affrontare non poche grane legali derivanti dai diritti sulla Stolichnaya, e nel 2018 il tribunale olandese ha stabilito che i diritti sulla vodka appartengono a Sojuzplodoimport, e S.P.I. Group deve rimborsare tutti i profitti realizzati sul mercato del Benelux dal 1999. Shefler ha presentato ricorso in appello contro la decisione, respinta nel gennaio di quest'anno. Un segnale positivo per la Russia, anche se la fine della controversia sembra ancora molto lontana: S.P.I. Group detiene infatti ancora oggi i diritti della Stolichnaya in 13 paesi dell'Unione Europea e si prepara a difenderli nel prossimo futuro.
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