Ora basta: “Na zdorovje” durante i brindisi in Russia non si dice!

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DANIEL CHALYAN
È giunta l’ora di mettere la parola fine a questa leggenda metropolitana, diffusa dai film di Hollywood. L’espressione, usata in contesti familiari, si usa come “buon pro ti faccia!” o “non c’è di che”, in risposta a un “grazie” detto da chi riceve una porzione di cibo, ma non certo come cin-cin!

Viviamo in tempi difficili. Una tale ricchezza di informazioni… eppure tutti continuano a fare affidamento su Hollywood, e credono di conoscere le espressioni giuste per fare bella figura in russo, almeno al momento del brindisi. E così, ecco gli stranieri in Russia ripetere continuamente parole come “nazdrovje”… o “nastrovia” o qualsiasi combinazione di lettere che diano un suono simile a quello sentito nei film americani con qualche personaggio “russo”. Ma non sono parole vere!

Per favore, gente di Hollywood (e voi persone che guardate i film americani), vi prego: smettete di massacrare la nostra lingua! Non mi sembra di chiedere molto. Non è così difficile capire e far pace con il fatto che non abbiamo un solo termine che usiamo al momento di alzare i bicchieri, tipo il vostro “cheers” angloamericano. E badate bene: questo ci rende un po’ invidiosi degli altri Paesi che hanno la loro parolina magica del brindisi. Svedesi, norvegesi, danesi e islandesi con il loro “skol” (scritto talora “skål” o “skaal”), gli italiani con “cin-cin”, i tedeschi con “prost”, persino gli ucraini con bud’mo… No, aspetta. Davvero? Gli ucraini hanno una loro parola e noi no? Siamo quasi uguali in tutto… Non è giusto! È triste, ma questa è la verità. Posso dire “cin-cin!” in non meno di 20 lingue, ma non nella mia madrelingua, il russo.

La mia spiegazione preferita per questo è che il bere è un fenomeno così radicato nella cultura russa che non siamo riusciti a trovare una parola comune ovunque. Mi piace legarlo romanticamente all’individualismo testardo dello spirito russo. Il nostro enorme Paese è così vasto e scarsamente popolato per le sue dimensioni, che imporre una tradizione unificata sarebbe semplicemente un’impresa.

Però è altresì vero che in russo non abbiamo praticamente dialetti a differenza dell’inglese, del tedesco o dell’italiano, ed è molto difficile trovare differenze nel lessico da Kaliningrad a Vladivostok. L’unica eccezione è San Pietroburgo, dove si usano parole completamente diverse per dire “pane” (“bulka” invece di “khleb”) e “androne” (“paradnaja” invece di “podezd”). Ma si tratta di due parole in una sola città, i cui orgogliosi abitanti non vogliono ammettere di avere torto!

Ma sto divagando… torniamo al “cin-cin”. Ho il sospetto che le grandi distanze e l’enorme quantità di motivi per cui si poteva finire male durante una bevuta (o più probabilmente una lunga serie di bevute) sia la ragione principale della presenza di frasi diverse che i russi usano quando bevono, di solito a seconda di dove sono e con chi stanno bevendo; in una sorta di diplomazia del cin-cin.

Bisogna però dire che a Hollywood non sono completamente pazzi: l’espressione “na zdorovje” (на здоровье) esiste davvero. Ma questo “alla salute” è usato come sinonimo della frase “buon pro ti faccia!” o “non c’è di che!”, e viene utilizzato principalmente quando si offre a qualcuno qualcosa da mangiare e lui ringrazia, soprattutto se si tratta di ospiti a cena, e in particolare se si è a casa di amici di famiglia o parenti. Molto raramente degli estranei useranno “na zdorovje”: è qualcosa che possono dire tua tua madre, tua nonna o la tua famiglia allargata dopo che tu hai detto: “Grazie, è stata una cena meravigliosa!” o “Grazie, questo borshch è buonissimo”. Per altre situazioni simili, ma fuori dal contesto alimentare, diranno “ne za chto” (не за что; “non c’è di che!) o pozhàlujsta (пожалуйста; che in russo significa sia “per favore” che “prego”): queste sono le buone maniere di uso quotidiano; le risposte standard a “grazie” (спасибо; “spasibo”).

Tuttavia, qualche anima malvagia a un certo punto ha deciso di far passare “na zdorovje” (scritto in molti modi) come un elemento della cultura del bere russo, ma questo è sbagliato. La spiegazione più probabile è che abbiano sentito qualcuno a una cena formale dire “vashe zdorovje” (“la sua salute”) e che con il tempo l’espressione si sia trasformata in “na zdorovje”. Ma non credo nessuno abbia mai detto “vashe zdorovje” negli ultimi quaranta o cinquant’anni se non più: è troppo formale e suonerebbe sicuramente ironico.

Ed ecco un’altra verità: essere eccessivamente affettati, anche a un ricevimento in ambasciata, non deporrà molto a favore della conoscenza della cultura russa che volete ostentare. Vi potrà capitare di sentire i racconti di alcune donne russe che si sono imbattute in uomini che cercavano di attaccare bottone usando espressioni degne di un gentiluomo del XIX secolo. È semplicemente pacchiano. A nessuno piace. È proprio come sporgere il mignolo, nel tentativo di apparire nobile nell’etichetta, mentre si tiene in mano una flûte di champagne o una tazza di tè. Basta darsi arie assurde!

Provate piuttosto a chiedere ai vostri amici e conoscenti russi cosa dicono loro al momento del brindisi. Di solito, a parte i lunghi “tost” elaborati, sarà una di queste due cose: o tutti mormorano: “Nu chjò? Davajte!” (“E allora? Dai!”) O “Pojekhali” (“Andiamo!”). Oppure qualcosa di umoristico pertinente a quello specifico gruppo di persone. Ma stampatevelo in testa una volta per tutte: in Russia non abbiamo – e non abbiamo mai avuto – una sola espressione standard per dire “cin-cin!”. La prossima volta che qualcuno dirà “na zdrovje”, “na zdorovje” o qualcosa di simile fatemi un favore: scatenate l’inferno!

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